Avv. Giovanni Falci
SALERNO – In questi giorni si fa molta ironia su De Luca che, in maniera efficace, cerca di fare comprendere concetti semplici. Non si deve uscire di casa. Semplicissimo.
Il Governatore chiama in tutti i modi possibili i trasgressori di questo divieto e fa bene!
Vorrei dire, allora, a questa massa di incoscienti e, perché no, deficienti (spero che De Luca non abbia il copyright del termine, ma sono certo che me ne consentirebbe l’utilizzo) che non possono dire “LA COSA NON MI RIGUARDA”.
La cosa vi riguarda eccome!
La verità è che oggi il virus non è che ha lanciato un’offensiva contro i migliori e più coraggiosi dei nostri concittadini (medici e infermieri in primis), ma ha promosso una vera e propria guerra totale contro la totalità degli italiani totalmente inermi contro il suo diffondersi micidiale.
Non dite “la cosa non mi riguarda, io vivo in campagna e la fine della pandemia mi restituirà la pace di cui godevo all’inizio dell’esplosione del contagio”.
La cosa invece vi riguarda. State a sentire, piuttosto.
La vicenda di quei due criminali, la coppia di medici di Moliterno (spero che leggano questo articolo e mi querelino per fare decidere a un giudice se questo termine “criminale” è o meno appropriato), hanno contaminato un intero paese e hanno fatto chiudere un ospedale, quello di Val d’Agri, e questo, sulla base di una semplice loro personale esigenza: andare a prendere la figlia a Milano.
Scrivevo l’altro giorno che la vita deve essere libera per ognuno e giusta per tutti; in questo caso la libera scelta e la libertà di andare in macchina a Milano, non è stata giusta nei confronti di quanti si ammaleranno a seguito di contagio da parte di costoro.
Qualche giorno prima, in un altro paesino, in campagna, un prete ha deciso un raduno religioso di preghiera.
Quel raduno si è trasformato in un vero e proprio sterminio nazista.
Per ogni anima “salvata dalla preghiera”, si sono sviluppati dieci contagiati o forse più, da covid 19; proprio con la stessa proporzione con cui da parte delle SS si “vendicavano” i caduti tedeschi ad opera dei partigiani e più in generale degli italiani.
Le persone che dovessero morire o che si dovessero ammalare per questi episodi sono italiani a cui sembrava che “la cosa non riguardasse”.
Ma il virus ha stabilito che evidentemente la cosa li riguardava e da quel giorno dobbiamo comprendere che la cosa riguardava tutti noi.
Non dite: “la cosa non mi riguarda: sono a casa con la famiglia, guardo la televisione tutte le sere e leggo i giornali on line”.
Il virus vi verrà a cercare con il pretesto che un altro uomo, non rispettando i divieti imposti, lo ha messo in circolazione ed è arrivato fino a voi.
Potrà prendere un vostro figlio, come la cosa potrebbe mai riguardarlo? E potrà prendere vostra moglie. In realtà la cosa vi riguarda e ci riguarda tutti quanti.
Perché tutti gli italiani, oggi, sono vincolati, per effetto del comune nemico, da legami tali che il gesto raccomandato (non uscire di casa) di uno solo mobilita lo slancio di tutti gli altri, così come la distrazione o l’indifferenza di uno solo provoca la morte di altri dieci.
Non dite: “io rispetto i divieti, il resto non mi riguarda”.
Perché potreste essere contagiato anche se adempiente alle misure richieste.
Agite, invece, denunciate i trasgressori, chiamate le forze dell’ordine. Non rischierete certo di più, anzi, avrete la coscienza tranquilla di avere agito per il bene di tutti.
Il virus punta tutte le sue carte sull’esitazione di noi italiani difronte a quel dovere nazionale che è la resistenza in questa situazione di grande disagio, ma anche di grandissimo pericolo.
Il virus ha scatenato una guerra totale e quindi domanda una resistenza totale.
Dovete restare in casa perché la cosa vi riguarda.
Esiste un’unica battaglia e se questi deficienti che girano per le città non sono in grado di farla loro, sarà il virus, il nemico, a dimostrare che si tratta comunque della loro battaglia.
Restate a casa perché se vi sta a cuore la sorte di tutto ciò che amate e rispettate, allora ancora una volta non dovete avere dubbi: la battaglia in corso vi riguarda e come.
Basta solo che diciate a voi stessi che noi, tutti insieme, vi contribuiremo con quella grande forza di chi soffre, che è la solidarietà nella sofferenza.
Sarà questa forza ad uccidere il virus.