RIFIUTI: perché a Battipaglia ? … la lunga storia

Aldo Bianchini

Anonima montagna di rifiuti

SALERNO / BATTIPAGLIA – La cronaca impone, purtroppo, tempi veloci alla stampa che nel rincorrere le notizie (quasi tutte velinate !!) dimentica che c’è sempre un “dietro e/o dentro la notizia” che permetterebbe a tutti di capirne sicuramente di più.

La cronaca di questi ultimi giorni ci ha messo di fronte all’ennesimo capitolo della lunga e storica “saga dei rifiuti” che da decenni coinvolge la città di Battipaglia (ricca, opulenta, produttiva   ed operosa) e buona parte della piana che la circonda da Bellizzi a Capaccio, fino ad Eboli; la Provincia di Salerno ha deliberato sulle famose o famigerate “aree sature” individuate nelle città di Battipaglia e di Sarno; il problema in realtà riguarda molto di più Battipaglia che Sarno come cercherò di chiarire in questo articolo; e non solo perché la lunga storia dei rifiuti a Battipaglia ha avuto molto più spessore giudiziario di quella sarnese.

Su questa scelta della Provincia di bloccare l’arrivo di ulteriori quantità di rifiuti a Battipaglia (e a Sarno per lo stoccaggio dei rifiuti inerti che nello scorso mese di marzo è andato a fuoco) si è scatenata l’opposizione (consiglieri: Roberto Celano e Giuseppe Ruberto) per la quale tale delibera, incredibilmente, prevedeva una deroga, consentendo la realizzazione degli impianti che fossero previsti in piani sovracomunali e, dunque, regionali. Insomma una “delibera fumosa” che nasconderebbe ampi spazi di manovra per la Regione che in caso di necessità potrebbe non solo rimandare rifiuti a Battipaglia ma anche aprire un  sito per l’organico:

Battipaglia - veduta dall'alto di una manifestazione popolare contro i rifiuti

Apriti cielo, la parte politica di centro sinistra (con in testa i sindaci di Battipaglia, Cecilia Francese, e di Sarno, Giuseppe Canfora) ha subito scatenato una bagarre contro la sparuta pattuglia di centro destra accusandola di voler fare campagna elettorale su una questione che sarebbe da annoverare come una vittoria clamorosa soprattutto per Battipaglia che dopo decenni di sopportazioni vedrebbe finalmente la conclusione di una lunga e difficile storia che ha segnato pesantemente intere generazioni di imprenditori (puliti e malavitosi) che si sono avvicinati al grande business dei rifiuti.

Un business nel quale, badate bene, in tanti si sono sporcati le mani ed in tanti l’hanno fatta franca addirittura arricchendosi in maniera vertiginosa sulle spalle della gente che spesso ha dovuto subire anche gli effetti venefici di una massa ingente di spazzatura, non sempre trattata secondo i protocolli tendenti ad una corretta igiene e salvaguardia dell’ambiente.

 

Un business che magistratura e politica volevano, forse !!, bloccare per sempre e che invece sia i magistrati che i politici hanno, in un certo senso, largamente favorito con le loro sempre eclettiche e, perché no, assurde determinazioni.

Non ci dobbiamo nascondere dietro un dito e dobbiamo tutti renderci conto che la chiusura giudiziario-politica di Parapoti (la discarica più grande mai esistita in provincia di Salerno) spacciata come un atto doverosamente attuato nell’interesse della gente comune non ha fatto altro che ingigantire il business dei rifiuti favorendo in maniera esponenziale le varie bande camorristiche che se prima erano vincolate soltanto al controllo di Parapoti, dal momento della chiusura si sono ritrovate a gestire, con loro grande felicità, i diversi siti autorizzati per lo stoccaggio e, prima ancora, la miriade di discariche abusive che costellavano il territorio provinciale, anche con il deposito di rifiuti tossici.

La sig.ra Rosetta Sproviero, la "pasionaria" di Parapoti

E’ giusto, però, soffermarci anche per poco sulla storia di Parapoti che generò anche la presenza della leggendaria “pasionaria” (Rosetta Sproviero) che, a mio avviso, di pasionaria aveva ben poco, tanto è vero che la sua azione apparentemente di grande respiro di legalità si dissolse nel nulla dopo poco tempo senza dare i frutti sperati.

