Aldo Bianchini
SALERNO – La politica, quella con la “p” minuscola che viviamo di questi tempi, non finisce più di stupire; e dovrebbe essere vista e analizzata allo stesso modo da qualsiasi parte si sia schierati per ragioni ideologiche e/o di interesse.
Quello che sta accadendo per la “nave Gregoretti”, (al di là del fatto che Salvini possa piacere o essere odiato) è lo specchio più classico dell’insipienza della politica di oggi che non ha saputo mutuare assolutamente niente dalla vecchia politica della prima repubblica.
Quasi tutti ricordano la “balena bianca” e le sue undici correnti; partendo da concetti ideologici completamente diversi ed avversi c’era un comune minimo denominatore che gestiva al meglio i contrasti. Bisognava scaricarli e lavarli dentro le segrete stanze di Piazza del Gesù e quando i leader uscivano all’aperto dicevano tutti la stessa cosa e nessun esponente di corrente si sarebbe mai sognato di rivolgersi alla magistratura per sconfiggere il nemico politico; ecco perché la D.C. (Democrazia Cristiana) ha regnato per 45 anni, nel bene e nel male, le sorti del Paese.
E non è il caso qui di ripetere tutte le cazzate che ascoltiamo in questi giorni circa il diritto-dovere di un ministro di operare nell’interesse nazionale ovvero in favore della propria parte politica; il problema è un altro, cioè che la politica non può continuare in maniera imperterrita a delegare alla magistratura la gestione delle grandi scelte politiche attraverso le vie giudiziarie; anche perché un conto è la magistratura in senso lato, ben diverso è la posizione dei singoli magistrati i quali da uomini obbediscono anch’essi a specifici riferimenti ideologici; che nella fattispecie risultano gravate dal peso del “potere” da conquistare ad ogni costo, costi quel che costi. Ed è miserevole assistere, dal 1992, all’inquietante sceneggiata che per affermare le proprie convinzioni e ideologie invece di rivolgersi agli elettori si ripiega sulla magistratura.
E per non entrare nei meandri sempre molti insidiosi e diversamente interpretabili delle norme previste dalla Carta Costituzionale ovvero da tutte le leggi del Paese su cui tutti blaterano, mi permetto di fare un esempio molto semplice e terra terra.
Ve lo immaginate voi il risultato sulla sopravvivenza di una coppia di sposi qualora, per sanare i dissapori, la donna della coppia si rivolgesse alla propria mamma (micidiale sarebbe la scelta della suocera); tranne casi rarissimi sarebbe un disastro garantito con l’eterna litigiosità di una coppia che, forse, da sola avrebbe risolto tutti i suoi problemi (e di esempi ce ne sono tantissimi !!).
Ebbene in questi giorni stiamo assistendo proprio a questa sceneggiata con l’intervento a gamba tesa della “magistratura-mamma-suocera” che nella fattispecie, per garantire le esigenze della “maggioranza-figlia”, finirebbe per massacrare il povero cristo di “partito-genero”.
Rimane sul campo certamente una convinzione: gli alleati del partito-genero continueranno a criticare, anche violentemente, l’opera della malefica suocera.
Ho assistito troppe volte nel corso della mia vita e della mia lunga attività giornalistica a “partiti-generi” che alla fine per una reazione fisiologica hanno mandato a casa le “maggioranze-figlie” screditando, almeno nell’immaginario collettivo, l’azione per gran parte corretta e lecita, della “magistratura-mamma-suocera”.
Finirà così anche per Salvini ?, questo non lo so, ma ci sono tutti i presupposti perché ciò accada.