Dr. PIETRO CUSATI
POTENZA 11 APRILE 2020 – Emilio Colombo, statista Lucano e Padre Costituente, figura di spicco della politica italiana ed europea, scomparso nel 2013, di fronte ai problemi di oggi, crisi economica, malessere sociale, il Presidente Emilio Colombo avrebbe detto: ‘Ce la facciamo? Ma ce la dobbiamo fare !!” “Figura di rilievo europeo, nasceva cento anni fa a Potenza. Esponente di una classe dirigente che aveva trovato nella partecipazione all’Azione Cattolica la espressione della sua ‘alterità’ rispetto al fascismo, negli anni della formazione giovanile, Colombo fu espressione di un riformismo di impronta sociale che, a partire dalla riforma agraria, alla legge su Matera, individuò nel Mezzogiorno la chiave di volta per la effettiva realizzazione dei principi e dei diritti sanciti dalla Costituzione”. Così rende omaggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, allo statista Lucano che fu anche Sindaco di Potenza. Colombo a soli 26 anni fu eletto all’Assemblea Costituente. Ministro in importanti dicasteri, dal Tesoro agli Affari Esteri, Presidente del Consiglio, lo statista Lucano portò la sua competenza a servizio degli interessi del Paese e della costruzione della comune causa europea. Presidente del Parlamento Europeo, fu fra i promotori della elezione diretta dei membri dell’assemblea di Strasburgo, conseguita nel 1979. Un ruolo, il suo, che gli valse la attribuzione dei prestigiosi Premio Carlo Magno nel 1979 e Jean Monnet nel 2011. Nel 2003 fu nominato dal Presidente della Repubblica, Ciampi, senatore a vita: «per aver illustrato la patria con altissimi meriti nel campo sociale». Fu un consenso unanime a una persona che dedicò tutta la sua vita al servizio del Paese»,Ciampi premiò l’ immagine nitida d’uno statista italiano ,’’padre costituente’’, molto legato all’ Europa, con vasta esperienza parlamentare e governativa, Colombo è stato 29 volte ministro e due volte premier ma soprattutto europea. La scelta del Presidente Ciampi provocò massicce ondate di consenso sul nome di Colombo, con apprezzamenti anche affettivi, non solo politici, autore di due progetti costituenti per l’ Europa. Giulio Andreotti ricordò la comune appartenenza alla medesima generazione: fummo pulcini della stessa covata. La Costituzione Italiana è uno dei beni conquistati a suo tempo, la piattaforma che ha consentito all’ Italia di diventare quel che è.
Quando Emilio Colombo fu chiamato per la prima volta a fare il Ministro del Tesoro, era presente un’inflazione a due cifre, la più alta inflazione dopo quella del dopoguerra che era stata bloccata da Einaudi e De Gasperi. L’Italia era in una situazione economica molto grave. La ricetta di Emilio Colombo fu quella di abbattere quel tasso di inflazione così alto senza abbattere la crescita del reddito. “Il malessere sociale si combatte con il riformismo. Se c’è un messaggio che vorrei affidare a chi è più giovane di me – disse Colombo – è di credere nella democrazia senza imboccare scorciatoie, di difenderla dalle tossine del populismo che diviene una inclinazione diffusa e una illusione se persuade che la democrazia non implichi fatica, sacrifici e coerenza”. Se i Senatori si presentano senza giacca e cravatta io non li faccio entrare in Aula. Ha difeso i partiti : “luogo in cui si formano le classi dirigenti, i partiti quelli veri, sono necessari.” A cento anni dalla nascita del personaggio Emilio Colombo ci si interroga, tantissime le luci e qualche ombra? E’ un mito? Un uomo politico, un essere umano senza nulla di ciò che è umano?
Un politico fra il bene e il male? Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza.