Aldo Bianchini
SALERNO – Sul notiziario “NT+Fisco – Norme e Tributi Plus” (allegato al Sole 24 Ore) ha fatto specie, qualche giorno fa, il titolo: “Coronavirus, la trappola delle ritenute per i sostituti in zona rossa”.
Nell’articolo, molto ben fatto e sottoscritto da due esperti di economia e tributi come Marco Mobili e Giovanni Parente, viene descritto l’intreccio (perverso !!) del decreto del ministero dell’Economia datato 24 febbraio per sospendere gli adempimenti fiscali nella zona rossa con il Dl 9/2020 (pubblicato il 2 marzo in «Gazzetta ufficiale») per sostenere le attività produttive.
Un decreto, scrivono i due giornalisti, che espone le imprese a possibilità di errori molto elevata. Difatti tra proroghe e rinvii dei versamenti tributari va in tilt il sistema delle ritenute. Nella corsa contro il tempo per sostenere imprese e cittadini colpiti dall’emergenza sanitaria del coronavirus l’intreccio del decreto del ministero dell’Economia, per dieci comuni della Lombardia, promana tutta la enorme propensione di noi italiani di rendere difficili le cose facili attraverso l’inutile.
Sembra un paradosso, purtroppo non è così; questo è il nostro target che a livello planetario è condannato decisamente e che, sotto sotto, è anche invidiato.
L’intreccio perverso delle norme contenute nel cosiddetto “Decreto Coronavirus” non fa altro che ricalcare una peculiarità tutta italiana di mischiare le carte al fine di prendere asso per figura, fino al punto che soltanto per leggere un decreto ci vuole uno specialista, poi ci vuole un tecnico per ogni norma contenuta nel decreto e da applicare sul piano pratico; insomma per un decreto come quello per le zone rosse del coronavirus ci vorrebbero all’incirca un centinaio di specialisti e tecnici per garantire all’utente finale, cioè l’impresa, di non sbagliare e di non incorrere nella severità delle sanzioni comunque previste: 37 articoli principali, 10 e più tabelle inestricabili, un’altra sessantina di articoli, richiami, riferimenti che già stridono con il corpo principale del decreto. Insomma una cosa facile resa difficile attraverso l’inutile.
Povera Patria !!, recita il titolo di una nota trasmissione televisiva (Rai/2), ed è davvero così; nei secoli abbiamo avuto la capacità di distruggere quanto di buono ci era stato regalato dall’antica Roma sotto forma di codici, regole e tradizioni, oltre che di immensa cultura giuridica. Ed eccoci nel pantano totale, nel guazzabuglio di leggi, regolamenti attuativi, codici e codicilli che rendono difficilissima qualsiasi legittima interpretazione e, peggio ancora, qualsiasi tentativo di applicazione senza incorrere nel rischio di grave errore che spesso maschera anche l’imbroglio e la truffa.
A noi italiani piacciono i paradossi, non c’è niente da fare; e molto facilmente ci appassioniamo alle citazione storiche ed epocali e i grandi soloni dell’informazione (ma anche gli specialisti del settore) riferendosi al decreto sopra descritto hanno già trasformato la sua intitolazione da semplice “Decreto Coronavirus” al più intricante e suggestivo “Decreto Draconiano”; la definizione fa subito presa soprattutto per il grande pubblico televisivo, e non c’è neanche bisogno di spiegare, ai meno addetti ai lavori, chi era Dracone, giurista e politico ateniese, vissuto tra il 650 e il 600 a.C.
Basterebbe dire che Dracone è stato l’autore ideale e materiale del “primo codice penale della storia” contenente pochissime ma chiarissime norme che, però, avevano il difetto di funzionare benissimo ed era facilissimo metterle in pratica. Insomma Dracone aveva fatto una cosa facile facile senza renderla difficile attraverso l’inutile.
Ma anche allora, prima di Cristo, così non andava bene e Dracone venne eliminato nella maniera più semplice, ovvero durante una festa in suo onore rimase sommerso e soffocato dall’euforia della folla. Per buona pace anche di Cristo che ancora non era nato.
La morale della favola ci dice che per vivere felici e contenti, soprattutto nel “Bel Paese”, bisogna rendere difficili le cose facili attraverso l’inutile.
”RENDERE DIFFICILE ,LE COSE FACILI”
Carissimo Direttore Aldo Bianchini,
le numerose misure emergenziali adottate per il Coronavirus a livello periferico, non sono state uniformi a quelle del Governo e non hanno brillato per la chiarezza! Finalmente dal 1 marzo 2020,qualcosa,in materia è cambiata in meglio in quanto i provvedimenti competono in prevalenza al Presidente del Consiglio dei Ministri.Mi limito a ricordare solo alcuni dei troppi provvedimenti , attualmente vigenti, approvati in seguito all’emergenza sanitaria internazionale Coronavirus :
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 marzo 2020 recante misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus;
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 2020, recante ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6;
decreto-legge del 2 marzo 2020, n. 9, con prime misure economiche urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese;
decreto-legge del 23 febbraio 2020, n. 6, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, che introduce misure urgenti in materia di contenimento e gestione delle emergenze epidemiologiche a livello nazionale, attuato con il dpcm odierno;
delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 di dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
ordinanza del Ministro della salute del 30 gennaio 2020 relativa al blocco dei voli diretti da e per la Cina.
TUTTO CIO’ E’ LA CONFERMA DI QUANTO HAI BRILLANTEMENTE SCRITTO NEL TUO ARTICOLO :” La enorme propensione di noi italiani di rendere difficili le cose facili attraverso l’inutile”.
Cordialmente !
Misure igienico-sanitarie (previste dall’allegato n.1 al Dpcm, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri,del 4 marzo 2020), per le misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus:
a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
c) evitare abbracci e strette di mano;
d) mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
e) igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
f) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
g) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
h) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
i) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
l) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
m) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.