Dr. PIETRO CUSATI
Roma,18 aprile 2020. Una risposta rapida per salvaguardare la capacità produttiva dell’economia italiana. ‘’A un mese dal lockdown nazionale, oltre tre milioni di persone che vivono, in una famiglia monoreddito hanno già varcato la soglia della povertà’’, lo ha affermato ,la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Dott.ssa Marina Elvira Calderone , iscritta all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Cagliari , Laureata in Economia Aziendale Internazionale,sulla base dei dati dell’ultimo report della Fondazione dei consulenti del lavoro .L’emergenza sanitaria è divenuta ormai emergenza sociale ed economica. Oltre al disagio dei lavoratori dipendenti “costretti a casa”, che riceveranno gli strumenti di sostegno al reddito solo forse a maggio prossimo a causa di procedure burocratiche complesse , ci sono artigiani, commercianti e imprenditori per i quali i sussidi economici previsti finora non bastano a far fronte ai costi aziendali fissi delle loro attività. Senza considerare le scadenze fiscali di giugno prossimo e i debiti accumulati in questi mesi da saldare. Ritiene la Presidente Calderone che per risolvere i problemi degli imprenditori piccoli e medi, bisognerebbe dotarli di un contributo a fondo perduto, che può arrivare solo dal contesto comunitario”, altrimenti il fronte dei nuovi poveri sarà destinato a ingrossarsi. In una lettera all’illustre Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, fa presente :’’la gravissima situazione in cui i 26.000 Consulenti del Lavoro sono costretti ad operare sin dall’entrata in vigore del Decreto –legge, 17 marzo 2020,n.18/2020,avente ad oggetto: ‘’Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19’’,pubblicato nella gazzetta ufficiale n. 70, ed entrato in vigore lo stesso giorno 17/03/2020.
La scelta adottata dal Governo di finanziare la cassa integrazione emergenziale “COVID-19”, aumentando le risorse oggi disponibili sulle varie gestioni tenute presso l’INPS, costringe a presentare una molteplicità di domande differenti , una tipologia per gestione
per una causale che, invece è uguale per tutti. Invece,sarebbe bastato creare un unico ammortizzatore sociale emergenziale, appostare su di esso tutti i fondi oggi dispersi sulle varie gestioni e tutto sarebbe stato più semplice ed immediato, per i Consulenti del lavoro e per l’INPS. Da giorni i Consulenti del Lavoro hanno ingaggiato una lotta contro il tempo, contro le tante burocrazie di questo Paese, contro le evidenti incongruenze dei vari processi di concessione introdotti dal decreto-legge n.18/2020. Le aziende, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno la liquidità necessaria a far fronte direttamente alle anticipazioni perché non hanno riserve di denaro e vanno avanti con gli incassi della gestione ordinaria che oggi è impedita dalle misure che si è reso necessario adottare per contrastare la diffusione dell’epidemia. Le PMI italiane sono la struttura portante del nostro Paese e in questo momento sono in ginocchio. In queste ore sto ricevendo molti messaggi da parte dei miei colleghi. In tutti prevalgono la paura per la situazione sanitaria ma anche per quella economica del Paese. Nonostante tutto, nonostante le mille difficoltà prevale in noi il senso del dovere e la consapevolezza del valore sociale della nostra professione, senza la cui opera i rapporti di lavoro e gli Enti di riferimento non avrebbero operatività IL PRESIDENTE Dott.ssa Marina Elvira Calderone’’.Inoltre sulla base di quanto stabilito dall’art. 36 del Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 23 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 08-04-2020 (c.d. “Decreto Liquidità”), circa la sospensione dei termini per lo svolgimento di qualunque attività in tutti i procedimenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie suscettibili di costituire condizione di procedibilità della domanda giudiziale, tutti i termini della procedura innanzi