Aldo Bianchini
SALERNO / VALLO di DIANO – Davvero sembra incredibile; se la notizia sarà confermata ci troveremo di fronte a qualcosa di veramente fuori dalla “grazia di Dio”; è proprio il caso di dire così perché il fulcro della notizia è che “un sacerdote si sarebbe recato da Teggiano a San Rufo per dire messa a cinque sei persone in una chiesa”; la notizia è venuta fuori e circola nei filoni bene informati perché sul posto , cioè in chiesa, sarebbero arrivati i carabinieri (non si sa bene allertati da chi !!) che avrebbero invitato il sacerdote e i fedeli ad allontanarsi.
Non è un episodio banale; è gravissimo che proprio mentre il Centro Covid-19 di Polla apre i suoi battenti c’è ancora qualcuno che si diverte, in dispregio di tutti i DPCM e decreti regionali, a spostarsi da Teggiano verso San Rufo per dire messa, come se niente fosse successo in quest’ultimo mese nel Vallo di Diano con numerose persone decedute a causa (almeno così sostengono le autorità competenti) anche dei raduni di preghiera tenutesi tra Atena Lucana e Sala Consilina.
E pensare che proprio oggi il Covid di Polla, dovuto alla felice intuizione del direttore sanitario Luigi Mandia ed ottimamente organizzato dal responsabile Domenico Rubino, apre i suoi battenti ufficialmente, anche se sul piano pratico è già funzionante da diversi giorni.
La domanda è: “Ma qualcuno spiega ai preti che tutti, anche loro, prima che alle disposizioni ecclesiastiche devono obbedire alle leggi dello Stato italiano ?”; sembra di no perché dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che è stato scritto, dopo diverse ordinanze e decreti, siamo costretti ad assistere al fatto che un signore in toga nera si sposta da un paese all’altro, probabilmente senza alcun permesso specifico, per andare a dire messa violando presumibilmente anche gli ordini della stessa Chiesa.
Cosa ha insegnato il Papa ? Niente, a niente è valso il suo sacrificio storico di celebrare messa da solo prima sul sagrato e poi all’interno di San Pietro tracciando un netto confine tra il prima e il dopo nella storia dell’umanità.
Cosa hanno insegnato le candele accese a L’Aquila nella notte dei ricordo del terremoto ? Niente, a niente è valso quello scenario lugubre che ha delineato anche sul piano mediatico la grave crisi che stiamo vivendo.
Cosa hanno insegnato gli appelli della autorità alla prudenza di “rimanere in casa”. Niente, se cadono inesorabilmente nel vuoto e se un prete va da Teggiano a San Rufo, quasi come quegli sciagurati che hanno noleggiato un’ambulanza per andare alla chetichella nell’epicentro dell’infezione.
In tutto questo disastro c’è comunque una notizia positiva che proviene dallo stesso Centro Covid-19 organizzato presso l’ospedale di Polla: sembra che l’emergenza sanitaria stia dando i primi segnali di rallentamento; speriamo sia vero. Nel frattempo proprio lì nel Vallo di Diano, è necessario un ulteriore sforzo di tutta la popolazione nel resistere chiusa in casa come è già stato fatto (tranne rarissime eccezioni) nelle settimane passate.
Se ne riparlerà dopo la Santa Pasqua, sperando che qualche altro prete, andando anche contro il Papa si rimetterà in giro per il Vallo di Diano che in gran parte, è bene ricordare, è zona rossa.
Non so chi sia questo sacerdote. So solo che se ne impippa delle direttive ecclesiastiche e quelle emanate sia dal Governo italiano che dal Governatore della Campania. Questo sta a di mostrare che vige l’anarchia anche a livello ecclesiastico e questo non sta bene. Un sacerdote deve dare l’esempio di correttezza ai fedeli, cosa che, in questo frangente, non ha mostrato di dare. A questo punto, mi chiedo: “Come fa un fedele a fidarsi di un sacerdote di siffatta risma?” Sina beninteso che non faccio di un’erba un sol fascio, me ne guarderei bene, anche perchè so, con certezza, che ci sono sacerdoti degni di rispetto e della massima considerazione. Io sono cattolico, apostolico romano. poco praticante, però quando mi reco in Chiesa, mi affido a Dio e cerco di mantenere sempre fede ai miei ideali cristiani, dettati dal sacerdote che celebra. Caro sacerdote, per quanto riguarda l’infrazione da lei commessa, è GRAVISSIMA. Lei si è reso responsabile di un reato che, per quanto mi riguarda, andrebbe perseguito con “ARRESTO DOMICILIARE” fino alla cessazione dell’emergenza, e non con la sanzione amministrativa. Lei è un pericolo per se e per gli altri, perchè non si immedesima, minimamente, nei sacrifici che facciamo restando in casa e, se noi rispettiamo le direttive emanate, non so perchè lei non deve rispettarle. A quelle cinque o sei persone che le avranno chiesto di celebrare messa, poteva anche rispondere “NON POSSO. DEVO RISPETTARE LA LEGGE ED I MIEI CONCITTADINI CHE STANNO RINCHIUSI IN CASA”. Ne avrebbe guadagnato di più. Ora ne paghi le con seguenze. So che questo mio commento potrebbe urtare la suscettibilità di qualcuno, ma non mi importa. Ho espresso solo un mio pensiero sull’accaduto, con franchezza.-
Ahimè ! I tempi sono cambiati. Una volta si diventava sacerdoti per vocazione … una volta … oggi invece è diventato un impiego :”In mancanza di altro mi faccio prete.” Non è colpa loro. Una Chiesa che ha due Papi la dice tutta.