PAGANI: la battaglia nel centro destra foriera, tra menzogne e realtà, del ritorno di “Linea d’Ombra”

Aldo Bianchini

Palazzo San Carlo, sede del Municipio di Pagani

PAGANI (SA) – L’aria che si respira a Pagani, diciamocelo con franchezza, è piena di molte ombre; sembra di rivivere quei mesi micidiali che precedettero la retata del mese di luglio del 2011 quando numerosi personaggi politici paganesi (compreso Alberico Gambino) vennero invagonati su una camionetta dei Carabinieri e trascinati presso il carcere di Fuorni, insieme ad alcuni noti personaggi appartenenti ai vari clan malavitosi che sovrastano (è il caso di dire !!) come ombre asfissianti la città dell’agro che, per il resto, è sveglia e produttiva.

Non vorrei che ciò accadesse di nuovo, anche perché se la prima volta è andata piuttosto bene quasi per tutti (nonostante i lunghi mesi di detenzione in carcere e ai domiciliari), questa volta di sicuro la musica sarà completamente diversa.

Mi auguro vivamente, quindi, che ciò non accada; sarebbe la fine di ogni speranza di legalità per migliaia e migliaia di attenti e corretti cittadini che hanno amato, e forse amano ancora, Alberico Gambino come il vero ed unico sindaco negli ultimi lustri della storia di Pagani.

L'ex sindaco Alberico Gambino e l'ex sindaco f.f. Anna Rosa Sessa

Intanto nel centro-destra paganese è incominciato il “tiro al bersaglio”, direttamente e indirettamente, contro quella che viene ritenuta, a torto o a ragione, la vera unica causa della distruzione di tutto quanto costruito con molta fatica da Gambino dal ritorno alla politica attiva dopo la drammatica vicenda giudiziaria; Anna Rosa Sessa, sindaco f.f. per qualche mese, è accusata di non essere stata capace di gestire il grande consenso elettorale lasciato, forse un po’ troppo incautamente, dallo stesso Gambino dopo la sua clamorosa estromissione dalla carica di sindaco (conquistata con largo consenso nelle elezioni della primavera del 2019) a causa della sua “presunta incandidabilità”; una questione ancora in piedi sebbene lo Stato sia andato giù a testa bassa fino al punto di sciogliere l’amministrazione comunale e rimandare tutti alle urne.

Massimo D'Onofrio, consigliere comunale di Pagani

Il più cauto in questa bagarre è stato Massimo D’Onofrio della componente FdI: “Alzo l’unica voce in difesa della classe dirigente paganese nella sua interezza. Il voto contro il consuntivo 2018 era un atto politico, dunque nessuna vergogna, nessun disastro e nessun degrado. Sono già pronto alla prossima campagna elettorale. Ad ogni comizio vi parlerò dei miei progetti per Pagani, ma non trascurerò di raccontarvi dell’unico vero disastro, il dissesto, e di chi lo ha causato” (fonte Il Mattino del 31 maggio 2020).

Vincenza Fezza, consigliere comunale di Pagani

La più dura sicuramente Enza Fezza (uno dei nomi in pista per la candidatura a sindaco): “La facente funzioni ha mostrato incapacità politica nel proseguire il lavoro e gli orientamenti concordato con il sindaco Gambino, creando asimmetrie nella stessa maggioranza e prendendo le distanze dalla segretaria comunale Perongini. Nel frattempo, l’ex facente funzioni ha provato a fare gruppo con una forza politica avversa per farsi candidare dalla stessa alle prossime amministrative. Con le dimissioni della Sessa e l’inizio dell’emergenza Covid-19, alcuni consiglieri di opposizione approfittavano di questo caos politico e sanitario per raccogliere le firme tra i consiglieri e chiudere anticipatamente la legislatura” (fonte Il Mattino del 31 maggio 2020).

 

A disastro consumato vale bene la pena chiedersi perché tutto questo è accaduto e perché Gambino, tra le tante scelte possibili, indicò come vice sindaco la Sessa consegnandole praticamente le chiavi del forziere (consenso elettorale) e la successiva disgregazione dell’intera maggioranza ?

La risposta non è facile; come prima cosa tutto è accaduto (a mio opinabile avviso) perché, nonostante gli anni, le vendette e le faide intestine ed esterne non si erano ancora placate e il clima paganese non si era ancora rasserenato dopo le nefaste linee d’ombre del passato; come seconda cosa (sempre a mio opinabile avviso) Gambino non poteva non scegliere la sua fedelissima Anna Rosa Sessa che, però, alla prova del nove è miseramente franata facendosi coinvolgere (forse per inesperienza ?) in turbolente faide interne al palazzo San Carlo che avevano come obiettivo, anche e non solo, l’incorruttibile e preparatissima Ivana Perongini, la mitica segretaria generale che non solo aveva con la sua abilità strategico-giudiziaria concorso a salvare Alberico Gambino, ma la stessa Anna Rosa Sessa dall’accusa di subornazione (insieme alla Perongini) che tanto clamore fece qualche anno fa nel momento più difficile del processo “Linea d’Ombra”.

Assurdo che un uomo e un politico come Alberico Gambino che forte di un consenso elettorale mai registrato a Pagani è riuscito a sbagliare le mosse più importanti della difficile fase successiva alla sua dacadenza.

Assurdo che una donna e una politica come l’europarlamentare Lucia Vuolo abbia innalzato steccati insormontabili ad una trattativa con FdI dopo che per decenni è stata l’organizzatrice elettorale di Cirielli.

Ma questi sono i misteri della politica che attraggono e respingono.

 

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