Giuseppe Amorelli – avvocato/scrittore
A mio modesto avviso è giunto il tempo che il cittadino, “ignaro di cose di giustizia”, venga edotto, se ancora non lo è, dello stato della giustizia in questo preciso momento storico. A tal uopo richiamo, in mio e vostro ausilio, l’opinione del mio Maestro Piero Calamandrei, oggi più che mai attuale:
“Una primitiva tribù africana aveva una legge processuale molto semplice. Il sospettato di reato veniva legato, al tramonto, vicino al fiume. Se durante la notte il coccodrillo lo divorava, la sentenza era di colpevolezza. Se al mattino il sospettato era ancora in vita, la sentenza lo dichiarava incompetente.” Soleva aggiungere Calamandrei che per quanto strano possa sembrare, la percentuale di sentenze giuste, presso quella tribù non era poi molto diversa rispetto a quella dei nostri tribunali. La giustizia italiana di oggi, continuava Calamandrei, riferendosi al suo tempo, non suggerisce soluzioni migliori di quella testè esposta.
Il giudice Annibale Salvemini (Alberto Sordi), nel film :”Tutti dentro” del 1984, viene considerato da una parte della stampa:”Giudice irreprensibile” da un’altra parte di stampa invece: “Giudice corrotto”. Il fatto sta che il giudice Salvemini viene indagato e sottoposto a continui interrogatori. E nel salire le scale del Tribunale accompagnato dai carabinieri per l’ennesimo interrogatorio, il Giudice Annibale Salvemini dichiara alla stampa che:
“…dopo le recenti amare esperienze, io mi chiedo se è ancora utile investire tante energie per l’applicazione delle leggi! O se invece, rinunciando a vacue speranze e ad aspettative mai ripagate, non ci convenisse accettare l’ingiustizia, come regola e non come eccezione!? Questo nella speranza, ovviamente… che almeno l’ingiustizia sia uguale per tutti!”.
Platone nella sua opera “La Repubblica” affronta, nel 1° libro, il dialogo sulla “La Giustizia”.
Sin d’allora si conoscevano le “barbarie derivanti dalla mala giustizia”.
“Chi biasima la ingiustizia lo fa non perchè teme di commettere le azioni ingiuste, ma perchè teme di patirle” cosi Platone nella Repubblica.
” Le cose di ingiustizia” non sono affatto cambiate anzi direi che oggi il marcio impera e la “iustitia” appare un miraggio.
“Nei tribunali c’è un tale degrado che mi è passata la voglia di andarci”. cosi si esprimeva il professor Avv.Franco Coppi .Dinanzi alla dilagante “malagiustizia”, tutto può accaderti, niuna cosa esclusa.
Chi è onesto e specchiato per rettitudine, e moralità, non ha nulla da temere. Chi è puro ed innocente ed agisce rettamente e con coscienza non ha da temere il giudizio di chicchessia.
Giustizia va sempre fatta attraverso l’accertamento della verità.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
“Dopo che Pinocchio ebbe rappresentato al Giudice che il Gatto e la Volpe, con l’inganno, gli avevano derubato le quattro monete d’oro, lo stesso sentenziò:
” Questo povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro, dunque pigliatelo e mettetelo, subito, in galera. Di rimando Pinocchio: ” Ma Signor Giudice, eccellenza, i ladri son quegli altri, mica io”
Nella mitologia greca Dike è una vergine figlia di Zeus e di Themis, che si identifica con l’età dell’oro ed è sinonimo di giustizia. Le si attribuiva la protezione dei tribunali, in quanto era inflessibile punitrice dei delitti Un’altra identificazione della giustizia è in Astrea. Astrea è l’ultima dea a abbandonare la terra quando all’età dell’oro, a quella dell’argento e a quella del bronzo, segue l’età del ferro in cui la malvagità umana non conobbe più freni.
Dike (Astrea), ancora più disgustata, con le sue ali volò tra le stelle, da dove, sempre più triste, guardava la meschinità degli uomini. Li è rimasta, non rinvenendola nei luoghi ove le dovrebbe dimorare (Tribunali)E’ questa la spiegazione piu plausibile . Ma noi che cosa dobbiamo fare per far tornare di nuovo Dike , Astrea la dea della Giustizia sulla Terra?
Un’analisi della giustizia molto ven fatta. Condivido il pensiero delk. Amorelli.
Secondo me c’è un termine sbagliato nell’analisi svolta: giustizia. Tutta la riflessione ruota sulla legge che è concetto diverso da giustizia. Lo avevano capito 2500 anni fa i greci che lo hanno rappresentato nella tragedia di Antigone. Quando non c’è coincidenza tra legge e giustizia, nasce, appunto, la tragedia. Ora il processo che genera i casi di “mala giustizia” è fatto di regole degli uomini che non riproducono verità universali che stanno in norme non scritte, e perciò sono sicuramente imperfette. Voglio dire che la mala giustizia è comunque legale perché si pratica attraverso leggi dello Stato. Se poi chi le applica viola le leggi allora commette egli stesso un reato. Ma la tortura della Santa Inquisizione era un fatto ingiusto ma legale cioè previsto dalle leggi processuali dell’epoca, tra l’altro, e non a caso, della Chiesa. A noi oggi spetta Buonafede e penso di aver detto tutto. Però Buonafede anche è “legale” perché sta lì in quanto previsto da leggi che regolano l’esercizio della democrazia