FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO ANTIBIOTICI E RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Nota della direttrice editoriale

L’articolo del dr. Alberto Di Muria (titolare della omonima farmacia sita al Bivio di Padula) viene pubblicato in forma gratuita e, trattandosi di dati scientifici, sotto la totale responsabilità dell’autore.

 

da Dr. Alberto Di Muria

 

 

Padula-I macrolidi costituiscono una classe di antibiotici di origine naturale. I macrolidi costituiscono i farmaci di elezione per trattare alcuni tipi d’infezione in pazienti che hanno manifestato reazioni allergiche alle penicilline, poiché possiedono uno spettro d’azione simile. Fra i farmaci appartenenti a questa classe di antibiotici, ricordiamo l’eritromicina, la claritromicina, l’azitromicina e la roxitromicina.

I macrolidi vengono somministrati soprattutto per via orale, talvolta sotto forma di formulazioni farmaceutiche gastroresistenti, dal momento che sono instabili nell’ambiente acido dello stomaco. Vengono impiegati soprattutto per il trattamento d’infezioni sistemiche non gravi dell’apparato respiratorio, delle ghiandole mammarie, del fegato, dei reni e della prostata.

Inoltre, la claritromicina può essere impiegata in una miscela di farmaci utilizzata per il trattamento dell’ulcera gastrica provocata da infezioni da Helicobacter pylori.

Generalmente, gli effetti collaterali che possono manifestarsi durante la terapia con macrolidi sono a carico del tratto gastrointestinale, del fegato e della bile. In caso d’insorgenza di grave ittero, la terapia con il macrolide deve essere immediatamente interrotta e sostituita con un altro antibiotico.

Inoltre i macrolidi, la claritromicina in particolare, hanno evidenziato un certo rischio cardiovascolare. In una metanalisi che ha riguardato 20.779.963 partecipanti. I soggetti trattati con macrolidi avevano, rispetto ai controlli non trattati, un aumento dell’esito composito rischio di morte cardiaca improvvisa e tachiaritmia ventricolare. Secondo lo studio, appena pubblicato su British Medical Journal, l’impiego di claritromicina, sarebbe associato ad un aumento del 76% della mortalità cardiaca.

Il rischio di mortalità cardiaca sarebbe associato al fatto che alcuni antibiotici della classe dei macrolidi interferiscono con i canali del potassio ritardati; questo provoca un accumulo di ioni potassio all’interno dei cardiomiociti, le cellule muscolari cardiache, che a sua volta induce un ritardo della ripolarizzazione cardiaca. Il risultato di tutto ciò sull’ECG, è il prolungamento dell’intervallo QT, una condizione che espone al rischio di aritmie fatali.

Gli autori dello studio, quindi, suggeriscono che nei pazienti con problemi cardiaci andrebbero evitati i macrolidi, scegliendo se possibile un’altra classe di antibiotici. Occorre inoltre ricordare che  le interazioni tra farmaci con l’utilizzo dei macrolidi sono abbastanza comuni, e quindi si potrebbe verificare un aumento della concentrazione plasmatica di farmaco, che a sua volta si può tradurre in un incremento della tossicità.

 

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