Dr. Pietro Cusati
Cinquant’anni fa, il 1° giugno 1970, esattamente mezzo secolo fa, moriva Giuseppe Ungaretti, aveva 82 anni, una delle voci più significative della poesia e della storia letteraria italiana del Novecento,il padre del movimento letterario l’Ermetismo. Giuseppe Ungaretti,nato nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini, entrambi Lucchesi, prese parte come soldato semplice alla Prima Guerra mondiale e di quella esperienza scrisse importanti versi come la famosa M’illumino d’immenso e le sofferte poesie raccolte in ‘’Il porto sepolto’’, considerato il seme dell’ermetismo. A Parigi incontrò Marcel Proust ed entrò in contatto con le novità culturali europee. Diceva Ungaretti che per lui scrivere ‘’era necessario’: scriveva sulla circolare che lo portava all’università, scriveva durante il soggiorno Parigino del 1912, credendo in quel potere salvifico della poesia per salvarsi dall’universale naufragio. ’’Il taccuino del vecchio’’ del 1960 è la sua ultima raccolta. Ha insegnato letteratura italiana all’Università di San Paolo in Brasile e alla Sapienza a Roma sino al 1958. E’ stato il più importante e significativo poeta italiano del Novecento con contatti internazionali. I suoi versi erano innovativi e profondi,tra tempo e destino,un suo titolo è ‘’Il sentimento del tempo.’’Un poeta molto amato dal pubblico ,negli anni ’60 appariva molto spesso in televisione ,gli anziani ricordano quella figura con la barba bianca,Indimenticabili le puntate dell’Odissea. Un innovatore del linguaggio poetico con le sue liriche di grande intensità emotiva, aveva una straordinaria capacità di raccontare con chiarezza le sue poesie e di leggerle con una tensione drammaturgica fuori dal comune. ‘’Il mistero c’è, è in noi. Basta non dimenticarcene», scrive il poeta. E aggiunge: «Il punto d’appoggio sarà il mistero, e mistero è il soffio che circola in noi e ci anima…» Le parole di questo poeta ci avvicinano alla verità ma lasciando aperto uno spazio: una continua, incessante, approssimazione all’assoluto. Tutto è misterioso. Persino un fiore. «Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla», scrive il poeta in Eterno. Ungaretti, tracciando un bilancio della sua vita, affermò: «Sono stato un uomo della speranza; anzi, il soldato della speranza».
Oggi 1 giugno 2020 viene emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo ordinario della serie tematica ‘il Patrimonio artistico e culturale italiano’ dedicato a Giuseppe Ungaretti, nel 50esimo anniversario della scomparsa. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, Bozzetto a cura di Isabella Castellana. La vignetta raffigura un ritratto di Giuseppe Ungaretti, in primo piano su alcuni elementi grafici rappresentativi del poeta italiano: un libro, le lettere dell’alfabeto e una lavagna. Completano il francobollo la leggenda ‘Giuseppe Ungaretti’, le date ‘1888-1970’, la scritta ‘Italia’ e l’indicazione tariffaria ‘B’.