Dr. PIETRO CUSATI
Napoli – “Entrato il covid-19 nel carcere, aiutateci” e “siamo qui per pagare ma non con la vita”: sono le scritte su due lenzuola bianche che i detenuti del carcere napoletano di Secondigliano hanno esposto all’esterno delle celle .Il rischio epidemico nelle carceri è concreto. Lo aveva annunciato il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca , la settimana scorsa. Il primo detenuto contagiato in Campania è l’ospite di un reparto di alta sicurezza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La persona detenuta è stato sottoposto a tampone ed è risultata positivo. Viste le sue condizioni di salute è stato trasportato al Cotugno, mentre all’interno del carcere sono state attivare le misure previste per contenere il contagio. Lo ha reso noto il Garante Regionale delle persone prive di libertà Samuele Ciambriello. Il reparto è stato isolato, e sono iniziati i test rapidi per i detenuti e per gli agenti che vi operano. «Il mio primo pensiero va all’uomo e ai suoi familiari, ha detto il Garante Ciambriello e a tutti coloro che sono ristretti e al personale del carcere. Verificheremo che siano adottate tutte le misure necessarie a tutela della salute e daremo tutta la nostra collaborazione istituzionale».Intanto nell’arco di quindici giorni parte un progetto di produzione industriale di mascherine nelle carceri di Salerno,Roma e Milano. 400mila mascherine protettive al giorno che potranno progressivamente aumentare, 320 detenuti al lavoro, 8 macchinari tecnologicamente avanzati, 3 stabilimenti produttivi situati all’interno di altrettante sedi penitenziarie.
È il progetto per la produzione industriale di mascherine protettive realizzato in partnership fra Commissario straordinario di governo per l’emergenza Covid-19 e Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La produzione servirà a soddisfare prioritariamente il fabbisogno di dispositivi protettivi in dotazione al personale che opera negli istituti penitenziari su tutto il territorio nazionale, ai detenuti in base alle indicazioni delle autorità sanitarie e consentirà di mettere a disposizione della Protezione Civile l’abbondante parte residua per essere distribuita alle altre amministrazioni impegnate a fronteggiare l’emergenza sanitaria, prime fra tutte le strutture ospedaliere.