Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Qualche giorno fa parlando con un mio caro amico sacerdote ci siamo ritrovati a discutere del cosiddetto “potere temporale” della Chiesa Cattolica Romana; con un pensiero comune abbiamo concluso il nostro lungo ragionamento dicendo innanzitutto a noi stessi che quello della Chiesa è un potere che resiste da oltre duemila anni a tutte le intemperie ed a tutte le avversità. E dire che di intemperie e di avversità nel corso di due millenni ne ha avuti tantissimi, e tali da far impaurire qualsiasi sistema aggregativo di potere, sia esso politico che imprenditoriale, ovvero istituzionale o malavitoso.
Insomma il potere temporale della Chiesa è il più duraturo della storia dell’umanità e, almeno per ora, non se ne vede la fine neppure ad un lontanissimo orizzonte.
In effetti, a ben pensarci, la Chiesa in forza della sua lunghissima esperienza generale e del suo artificioso e controllato esercizio del potere diffuso in una forma radicale, ramificata e controllata come nessun altro “sistema di potere” abbia saputo o potuto fare nella storia dei tempi.
Il potere della Chiesa si estende a macchia d’olio, un po’ come fanno i vari miliardi di cromosomi all’interno di una cellula nel vasto mondo del DNA; dunque la Chiesa ha nel suo dna un esercito immenso di cromosomi abituati al potere.
Per questo, tempo fa, un mio amico magistrato mi raccontò (anche con lui spesso parlavo del potere della chiesa che si scontra con quello giudiziario) che il giorno della festa familiare organizzata per il superamento dell’esame in magistratura, il padre gli disse di aver raggiunto un posto dal quale poteva spaziare, indagare, condannare o assolvere tutti; stai soltanto attento a non prendertela con la chiesa, perché lì incontrerai sicuramente grosse difficoltà. E me lo disse perché Lui, nella sua vita professionale, aveva più volte attaccato la chiesa, addirittura un arcivescovo e un cardinale, ma alla fine quando sembrava che avesse toccato i portoni del Vaticano aveva clamorosamente perso.
Ma perché la Chiesa, alla fine, vince sempre ?
Innanzitutto perché, come dicevo, la chiesa ed i suoi componenti a tutti i livelli, sono abituati ad esercitare la difficile arte del potere anche perché “il potere logora chi non ce l’ha” (andreottiana memoria !!) e che,. quindi, chi ce l’ha e lo sa esercitare bene diventa una sorta di macchina inattaccabile.
Poi anche perché la chiesa riesce a parlare sempre a più voci senza mai contraddirsi, almeno palesemente e in maniera pubblica; vale a dire che la chiesa i panni sporchi (se mai ci fossero panni sporchi !!) li sa lavare benissimo in famiglia.
E, infine, diciamocelo con chiarezza, la chiesa al di là e al di sopra dei lati oscuri evidenzia da sempre una quantità infinita di opere che, comunque, vanno incontro alle esigenze della gente, anche quella non molto fidelizzata e che ovviamente è pronta a fidelizzarsi in momenti di gravità come quello che stiamo vivendo adesso; l’esistenza della chiesa è legata allo spirito e non si scherza; da qui l’accettazione per fede di qualsiasi messaggio arriva dalla chiesa, una concessione che la gente non consegna a nessun altro sistema di potere.
Ma per dirla tutta, parafrasando quanto fin qui scritto, alla chiesa basta poco, basta un semplice gesto di razionale educazione e convivenza civica per farla ritornare subito sugli scudi; qualche giorno fa un sacerdote di Scafati (don Giovanni De Riggi) ha saputo chiedere scusa per aver inavvedutamente organizzato un rito religioso in tempi difficili; in queste ultime ore è piaciuto molto a tutti il gesto di riconoscenza, semplice e spontanea, che un altro sacerdote (don Martino De Pasquale – direttore della Caritas Diocesana di Teggiano) ha saputo esprimere nei confronti del presidente dell’Ordine dei Medici (dr. Giovanni D’Angelo) e di tutto l’Ordine Provinciale dei Medici e Odontoiatri di Salerno per aver ricevuto in dono qual,che centinaio di mascherine tanto utili di questi dolorosi tempi: “Con la presente, voglio ringraziare Lei signor presidente e l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno per la donazione di ottocento mascherine non professionali da far utilizzare ai numerosi volontari e a coloro i quali appartengono alle fasce più deboli della nostra società, al fine di continuare a garantire l’espletamento dei numerosi servizi, prevenendo il contagio da Covid-19. La sua gentilezza e la sua cortesia sono stati a dir poco proverbiali. Rinnovo i miei ringraziamenti e auguro a Lei presidente e a tutto l’Ordine, un buon operato, con la speranza che si possa ritornare presto alla normalità. Teggiano, 14.04.20”.
Ecco come la Chiesa riesce sempre a sopravvivere alla grande e ad uscire da qualsiasi emergenza che cerca di travolgerla in maniera semplice e senza tanti fronzoli; sa centellinare le parole ed a pesarle per il valore che necessita dare alle stesse parole, accoppiando ad esse atteggiamenti di una mitezza immacolata quasi ai limiti del “dimesso”, ecco che colpiscono l’immaginario collettivo della gente e forniscono i cromosomi necessari a stravincere tutte le battaglie.
Ribadisco il concetto:
quello di cui parli, caro Direttone, nell’articolo, è il clero, la Chiesa è tutt’altro…
Luciano Loguercio (per non confondermi con altri pensatori)