all’Arbitro Bancario Finanziario sono prorogati fino all’11 maggio 2020. La proroga non riguarda il termine per il riscontro da parte degli intermediari al reclamo presentato dai clienti. Inoltre alcuni cittadini-consumatori,clienti di banche, i cosiddetti attori economici imprese e famiglie, hanno incontrato qualche difficoltà nel ricevere i sostegni previsti dai decreti cosiddetti Liquidità e Cura Italia e hanno segnalato alle loro associazioni i problemi che si sono verificati per le procedure di accesso alle misure Governative. Infatti, proprio per questo motivo ,nei giorni 14, 15 e 16 aprile 2020, la Banca d’Italia e le Associazioni dei consumatori hanno partecipato a una serie di incontri bilaterali per raccogliere le segnalazioni dei cittadini che, in alcuni casi, hanno manifestato effettive difficoltà nel ricevere i sostegni previsti,appunto, dai decreti cosiddetti Liquidità e Cura Italia, e condividere possibili ambiti di miglioramento nelle relazioni tra le banche e i loro clienti. Le associazioni che hanno preso parte ai colloqui sono state: ADICONSUM, ADOC, ADUSBEF, ALTROCONSUMO, ASSOUTENTI, CODACONS, CODICI, CONFCONSUMATORI, FEDERCONSUMATORI, LEGA CONSUMATORI, MOVIMENTO CONSUMATORI, UNIONE DIFESA CONSUMATORI e ASSOCONSUM. I temi affrontati nel corso degli incontri, tenutisi in un clima partecipato e costruttivo, hanno riguardato: i problemi di interazione che finora si sono verificati tra clienti e operatori bancari al fine di, semplificare e migliorare le procedure di accesso alle misure di sostegno, le possibili iniziative di comunicazione per meglio rispondere alle richieste di informazioni e chiarimenti.
Vi è stata convergenza sugli aspetti di attenzione emersi. La Banca d’Italia ha confermato il suo impegno a monitorare l’allineamento degli istituti bancari a queste indicazioni nonché a mantenersi parte attiva nel fronteggiare le problematiche segnalate, promuovendo eventuali interventi normativi anche nell’ambito della task force cui partecipa. L’interessante lettera, che condivido , della Presidente Nazionale dei Consulenti del Lavoro, Dott.ssa Elvira Marina Calderone ,all’illustre Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, è molto significativa e porta alla luce i veri problemi delle piccole e medie imprese italiane che dei consulenti del lavoro e mi induce a qualche breve riflessione e a qualche domanda all’Illustre Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte. La concessione di garanzie pubbliche, soprattutto alle PMI ,piccole e medie imprese è un efficace strumento per incentivare le banche a concedere la liquidità necessaria a far fronte alla crisi da Covid19. Le imprese in questo difficile periodo versano in gravissime difficoltà e per far fronte all’emergenza economica determinata dalla pandemia, il Governo ,le Regioni e l’Europa ed altre autorità, hanno adottato programmi essenziali di garanzie pubbliche sul credito fornito dalle banche alle imprese, per impedire che le carenze di liquidità si trasformino in situazioni di fallimento o di altre procedure concorsuali . Alla scadenza del prestito ,in assenza di una garanzia pubblica che cosa succede,verrà rinnovato?In ogni caso l’accesso al credito è un problema già presente da qualche anno con la riforma bancaria ,vale a dire una doppia legislazione e un doppio controllo da parte della Banca d’Italia e della BCE. Le misure in atte sono sufficienti per favorire la riduzione del peso del debito?La significativa perdita dei ricavi in futuro verrà recuperata? O ancora una volta la fanno da padrona la burocrazia e i burocrati con i tempi biblici delle istruttorie?Come giustamente sostiene il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, per un timbro a Roma ci vogliono più di sei mesi? In pratica occorrono ulteriori misure di politica economica volte ad assicurare un ritorno a una migliore sostenibilità finanziaria dell’impresa prima che le banche cessino di beneficiare delle attuali garanzie pubbliche.