dr. PIETRO CUSATI
Roma – ‘’Siamo dinanzi ad una sfida di portata globale. I problemi che stiamo affrontando in Italia sono gli stessi dei principali Paesi del mondo. Per questo servono misure armoniche e condivise e il massimo sforzo di convergenza sulla ricerca. Trovare farmaci efficaci e un vaccino è la via per uscire da questa emergenza definitivamente. Solo tutti insieme ce la faremo». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. Un addio al giuramento di Ippocrate? Uno dei simboli più antichi della professione medica. Leggi decise da pochi: i laureati in Medicina in possesso del giudizio di idoneità del tirocinio pratico valutativo sono da ritenersi abilitati all’esercizio della professione di medico-chirurgo. Contro l’emergenza coronavirus diecimila laureati potranno essere subito impiegati nei servizi territoriali, nelle sostituzioni della Medicina generale, nelle case di riposo. La norma è inserita nel decreto- legge n.18, del 17 marzo 2020, cosiddetto cura-italia, che ha abolito definitivamente l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione medica. La nuova regola è valida anche dopo la fine dell’emergenza CORONAVIRUS. La norma, si legge nella relazione illustrativa, «costituisce una misura necessaria e urgente dettata dalle particolari condizioni di sofferenza del Servizio Sanitario Nazionale e, dunque, dalla necessità di poter disporre quanto prima di medici abilitati, nonché dalle oggettive condizioni di difficoltà con le quali verrebbe svolta la prova di esame di abilitazione, da tenersi in data unica su tutto il territorio nazionale. Intanto sono circa 140 mila gli iscritti tra i professionisti della sanità, al corso di Formazione a Distanza (FAD) “Emergenza sanitaria da nuovo coronavirus SARS CoV-2: preparazione e contrasto”, organizzato dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
Una FAD accessibile fino al 28 aprile 2020 per un totale di 16 ore di formazione divise in tre unità di apprendimento, rispettivamente sulle caratteristiche dell’emergenza sanitaria e sulle relative attività nazionali e internazionali; sulla sorveglianza, l’individuazione e la gestione dei sospetti e dei casi, sulla prevenzione, l’identificazione e il controllo negli ambienti clinici e di comunità, attraverso la quale l’ISS, grazie al lavoro di oltre 50 esperti della materia, offre agli operatori sanitari indicazioni chiare, basate sulle evidenze scientifiche disponibili, per affrontare l’emergenza dovuta al nuovo coronavirus .