da Dr. Alberto Di Muria
Padula- La principale indicazione dei farmaci oppioidi è il trattamento e controllo del dolore. Nel 1986 sono state pubblicate dall’OMS le linee guida, con l’obiettivo di fornire a ciascun Paese membro uno strumento efficace e facilmente applicabile da tutti gli operatori, anche non specialisti, per il controllo del dolore da cancro. L’OMS ha messo in rilievo come la scelta terapeutica per controllare il dolore con farmaci analgesici debba essere guidata dall’intensità del dolore: lo strumento proposto per misurare tale valore è una “scala” a tre gradini, che prevede l’utilizzo di farmaci non-oppiodi per il dolore lieve, farmaci oppioidi meno potenti per il dolore moderato e farmaci oppioidi potenti per il dolore grave.
Come per tutti i farmaci, anche per gli oppioidi vi è un rovescio della medaglia rappresentato dagli effetti collaterali: i recettori infatti possono provocare, in determinate condizioni, effetti non desiderati oltre all’analgesia. In particolare, i recettori m, per la loro distribuzione prevalente nel sistema nervoso centrale, possono dare depressione respiratoria, euforia, dipendenza, prurito, nausea, riduzione della motilità intestinale, ritenzione urinaria, bradicardia. La loro scomparsa dipende dal tipo di effetto, dal soggetto in cui si manifesta, dal tipo di farmaco oppioide somministrato ed è legata all’instaurarsi del fenomeno della tolleranza. Tutto questo, unitamente al fatto che gli oppioidi non solo alleviano il dolore, ma inducono anche euforia, può aumentare il rischio di dipendenza, con usi prolungati, fuori indicazione. Ad alti dosaggi gli oppioidi causano problemi respiratori e possono portare a morte e il rischio aumenta se nel mix finiscono anche alcolici e sedativi.
I medici hanno a disposizione un’ampia gamma di farmaci per la terapia del dolore, ognuno classificabile in base alla sua potenza analgesica, che di norma è comparata con quella della morfina, il farmaco capostipite.
Le più recenti indicazioni dell’OMS (Ginevra 1996) prescrivono per il dolore moderato codeina e tramadolo, da soli o in associazione con il paracetamolo, mentre per il dolore moderato-grave viene suggerita la somministrazione di morfina, metadone, ossicodone, idromorfone, fentanyl e brupenorfina.
Come si vede, si tratta di indicazioni sempre molto serie e non è assolutamente previsto il loro utilizzo per il trattamento di dolori come quelli associati all’osteoartrite o i dolori alla schiena. Per questo, la Società italiana di farmacologia (Sif) e la Società italiana di tossicologia (Sitox) hanno da poco firmato un position paper sull’appropriatezza terapeutica e il timore di dipendenze da oppioidi per il trattamento del dolore cronico.