Giuseppe Verga
(guida turistica – promotore del territorio)
VALLO di DIANO (SA) – Se non c’è stato modo di creare una cabina di regia per il coordinamento dell’emergenza è auspicabile che venga creata per pianificare sin da subito le azioni da mettere in campo per fronteggiare l’inevitabile periodo di crisi economica che ci apprestiamo ad affrontare.
Volendomi limitare al comparto turistico, il Vallo di Diano ha lasciato un 2019 con dei numeri che tendono ad un netto ribasso e a confermarlo sono le compressioni dei bilanci di molte attività. Da considerare anche che questo stop è coinciso proprio nel periodo dell’anno in cui le scuole scelgono il Vallo per i loro viaggi d’istruzione, stimabili in circa 40-45 mila studenti. I numeri negativi del 2019 purtroppo troveranno conferma anche dai dati che pubblicherà il Servizio Statistica dei Beni Culturali, dati scontati per chi frequenta abitudinariamente la Certosa di San Lorenzo e ne vede i flussi.
Quando le condizioni lo permetteranno quindi tutte le attività si troveranno ad affrontare una riapertura con un mancato guadagno, con debiti pregressi e nuovi debiti non indifferenti, si pensi ai canoni di locazione, alle tasse comunali come quella sui rifiuti (non prodotti), tassa di occupazione di suolo pubblico (mai occupato), IMU, poi si aggiungano quelle regionali e così via. Il buon senso dovrebbe portare gli enti ad annullare ogni forma di tassa per tali attività. La situazione è al quanto paradossale e chi deciderà di non chiudere si troverà nella condizione di dover chiedere prestiti per pagare le tasse.
Il primo messaggio di speranza deve partire proprio dagli Enti pubblici, un passo sta per essere fatto dalla Regione, ma non ci saranno aiuti che basteranno per tornare alla normalità, sarà uno status da conquistare nel tempo da parte di tutti e soprattutto dalle attività che lavorano nel mondo del turismo, mondo che ha come prerogativa lo spostamento delle persone.
Nessuno ha la sfera magica per prevedere il futuro, ma per il momento è inevitabile dimenticarsi i gruppi di turisti a cui si era abituati; quel poco di turismo che c’era nel Vallo di Diano cambierà e bisognerà reinventarsi per soddisfare i bisogni di quello che sarà il nuovo target di visitatori. Risparmio commenti sulla filosofia del turismo locale. Con la stragrande maggioranza degli operatori del settore ho avuto modo di confrontarmi più volte e si è iniziato già da tempo un percorso di promozione turistica privata e di condivisione di idee e obiettivi, tutti sono pronti a fare sacrifici per uscire da questo incubo.
Credo però che in questo momento difficile una delle mancanze di chi governa la vita pubblica sia l’ascolto. Prima di prendere decisioni non sarebbe male dare ascolto alle proposte che vengono dai singoli cittadini, non necessariamente iscritti a organizzazioni politiche o sindacali, ma su questo non ci spero perchè non c’è proprio la cultura per farlo.
E’ probabile che questo mio pensiero, che vuole essere anche una proposta, non venga letto o resti inascoltato, ma magari può servire quanto meno a sensibilizzare chi ha il potere di fare qualcosa.
In via del tutto eccezionale e straordinaria, un’attenzione specifica e un ulteriore atto di vicinanza ai cittadini e alle imprese del Cilento e del Vallo di Diano, con comuni dichiarati zona rossa che inevitabilmente risentiranno maggiormente della crisi, può partire dalla Regione Campania, e il mio appello è diretto al nostro Assessore allo Sviluppo e alla Promozione del Turismo, avv. Corrado Matera.
L’Assessore Matera negli anni ha messo in campo iniziative che hanno incentivato l’arrivo di visitatori in Campania, tra le varie voglio ricordare quella che permette alle scuole di scegliere i nostri territori come mete dei loro viaggi d’istruzione a fronte di un contributo economico. Con la delibera di Giunta n. 529/2019, si è approvato l’Undicesimo Atto Integrativo al Protocollo d’Intesa tra la Regione Campania e il MIUR – Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, sottoscritto l’11 novembre 2019, concernente le agevolazioni alle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado per l’anno scolastico 2019/2020. Sto parlando di 500 mila euro che non verranno più utilizzati dalle scuole ma che a mio avviso potrebbero essere destinati, o meglio reinvestiti diversamente. Quando si parla di Enti molte volte siamo abituati a pensare agli sprechi, ma in questo caso specifico lo definirei un vero e proprio investimento, perché a fronte di un contributo si ha un ritorno economico sul territorio moltiplicato circa per tre a brevissimo termine. La mia proposta è quella di investire questi fondi per il nostro territorio, magari integrati anche da altri della stessa Regione o per esempio da quelli del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, o delle Comunità Montane, in un sistema che permetta di acquistare pacchetti turistici presso i canali delle agenzie di viaggio ad un costo ridimensionato, dove quota parte del costo viene compensata proprio dal contributo regionale.
Il contributo potrebbe essere riscattato dall’agenzia viaggi all’atto dell’acquisto del pacchetto e la limitazione territoriale potrebbe essere anche uno stimolo per incrementare l’incoming. Sono tante le formule che si potrebbero utilizzare per gestire al meglio questo contributo per far sì che nuovi visitatori scelgano il Vallo di Diano e il Cilento per le loro vacanze. Tra le tante azioni che saranno indispensabili per il rilancio, questa vedrebbe un primo piccolo beneficio diffuso sul territorio, penso agli alberghi che offrono già servizi di ospitalità di un livello molto alto, agli affittacamere, ai ristoranti, alle pizzerie, agli agriturismi che offrono i loro prodotti di altissima qualità, alle guide turistiche e ai musei, ai negozi di paese.
Se oggi l’Italia è il 5° Paese più visitato al mondo e il Turismo occupa il 13% del Pil nazionale con circa 232 miliardi di euro, forse è anche arrivato il momento di essere più competitivi e fare un salto in avanti inserendolo tra le competenze del Ministero dello Sviluppo Economico. Credo inoltre che un altro termine che da qui a non molto sentiremo di nuovo pronunciare è “spending review” e spero vivamente che le risorse pubbliche da qui in avanti vengano utilizzate dagli enti con oculatezza e parsimonia, puntando molto sulla promozione turistica e smettendola una volta per tutte di finanziare sagre, feste e eventi inutili che nel tempo non hanno portato alcun beneficio al territorio se non quello di pochi.