Aree interne e turismo di prossimità: occasione imperdibile per il Vallo di Diano

Antonella Inglese

Veduta della Valle delle Orchidee di Sassano - Sullo sfondo la cima del Monte Cervati, la più alta della Campania

VALLO DI DIANO – Dando un primo sguardo alle stime fornite dall’Agenzia nazionale italiana per il turismo (ENIT), il quadro sembra prospettarsi drammatico: il turismo italiano non recupererà le cifre del 2019 prima del 2023 a causa sia del calo degli arrivi dall’estero, stimato tra il 44 e il 72 %, sia sul fronte del mercato interno in cui si prospettano tra il 25 e il 45 % di turisti in meno. Davanti ad uno scenario che si preannuncia angosciante per gli operatori del settore, soprattutto nelle piccole realtà può, però, nascere l’opportunità!

Durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus, infatti, sarà necessario continuare sulla scia del distanziamento sociale e di conseguenza prediligere attività da svolgersi all’aperto. Così, la poca popolosità dei borghi e la vastità della natura in cui sono inseriti diventano punti di forza, un incentivo per preferire le aree montane alle località costiere densamente popolate e quindi più soggette all’affollamento e che, pertanto, dovranno adottare criteri molto più restrittivi per garantire la fruibilità di spiagge, luoghi d’attrazione e strutture ricettive. E così le aree interne e quindi il Vallo di Diano hanno la prima vera occasione per proporsi come meta privilegiata per le prossime vacanze avendo la possibilità di costituire un’offerta che intreccia le caratteristiche del turismo di prossimità con il turismo lento. Le peculiarità che accomunano queste due tipologie di turismo sono molte.

Il turismo di prossimità si basa su un principio semplice quanto razionale: non è la distanza del luogo a determinare la qualità dell’offerta. Il viaggiatore, dunque, punta alla scoperta (o riscoperta) di luoghi ed esperienze vicine alla propria ma pur sempre nuove, e per poterne godere ha bisogno di equipaggiarsi di un forte spirito di curiosità. Parchi, cammini, aree di montagna, borghi antichi, prodotti enogastronomici sono gli ingredienti che mescolandosi tra loro costituiscono la ricetta ideale per un’esperienza turistica autentica perfettamente in linea con le esigenze del momento ma soprattutto con il nascente turismo lento, unica vera tipologia di turismo declinabile sul nostro territorio e sulla quale è stata elaborata la linea d’azione della

Strategia nazionale per l’Area Interna Vallo di Diano che mira alla costituzione di una meta turistica internazionale.

Diffidiamo, perciò, da chi ci propina formule magiche per la costruzione dell’offerta turistica del Vallo di Diano, il piano esiste già ed ha bisogno solo di seguire il suo corso attraverso una costante concertazione tra gli enti e gli operatori di settore, ed ora come ora, seguire la scia tracciata dall’esigenza di riproporre il turismo di prossimità, un’esperienza già formulata e collaudata nella seconda metà del secolo scorso che è stata determinante per l’estensione della possibilità di viaggiare anche per i ceti meno abbienti. Gli spostamenti in auto, i soggiorni brevi, le vacanze di famiglia sono i fondamenti di questa riscoperta modalità di trascorrere le ferie, che ci consentono, tra l’altro, di ovviare all’impossibilità di offrire al momento un trasporto pubblico in grado di consentire gli spostamenti tra i vari luoghi di interesse. Allo stesso tempo, è possibile formulare un’offerta ampia e varia destinata sia alla fruizione individuale che collettiva e soprattutto degli spazi all’aria aperta: perfettamente in linea con i principi del turismo lento, sostenibile a livello economico e ambientale, e in grado di limitare le possibilità di contagio.

È indispensabile che il territorio si faccia trovare pronto e che sperimenti la combinazione vincente tra turismo esperienziale e turismo montano facendo quadrato intorno al grande attrattore Certosa di San Lorenzo a Padula, luogo che insieme alle Grotte di Petrosa-Auletta e al centro storico di Teggiano può fare da perno per lo sviluppo turistico del territorio. È fondamentale, tuttavia, che i principali punti di interesse facciano anche da catalizzatore alla promozione del vastissimo patrimonio naturalistico, considerando che il turismo outdoor rappresentata l’attività maggiormente in crescita come tendenza nell’anno 2019 ma con lo sguardo rivolto soprattutto all’Italia settentrionale, e in riferimento al target “famiglia” bisogna incentivare attività ricreative e didattiche. Maggiore fiducia andrebbe dispensata anche all’imprenditoria locale nel settore ricettivo, che spesso ha una visione avanguardistica ma viaggia da sé, slegata dal contesto circostante.

Valorizzare le risorse naturalistiche del territorio, come il monte Cervati e la Valle delle Orchidee, ora deve essere la priorità! Urge il bisogno di un’attività promozionale professionale, mirata, creativa e magari anche

un po’ visionaria …

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