OSPEDALI FONTE DI INFEZIONI

Dott. Nunzio Antonio Babino

(già direttore sanitario Ospedale di Polla)

 

TEGGIANO – Si sta facendo un tragico errore! Si è già fatto negli Ospedali del Nord, si sta facendo negli Ospedali del Sud, anche in Campania! Gli Ospedali stanno diventando fonte di infezioni involontarie, coinvolgendo gli Operatori e bisogna intervenire prima che sia troppo tardi.

Da sempre gli Ospedali hanno dovuto mettere in campo importanti precauzioni, per evitare la diffusione delle infezioni in ambiente ospedaliero. L’Italia è stata una Nazione che ha sempre dato la massima attenzione all’Igiene ospedaliera.

Dalla legge Petragnani del 1939, prima Riforma ospedaliera in Italia, a proseguire con tutte le altre Riforme e le numerose norme che si sono susseguite in tema di Organizzazione degli Ospedali, i malati infettivi e contagiosi sono stati curati in luogo isolato da altri Reparti, con tutte le cautele e le precauzioni, che il coronavirus sembra aver fatto dimenticare.

Ogni giorno emerge evidente sempre di più l’estrema insidiosità e la particolarmente rapida diffusione del coronavirus, anche tra gli Operatori sanitari, tanto da esserne vittime, medici, infermieri, tecnici, amministrativi, ecc., come mai si era registrato prima negli Ospedali italiani.

Occorre subito mettere in campo, ovviamente quando vi sono i presupposti, oltre l’isolamento delle persone, anche un isolamento, e se possibile una separazione, delle strutture che devono accogliere i malati di Covid-19.

Occorre utilizzare subito, quando vi sono i presupposti, edifici ospedalieri separati, soprattutto quelli che in passato sono stati dismessi a causa dei tanti e reiterati “tagli” voluti dalla politica negli anni passati, con la mancata assunzione del personale e con la continua diminuzione, anno per anno, delle risorse tecnologiche e finanziarie.

Il personale specificamente addetto alla cura dei pazienti affetti da coronavirus, malattia ad alta contagiosità, non deve avere contatto con il personale addetto alla cura di altre patologie, mediche e chirurgiche, presenti in Ospedale, che tuttora esistono e sembrano essere state dimenticate.

E’ noto come i ricoveri programmati ormai non vengono più assicurati, tanti interventi chirurgici vengono rinviati, i Reparti di Anestesia e Rianimazione in tutti gli Ospedali siano ormai occupati da pazienti Covid-19. Giusto così, ma potrà essere sempre così?

La situazione della nota vicinanza dei vari Reparti, tra loro più o meno contigui, con scale di accesso, ascensori e corridoi inevitabilmente comuni, comporta inevitabilmente che le infezioni si diffondono anche tra gli Operatori sanitari, nonostante tutte le precauzioni possibili ed immaginabili.

La prova di questa tragica situazione è data dal fatto che sono sempre troppi i medici che muoiono per coronavirus, gli infermieri e i tanti altri operatori sanitari che, ogni giorno, si ritrovano ad essere ammalati.

Cosa fare?

Intanto bisogna dotare tutti gli Operatori sanitari, ma proprio tutti e per ogni turno di lavoro, dei necassari Dispositivi di protezione individuale (DPI), come mascherine, tute protettive, ecc. Sappiamo, purtroppo, che questi importanti Presidi continuano a scarseggiare.

Bisogna effettuare, più di quanto già si fa, proprio sugli Operatori sanitari, ospedalieri e non, il test dei tamponi, sistematicamente almeno ogni 5 giorni, specificamente finalizzati alla protezione degli operatori, individuando tempestivamente i positivi al virus, per esonerarli dal servizio ed attuare subito il prescritto isolamento.

dr. Nunzio Antonio Babino - già direttore sanitario ospedale di Polla

Sappiamo che Il coronavirus non potrà essere sconfitto prima del mese di luglio e non è detto che dopo l’estate e l’autunno, non si ripresenti nel prossimo inferno e/o nei successivi.

Pensiamo allora a come si potrà meglio utilizzare le strutture sanitarie presenti sul territorio, per meglio organizzare anche nell’immediato futuro l’assistenza ai malati infettivi e contagiosi, nonché ai tanti altri ammalati anziani in generale, che non mancheranno mai, purtroppo.

Nel Vallo di Diano sembra obbligato pensare alla struttura già esistente a Sant’Arsenio, ove, accanto all’ Hospice, potrebbe ben operare nell’immediato anche un Reparto Covid-19, opportunamente attrezzato nei prossimi giorni, con personale dedicato e specificamente addestrato.

Successivamente, con gradualità, si potrebbe attrezzare anche un Reparto di Fisiopatologia respiratoria e di Geriatria, come era fino a qualche decennio passato, quando la politica ha voluto tagliare i posti letto ed anche i Reparti.

Non sarebbe assolutamente difficile, visto che, adesso per “merito” del coronavirus, non ci sono più problemi di assunzione del personale e tutti i politici vogliono potenziare il Sistema Sanitario italiano.

Si voleva fare a Sant’Arsenio l’Ospedale di comunità. Se ne è parlato tanto, ma si è perso tempo, soprattutto negli ultimi anni La politica ha sempre rinviato. E’ giunto il momento di non rinviare più !

Oggi, al contrario di quanto si è fatto finora, è il momento di agire per utilizzare la struttura, ne abbiano necessità, noi tutti Cittadini del Vallo di Diano ed anche delle zone limitrofe.

I nostri Sindaci, recuperando con assoluta urgenza la massima unità, a prescindere dalle cosiddette “bandiere” di appartenenza, devono concretamente portare avanti questo obiettivo e finalmente realizzarlo!

Una struttura specializzata potrebbe essere molto utile anche a tutto il territorio posto a Sud di Salerno!

 

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