Aldo Bianchini
SALERNO – Come antefatto è necessario chiarire il mio pensiero nei confronti dell’avv. Alfonso Pecoraro Scanio, notissimo rappresentante dei Verdi in tutto il mondo e già ministro dell’ambiente nel “governo Prodi” dal 2006 al 2008.
Alfonso Pecoraro Scanio, con l’aiuto dell’ex magistrato Michelangelo Russo (appositamente chiamato al Ministero in quell’epoca), è stato l’autore del primo vero codice verde, cioè il primo “testo unico per l’ambiente” che raccoglieva tutte le leggi in materia. Anche solo per questo, quindi, non solo io ma tutti dovremmo essergli grato.
Un a serie di incidenti giudiziari, tutti risolti con la solita lentezza della giustizia, dal 2008 in poi estromisero con violenza l’ex ministro da qualsiasi attività pubblica e politica.
Adesso è ritornato alla grande, sospinto addirittura dal più venduto giornale del Paese, cioè il “Corriere della Sera” con uno strano ed emblematico articolo pubblicato a pag. 3 nell’edizione di martedì 23 giugno 2020.
Anche i meno addetti ai lavori sanno benissimo che la pag. 3 di ogni giornale quotidiano è, dopo la prima, è quella più importante perché appena apri il giornale ti ritrovi sotto gli occhi la pagina in questione.
Un articolo molto strano, quello firmato da Alessandro Trocino, che parla di Conte e della riduzione dell’imposta, dello spostamento di bilancio, di Villa Pamphili, di incontri istituzionali, di Unione Europea e di piano di rilancio; e che sul finire lancia una notizia quasi come se il giornalista si fosse distratto ed l’avesse inserita lì per uno strano e gigantesco errore; insomma quasi come se Trocino avesse preso fischi per fischi perché scrive testualmente: “Conte ha altre difficoltà da affrontare. Questa settimana dovrà provare a chiudere il piano di rilancio, incontrando i capi delegazione della maggioranza, i ministri, e poi le opposizioni. Dovrà chiudere in qualche modo la vicenda Atlantia. Che si è trascinata nell’incertezza. Varare il decreto Semplificazione. Capire quanti alberi piantare: sembra una quisquilia, ma il conto per un milione di piante annunciate può essere salato ed è stata chiesta una consulenza alla Fondazione Univerde dell’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio”.
Che ci azzecca (direbbe Di Pietro) questa notiziola (che notiziola non è !!) con il contesto dell’articolo che parla sicuramente di altro e di cose apparentemente più importanti ?
Verrei meno al mestiere che esercito se non provassi a dare una risposta, forse non logica, ma sicuramente pertinente con il tema di oggi: il ritorno alla grande di Alfonso Pecoraro Scanio, voluto e fortemente sponsorizzato dall’intero Movimento 5 Stelle che cerca di recupera con Pecoraro, grazie forse ai buoni uffici del ministro Costa, una sicura ed ascoltata autorità in materia di ambiente.
E cosa c’entra tutto questo, ammesso che sia vero, con l’articolo di tutt’altra fattura scritto anche molto egregiamente dal giornalista del Corriere Alessandro Trocino ?
Assolutamente niente; sembra, però, che si sia voluto far passare un messaggio sicuramente trasversale in maniera molto surrettizia e tutto da decifrare.
Di sicuro c’è che la “Fondazione Univerde” (della quale Alfonso Pecoraro Scanio è uno dei responsabili fondatori), con sede in Roma alla Via Antonio Salandra, esiste ed è una splendida realtà nel mondo del verde e dell’ambiente a trecentosessanta gradi, che si muove su tutto il pianeta e si interessa davvero di tutto.
Rimangono, però, i dubbi dell’inserimento di quella strana e misteriosa notizia in fondo ad un articolo del Corriere della Sera, quasi come per dire a tutti in forma velata che “Alfonso pecoraro Scanio” è tornato, ed è tornato anche alla grande dovendosi interessare della collocazione a dimora di ben un milione di piantine (non si è capito di cosa !!) tanto per iniziare a suon di splendidi quattrini.
Ma chi c’è dietro questa operazione; insomma chi paga e perché ?
Lo sapremo o lo capiremo, forse, nelle prossime settimane; intanto salutiamo il ritorno sulla scena pubblica di Alfonso Pecoraro Scanio che, ad essere sinceri, davvero mancava nel dibattito politico nazionale.
Alfonso è stato il migliore Ministro della Repubblica Italiana che abbiamo avuto ed è stato vittima della macchina del fango per aver messo a rischio gli interessi delle lobby che sull’ambiente speculano.