Aldo Bianchini
==SALERNO – “Consorzio Bonifica: da San Beniamino a … San Tommaso”, avevo titolato così il precedente articolo dedicato alla disputa nata, tra Beniamino Curcio e Tommaso Pellegrino, sulle spoglie di quello che fu, almeno sulla carta, il grande Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro.
Quella tra i due, anche amici di vecchia data, mi è parsa subito come una “tempesta in un bicchier d’acqua”; non potevo e non posso credere in uno scontro senza esclusione di colpi dopo aver constatato di persona la grande armonia tra Beniamino e Tommaso che tenne vivacemente banco per tutta la serata della splendida cena sulla terrazza del “Rezzo” (noto ristorante di Monte San Giacomo) la sera del 10 luglio 2019 come provato dalla foto che ritrae ben tre presidenti (Pellegrino, Accetta e Curcio) e due giornalisti (Cusati e il sottoscritto). Una serata nel corso della quale intervennero con rapide incursioni anche altri personaggi politici del Vallo, ottimamente organizzata dall’amico Pierino Cusati (segretario dell’Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) per un “parterre de rois” in grado davvero di incanalare la politica valdianese anche verso la tutela dell’ambiente in generale e la cura e manutenzione del Fiume Calolre-Tanagro che molto spesso causa seri problemi per via delle esondazioni che allagano i terreni e invadono le abitazioni lungo gli argini del corso d’acqua.
A distanza di pochi mesi da quella rilassante e costruttiva serata ecco arrivare il crack (almeno sulla carta) tra due personaggi che invece dovrebbero dialogare e costruire in favore del territorio e produrre la crescita inseguita da tantissimi anni; fin da quando la politica vera (quella di Quaranta, Ritorto, Pica, Innamorato, Mattina e Brandi, solo per citarne alcuni) dovette farsi da parte per lasciare spazio a personaggi soltanto ambiziosi di accaparrarsi e mantenere il più a lungo possibile determinate poltrone. Fatta doverosa eccezione per alcuni di essi tra i quali rientrano appunto i tre presidenti seduti quella sera a cena con me e con Pierino.
E allora, mi sono chiesto, al di là della giusta battaglia avviata, sicuramente, da Pellegrino come stimolo generale per le istituzioni ma ridotta a scontro personale da Curcio; questa la realtà che si para di fronte a chi intende andare oltre la cronaca per calarsi (come ho scritto nel precedente articolo) nell’analisi di un fatto che riguarda tutti e che non può spegnersi all’ombra di botte e riposte.
Per capirne di più dobbiamo andare con ordine ed attenerci alle carte; Pellegrino scatena la bagarre ma denuncia genericamente “l’inerzia delle istituzioni preposte alla cura e manutenzione del fiume Tanagro ma da tempo assenti, la farraginosa burocrazia, abbandono sui temi ambientali, ecc. ecc.” e non cita mai il Consorzio di Bonifica (nel precedente articolo ho erroneamente indicato questa circostanza come pronunciata da Pellegrino) perché lo stesso Pellegrino sa benissimo che i poteri di intervento non ricadono in capo al Consorzio ma sono da tempo stati assorbiti ed accentrati in Regione che, guarda caso, ha delegato la società (forse partecipata) “Campania Ambiente” per la gestione e la manutenzione dei corsi d’acqua per uno di quei mega-affari che da diversi anni sono divenuti la specializzazione primaria della Regione Campania (le società partecipate ormai non si contano più).
E allora perché il presidente Curcio si è sentito, a questo punto, chiamato in causa fino al punto di ritenere giusto e doveroso reagire alla denuncia di Pellegrino scendendo anche su particolari poco eleganti come la denuncia della morosità del Comune di Sassano (ho accertato che la morosità consiste in due ratei arretrati per complessivi 3mila euro o poco più da imputare alle amministrazioni Pellegrino; c’è poi una vecchia vertenza per diverse migliaia di euro da imputare alle amministrazioni precedenti ed ancora irrisolta) ?
La risposta l’ho già in parte avanzata nel precedente articolo quando ho scritto che “qui non si tratta semplicemente di capire chi ha ragione tra Curcio e Pellegrino, piuttosto se la loro azione e quindi lo scontro è finalizzato al bene comune oppure ad una sterile battaglia politica che non fa bene a nessuno, neppure a loro due se come sembra stanno tentando di accreditare le rispettive componenti politico-partitiche”. Insomma avevo avanzato il dubbio che lo scontro fosse finalizzato ad una mera battaglia politica che, naturalmente, non riguarda il territorio ma gli equilibri politici in regione in vista della prossime consultazioni elettorali.
A questo punto è bene togliere il dubbio ed andare avanti con la certezza che si è trattato soltanto di uno scontro politico che avrà, proprio per essere politico, nuovi momenti di botte e risposte; anche se molto bene ha fatto Pellegrino a non controreplicare alle accuse di morosità lanciata da Curcio (una morosità denunciata anche da Vittorio Esposito nel corso della trasmissione “Angolo Cusati” su Uno/Tv che commenterò a parte per dare maggiore spessore alla politicizzazione delle vicende valdianesi).
La gestione e la manutenzione dei corsi d’acqua in regione non è un fatto da poco o una barzelletta, qui parliamo di decine di milioni di euro, e dovunque ci sono soldi c’è uno specifico interesse economico che sta sempre a metà strada tra la politica, l’imprenditoria e talvolta la malavita organizzata.
Non basta, quindi, la semplice gita (quasi scolastica) dell’ing. Sica (funzionario regionale) per stabilire in poche ore l’entità e la scientificità dei lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione da fare (come giustamente ma enfaticamente annunciato dallo stesso Curcio in favore della politica territoriale dell’assessore Corrado Matera –leggasi articolo di Ondanews.it del 7 ottobre 2019) e che vengono da molto lontano, ammesso che poi i lavori si facciano e si facciano a perfetta regola d’arte. C’è bisogno di una pianificazione strutturata a lungo termine e non soltanto finalizzata alla raccolta di consensi elettorali per la prossima primavera; così si rischia soltanto di continuare a mantenere il territorio valdianese nello stato di abbandono in cui versa da decenni nonostante i tanti progetti megagalattici programmati e annunciati prima di quello delegato alla Campania Ambiente.
Una società e un ingegnere che in sede politica fanno direttamente capo al vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola (da poche ore indagato per la vicenda dei rifiuti !!), lo stesso che ha intimato a molti sindaci del Vallo (poco più di un mese fa) di contestare la visita del ministro dell’ambiente gen. Sergio Costa che era stata programmata e richiesta da tempo da “tutti” i sindaci valdianesi.
Ecco perché l’irruzione sulla scena ambientale di Tommaso Pellegrino (che non fa capo a Matera e neppure a Bonavitacola) è apparsa meritevole di una rapida e secca contestazione; il peso politico di Pellegrino, anche alla luce della recente nomina di responsabile salernitano di Italia Viva, desta comunque un certo allarme per gli equilibri politici locali, provinciale e regionali.
Ma di questo, per motivi di spazio, ci sarà tempo per parlarne.
Il Dott.Tommaso Pellegrino, Sindaco di Sassano lamentava giustamente e legittimamente “la mancata pulizia del tratto del Fiume Tanagro che rientra nel territorio comunale di Sassano e l’inerzia degli enti preposti” e non ha mai lontanamente citato il Consorzio di Bonifica Vallo di Diano e Tanagro.
Il Consorzio di Bonifica Vallo di Diano e Tanagro non è un ente preposto per la manutenzione del Fiume Tanagro.