da Dr. Alberto Di Muria
Padula-Secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) gli inibitori di pompa protonica, i prazoli, sono tra i farmaci più frequentemente erogati a carico del Sistema Sanitario. Si tratta di farmaci veramente importanti perché, contrastando la secrezione acida da parte dello stomaco, hanno reso patologie come l’ulcera, la gastrite acuta ed il reflusso gastroesofageo malattie perfettamente curabili, senza dover più ricorrere al chirurgo.
Ciò detto, oggi però si è diffusa l’abitudine ad assumerli anche in presenza di una sintomatologia vaga o addirittura per “proteggere lo stomaco” quando si assumono altri farmaci che si ritengono gastrolesivi, e magari non lo sono come nel caso di molti antibiotici, o quando si prevedono periodi di abusi alimentari.
Cioè si è banalizzata l’azione di questi presidi che sono invece molto potenti ed efficaci, e tutto ciò ha portato ad un vero abuso nel loro utilizzo, non solo nel senso che vengono adoperati a sproposito ma, soprattutto, che vengono usati per periodi prolungati, molto al di sopra dei trenta giorni massimo di assunzione che le Agenzie internazionali consigliano per le patologie più fastidiose, come reflusso o ulcera.
Invece i farmaci gastroprotettori non sono per niente privi di effetti collaterali in quanto indeboliscono il processo digestivo per carenza di acido, alterano il microbiota intestinale, alterano l’assorbimento di vitamine e minerali essenziali e così abbassano le difese immunitarie.
Ma non sono solo questi i danni riferibili all’abuso di questi farmaci. Secondo una ricerca condotta dalla Washington University, pubblicata sulla rivista Bmj Open, l’utilizzo eccessivo degli inibitori di pompa protonica sarebbe collegato a un rischio di morte prematura, aumentato in ragione delle dosi di farmaco assunte. Si è giunti a queste conclusioni osservando due gruppi di paziente con problemi gastointestinali, il primo dei quali assumeva gli inibitori di pompa protonica ed il secondo gli H2 antagonisti, altri farmaci antiacidi. Ebbene è risultato un rischio di morte significativamente più alto nel primo gruppo, al di la della durata del trattamento. D’altra parte, già nel 2013 un gruppo di medici italiani, osservando un campione di pazienti anziani dimessi aveva riscontrato un aumento superiore al 50% del rischio di mortalità tra gli utilizzatori di inibitori di pompa protonica nell’anno successivo alla dimissione. Due anni fa, poi, era stata evidenziata una maggiore probabilità di sviluppare un infarto del miocardio.
Infine, secondo una ricerca pubblicata su Gut, una rivista del gruppo BMJ, condotta da ricercatori dell’University College di Londra e dell’Università di Hong Kong su un campione di oltre 60mila adulti, l’uso prolungato dei prazoli aumenta del 2,4% il rischio di ammalarsi di cancro allo stomaco.
Quindi usate si i protettori gastrici, ma quando servono veramente!