 

Ho ripreso un periodo del racconto “Parapoti, la discarica delle promesse” (di Anna Tarquini) che sintetizza molto bene l’accaduto: “”La vicenda della discarica di Parapoti si trascina da anni. Da quando il 22 gennaio del 2001 il pm di Salerno, Angelo Frattini, ne aveva disposto la chiusura immediata per gli «alti livelli di inquinamento provocato dagli sversamenti dei rifiuti di numerosi comuni della provincia». La decisione del magistrato anticipava di otto giorni un accordo sottoscritto tra i sindaci delle aree interessate e il presidente della regione Campania Bassolino che fissava al 31 gennaio la chiusura definitiva dell’impianto e la ricerca di nuovi siti di stoccaggio. Ma è la crisi. Dopo i sigilli l’emergenza rifiuti scoppia in tutta la Campania: la discarica era il punto di stoccaggio di 70 comuni limitrofi. Intere città invase dalla spazzatura, scuole e negozi chiusi, polemiche tra le istituzioni. E con l’emergenza era scoppiata anche la guerra tra i comuni. Nessuno accetta di fare la fine di Parapoti. Dal gennaio del 2001 si arriva a marzo del 2004. Tre anni di vuoto, ma ormai siamo in campagna elettorale e la destra decide di cavalcare la tigre. Bugie e trabocchetti. Certo qualcosa gli abitanti di Montecorvino potevano pur sospettare….Il 19 marzo di quest’anno il sottosegretario all’Ambiente Antonio Martusciello si presenta di persona a Salerno. Vuole incontrare i cittadini in rivolta e proporre la sua soluzione. Da oltre 40 giorni presidiano la discarica, ma nessuno se ne è accorto. Hanno sentito voci di una riapertura. «Potete essere sicuri – arringa Martusciello – che tra tre settimane l’emergenza rifiuti in Campania si potrà ritenere superata». E a chi teme la riapertura dei cancelli risponde sicuro. «Il commissario Catenacci ha già dato rassicurazioni rispetto a questo tipo di scelta… Parapoti non dovrà subire l’affronto di essere considerata la discarica della Campania». Anche il ministro Matteoli pochi giorni dopo è a Salerno. È il primo aprile e partecipa a un convegno sui rifiuti. A domanda risponde: «Non c’è nessun motivo di riaprire la discarica di Parapoti». Ma aggiunge sibillino: «Certo se ci saranno delle discariche da riaprire si riapriranno. Ma le mie sono solo dichiarazioni generali, non ho con me i documenti, non ricordo una per una le discariche, non posso dire quali saranno»””. Una vicenda che anche se raccontata da sinistra è abbastanza esauriente per i fini che mi prefiggo con questa inchiesta giornalistica ricostruttiva del fenomeno dei rifiuti.

La sensazione che in primis mi ha dato il racconto della Tarquini          è quella di trovarmi (come dicevo prima) di fronte ad una gara tra magistratura e politica a chi faceva prima per chiudere Parapoti ed appagare le aspettative di una folla ben guidata e pilotata nelle varie fasi della pubblica protesta. Ovviamente a nessuno interessava sapere e capire cosa potesse succedere dopo con l’emergenza rifiuti campana durata diversi anni e nella quale la grande camorra ha affondato le mani, uccidendo senza pietà chi si contrapponeva al loro strapotere; uno strapotere che, badate bene, dura tuttora e che, se possibile, è diventato ancora più asfissiante.

Loc. Parapoti di Montecorvino Pugliano - la discarica a cielo aperto chiusa nel 2001

E a Battipaglia ?, beh !! a Battipaglia la situazione, se vogliamo dirla tutta, è stata ancora più drammatica a causa della contemporanea presenza di varie famiglie camorriste (e il suo interland da Bellizzi, a Capaccio e ad Eboli) che si sono combattute, negli anni ’80 in maniera cruenta per spartirsi la gigantesca torta del business.

Ora, però, Battipaglia grida al successo clamoroso per via di una delibera provinciale che sembra avere scritto la parola fine al tremendo fenomeno. Sarà vero ?

Lo scopriremo nelle prossime puntate di questa storia raccontando anche la pesante e decisiva presenza e influenza su tutto il territorio del mitico “Cosimo D’Andrea”, morto il 19 dicembre 2001 alla giovane età di 55 anni, che ha lasciato dietro di se alcuni figli (la prima figlia è stata scoperta e riconosciuta di recente) ed una scia immensa di potere e di presunta ricchezza.

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