Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Il prof. dr. Giovanni Rezza (medico, epidemiologo e docente italiano, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità) nel corso della trasmissione televisiva “Mattino 5” del 16 marzo 2020 ha definito “cretini” tutti quelli che eludono o, peggio ancora, infrangono le regole dettate dal Governo, dalle Regioni e dai Comuni, per cercare di opporsi al dilagare del contagio del famigerato Covid-19, ovvero il “coronavirus”.
Un termine, “cretini”, che potrebbe addirittura suonare come un dolcificante per quel centinaio di persone che quasi con tono di sfida contro tutte le regole imposte dal Governo si sono riuniti stretti stretti ed hanno provocato la possibile infiltrazione del virus con un contagio molto esteso; per loro, difatti, è probabilmente risultata decisiva la becera convinzione che “un incontro neocatecumenale” (che ha coinvolto cittadini del Vallo e più specificatamente di Sala Consilina, Polla, Caggiano e di Atena Lucana; e qualcuno sostiene anche di Sassano e Monte San Giacomo) svoltosi a più riprese tra Sala Consilina, Atena Lucana e Bellizzi debba essere considerato un fatto inalienabile in grado di superare tutte le leggi con il rischio di mettere in seria discussione la salute di decine di migliaia di cittadini e di mandare in tilt l’economia di un intero territorio.
Sembra addirittura che quei cretini (mutuo l’affermazione dello scienziato Rezza) abbiano bevuto il cosiddetto “nettare degli Dei” dallo stesso calice (cosa forse obbligatoria per i catecumenali) in un’atmosfera di “misticismo quasi diabolico”, spacciato per cerimonia religiosa che di sacro non ha assolutamente nulla.
Per chi ancora non lo sapesse è il caso di ricordare che nel Vallo di Diano, e più specificamente a Sala Consilina e dintorni, questo tipo di adunanze pseudo religiose – esorcismi e riti tribali è un fatto che viene da lontano e che resiste nell’immaginario collettivo nonostante le varie incursioni esplorative prodotte da questo giornale (unica testata giornalistica ad averlo fatto) nell’ambito della serie di servizi giornalistici contenuti nell’inchiesta denominata “La chiesa che vorrei”. Un’inchiesta che negli anni passati e, soprattutto, nell’estate del 2019 ha suscitato molto scalpore in quel territorio con numerose reazioni ecclesiali, anche molto dure, ma che alla fine (alla luce dei fatti di oggi) non ha prodotto gli effetti desiderati in quanto la storia continua e, forse, viene addirittura implementata dall’arrivo di nuovi e sprovveduti fidelizzati.
Fortunatamente ora sulla scena è arrivato il governatore Vincenzo De Luca che non si è limitato a porre sotto quarantena ben quattro paesi del Vallo (Polla, Caggiano, Atena Lucana e Sala Consilina) ed è andato oltre, con la sua solita (ed in questo caso molto giusta) veemenza, minacciando tutti i partecipanti a quello squallido rito di “denuncia in sede penale per violazione delle ordinanze governative e per eventuale risarcimento danni”; ma ecco il post integrale di De Luca:
- La decisione di mettere in quarantena i 4 Comuni a sud della provincia di Salerno è la conseguenza di due iniziative messe in campo da un “predicatore” ed altri suoi collaboratori, in violazione a ordinanze già in essere. Si rimane davvero indignati di fronte a questa irresponsabilità che ha prodotto decine di contagi, la quarantena per 4 Comuni e decine di contatti che andranno verificati nelle prossime ore. Ho dato mandato all’Asl di procedere alla denuncia penale di quanti hanno promosso o partecipato a questa iniziativa per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all’ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio. Nelle prossime ore, saremo se possibile, ancora più rigorosi di fronte a comportamenti irresponsabili, applicando le sanzioni previste, a cominciare da quanti hanno partecipato a queste iniziative. E in tutto questo prosegue senza soste il nostro lavoro per essere pronti ad affrontare l’emergenza dei prossimi giorni.
Ma questi “cretini” (così definiti dallo scienziato Rezza) si sono resi conto di aver causato con il loro comportamento ai limiti del fanatismo un danno incalcolabile per la salute di migliaia e migliaia di persone ed una caduta economica irreversibile per un intero territorio ?; non so se sarà possibile costringerli al ristoro del danno data la complessa grandezza del danno stesso; almeno qualcuno, però, li metta tutti insieme, casomai nudi in una piazza, per esporli al pubblico ludibrio.
Mi chiedo: “Ma la diocesi di Teggiano-Policastro un vescovo ce l’ha o no ?”; mi dicono che si, e che ha anche un nome e un cognome: “Mons. Padre Antonio Maria De Luca”.
E cosa ha fatto e fa il Vescovo per contrastare o almeno disciplinare questi fenomeni mistici che viaggiano indisturbati in lungo e in largo sul territorio della Diocesi ? Assolutamente niente, ed anche in questa gravissima occasione ha ritenuto di dover rispondere lapidariamente soltanto con sei parole: “Non hanno bevuto dallo stesso calice”; parole pronunciate nel contesto di un’intervista rilasciata al giornalista Rocco Colombo (Ondanews.it, la testata giornalistica più seguita del Vallo e del Cilento) nel corso della quale ha sostanzialmente beneficiato della correttezza del presidente dei giornalisti valdianesi; un’intervista che si apre a molte considerazioni che non mancherò di commentare nell’articolo di domani; e vi garantisco che vi divertirete.
In apertura ho parlato anche dei comuni di Sassano e di Monte San Giacomo, perché questi due paesi sono a grosso rischio atteso il fatto che il sacerdote officiante sarebbe di Monte San Giacomo e che ai raduni sarebbero andati cittadini dei due rispettivi paesi; così come è a rischio la stessa Salerno se verrà confermata l’ipotesi che a quei raduni (a Sala C., Atena e Bellizzi) c’erano anche fidelizzati di alcuni gruppi dei Salesiani; ed a Bellizzi sappiamo che è stato registrato anche un morto, ed è a rischio anche Roma per le frequentazioni capitoline di detto saerdote.
E poi l’ultima chicca riguarda uno dei principali organizzatori dell’evento para-religioso.
Ma tutto questo a domani.