Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Capaci,23 maggio 2020 .L’Unica Magistrata assassinata in Italia,Francesca Laura Morvillo,coniugata Falcone,uccisa nella strage di Capaci il 23 maggio 1992,purtroppo si è sempre parlato poco di lei. E’ stata una delle prime italiane a vincere il concorso in magistratura nel 1968,ha avuto una carriera brillante. Ha ricoperto le funzioni di Giudice del Tribunale di Agrigento,Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo,di Consigliere della Corte di Appello di Palermo.La sua prima sede di lavoro è stata il Tribunale di Agrigento ,il 10 marzo 1971, fu destinata a svolgere le funzioni di giudice.Tra le poche donne magistrato all’epoca in servizio negli uffici giudiziari d’Italia, la sua presenza non poteva non suscitare nel piccolo palazzo di Giustizia curiosità mista ad una curiosa aspettativa.Ben presto i suoi modi garbati, il suo apprezzato stile di rapportarsi con gli altri e la sua dimostrata conoscenza del diritto le procuravano la simpatia e la collaborazione di tutto l’ambiente giudiziario nelle sue varie componenti.L’elevata preparazione e l’innata propensione allo studio e all’approfondimento consentivano a Francesca Morvillo di svolgere, con unanime positivo riconoscimento, anche l’insegnamento presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo palermitano tenendo, nella qualità di docente, un corso di legislazione minorile nell’ambito della scuola di specializzazione in Pediatria.Al giudice assassinata è stata concessa, alla memoria, la medaglia d’oro al valore civile. La motivazione dell’onorificenza descrive in maniera completa quale importante ruolo ella abbia avuto nella vita di Giovanni Falcone e nella sua costante determinazione a svolgere fino in fondo il suo elevato ruolo di magistrato impegnato a dare alla Sicilia la prospettiva di un futuro libero : “Giovane consigliere della Corte di Appello di Palermo, consorte del giudice Giovanni Falcone, pur consapevole dei gravissimi pericoli cui era esposto il coniuge, gli rimaneva costantemente accanto sopportando gli stessi disagi e privazioni, sempre incoraggiandolo ed esortandolo nella dura lotta intrapresa contro la mafia. Coinvolta, insieme al Magistrato, in un vile e feroce agguato, sacrificava la propria esistenza vissuta coniugando sentimenti di affetto, stima e rispetto verso il marito, la dedizione ai più alti ideali di giustizia”.Inoltre, il Ministero di Grazia e Giustizia con decreto del 23 giugno 1992, ha disposto l’intitolazione alla memoria di Francesca Morvillo del Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni di Palermo, onorando in tal modo l’interesse, attento e costruttivo, del giudice verso la devianza minorile.E’ stata la degna compagna di un uomo non certo comune.”Giovanni amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore. Francesca”. E’ questa la frase scritta da Francesca Morvillo a suo marito Giovanni Falcone che non fece in tempo a leggere, visto che tutti e due morirono nella strage di Capaci il 23 maggio 1992, insieme agli uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Un biglietto ritrovato dopo alcuni anni dalla loro morte. A Palermo Francesca conobbe Giovanni Falcone a una cena a casa di amici nel 1979, non lo lasciò mai e lo sosteneva come poteva, senza trascurare il suo lavoro da magistrato minorile. La donna accettò anche di non avere figli perché come le disse un giorno Falcone “non si fanno orfani, si fanno figli”. Francesca e Giovanni si sposarono, con una cerimonia segretissima nel maggio 1986 celebrata davanti al sindaco Leoluca Orlando, uno dei testimoni fu il giudice Antonino Caponnetto.
Nonostante i grandi ostacoli, Francesca cercava in tutti i modi di stare accanto a Falcone, tanto che chiese al Csm di avere un incarico che gli permettesse di stare accanto al marito. “L’esigenza di raggiungere la sede richiesta per mantenere l’unità del nucleo familiare dato che il proprio coniuge Giovanni Falcone, anch’esso magistrato, – scriveva la Morvillo al Csm – è stato destinato al Ministero di Grazia e Giustizia con l’incarico di direttore generale degli affari penali”.La Morvillo era accanto a Giovanni anche in quel tragico 23 maggio 1992, giorno in cui persero la vita assieme agli agenti della scorta. Il 23 maggio è un giorno dedicato al ricordo. Quell’avvenimento è una storia di lotta, di coraggio e di vita. Ma è anche la storia di una donna, Francesca Morvillo, che ha condiviso con il giudice Falcone gli ultimi anni della sua vita e che è morta, con lui, per la sua stessa causa. La sua figura è spesso rimasta nell’ombra, ma sarebbe interessante scoprirne qualche profilo vedendola non solo come la moglie di Falcone, ma come donna e come professionista. Da sempre cresciuta in un ambiente votato alla legge ,il padre era sostituto procuratore e il fratello entrò in magistratura, si laurea a soli 22 anni in giurisprudenza con 110 e lode. Quando conobbe Falcone, sapeva che avrebbe sposato non solo l’uomo, ma anche la causa. Sapeva che la sua vita sarebbe stata più difficile che mai, sapeva della scorta, sapeva delle vicende che avrebbero avvelenato la loro vita coniugale. Lo sapeva perché era dell’ambiente, ed era pronta a restarci dentro.