CORONAVIRUS: CIÒ CHE CI DISTANZIAVA È CIÒ CHE CI UNISCE, MA…

 

da Principe Mezzosangue 34

 

Internet e le connessioni in generale sono ormai diventate le cose che più ci uniscono al mondo che è  oltre la porta di casa. Fino a qualche mese fa, Play Station, XBox, telefono e Computer erano le cose che più isolavano in particolare i giovani. Ora sono diventate le cose che più ci uniscono, anche per la didattica a distanza. Quest’ultima è una cosa tanto innovativa ma anche ancora poco pratica. Se certi alunni non stanno attenti in classe, figuriamoci a casa con un dispositivo elettronico tra le mani. Anche se un alunno è intenzionato ad essere attivo nella didattica a distanza, non sempre le condizioni permettono. Infatti ci sono persone disagiate che non hanno i mezzi adeguati per svolgere la didattica online. Perfino per persone che hanno un buon telefono e/o un buon Computer, non è detto che ci sia sempre la connessione Internet adeguata. Per poi non parlare del fatto che il web è un “Colosso di Cartapesta”. Questo perchè Internet è un universo di Server colossali, i quali contengono miliardi di TERABYTE di informazioni; però che potrebbe “inciampare” con facilità, anche da un momento all’altro. Basti solo pensare al Blackout nazionale alle 3,27 AM della domenica 28 settembre del 2003 a causa dello spegnimento di una centrale nucleare in Francia, dovuto a un guasto. Ciò non solo ha causato disagi e  problemi ad apparecchi elettronici, ma anche ad ascensori, a semafori e ai trasporti come aeroporti e ferrovie. Se ciò accadesse specialmente in questo periodo, sarebbe un disagio maggiore, addirittura un vero disastro: non poter caricare telefoni, laptop, non poter accendere computer fissi, non poter usare Google Home, Alexa e Homepoad e forse anche per chi ha la casa domotica… Ma ritornando alle piattaforme di didattica online, non sono quasi mai ottimali. Infatti presentano difficoltà, rallentamenti e bug (ossia errori di sistema).

 

Voi credete che si possa continuare in questo modo oppure ci potrebbe essere il rischio di dover rinunciare a quello che facciamo normalmente con il Web?

 

Internet, l’altro punto debole dell’uomo moderno dopo la sanità

 

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