Aldo Bianchini
SALERNO – Riprendono gli appuntamenti con l’avv. Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania, sindaco di Salerno e presidente della CCIAA) sui vari temi di attualità ma anche sui suoi personali ricordi collegabili, comunque, allo stato dell’arte della politica e della società di oggi in genere.
Oggi parliamo in maniera più diffusa dei suoi rapporti con l’allora ministro Fiorentino Sullo e dalla sua imminente amicizia con Ciriaco De Mita; siamo insomma verso la fine degli anni ’50
Dopo il primo incontro come ebbero modo di crescere i vostri rapporti con Fiorentino Sullo ?
- Per riallacciare la storia dobbiamo fare prima un passo indietro. Io avevo continuato la pubblicazione del giornale quindicinale “Orientamenti” collegandomi con il gruppo della corrente di base di Firenze, con Pittelli che editava un bel quindicinale in titolato “Politica”.
Senza il collegamento con il quindicinale fiorentino, che era politicamente ma anche giornalisticamente un giornale all’epoca all’avanguardia e una delle espressioni e presenze più qualificate della corrente di base nazionale, non sarei stato assolutamente in grado di continuare nell’esperienza politica a livello salernitano.
Avevo per la verità anche un certo rapporto con il gruppo milanese della corrente di base che faceva capo a Marcora; devo necessariamente ricordare nella vicenda l’azione politica svolta all’interno dei partiti dai delegati provinciale giovanili.
Il delegato giovanile del Partito Comunista era Augusto Visconti che era stato anche il promotore e l’organizzatore del viaggio a Mosca in Unione Sovietica al festival internazionale della gioventù; ed era un pupillo del delegato nazionale giovanile Enrico Berlinguer.
Visconti al quale ero legato anche da un’amicizia personale e familiare mi suggerì di prendere contatto con il delegato provinciale giovanile della D.C. che era Marcello Torre, e per la verità fu lui Visconti ad organizzare l’incontro tra me e Torre.
Dopo un incontro Torre aderì assumendo la condirezione con me al giornale “Orientamenti”.
Questo rapporto durò soltanto una uscita del giornale.
Perché questo distacco repentino, cosa era accaduto ?
- Fui invitato alla sede della D.C. dal segretario provinciale Bernardo D’Arezzo. Andai a palazzo Sorgente; dopo i complimenti di rito Bernardo D’Arezzo mi chiese di modificare il fondo a firma congiunta mia e di Marcello Torre. Modifiche marginali, che avrei potuto facilmente accettare e che tutto sommato avevano come contropartita un mio inserimento nella politica salernitana con la D.C.
Fino a quel momento io ero stato totalmente fuori da un rapporto con la DC provinciale e tutto sommato mi poteva anche convenire.
E voi cosa faceste, approfittaste dell’offerta ?
- Dopo una breve riflessione valutai che non era mia intenzione far diventare il giornale “Orientamenti” una sorta di organo ufficiale della DC provinciale, con l’aggravante di questa specie di censura preventiva.
E allora, cosa accadde ?
- Rifiutai nettamente. Marcello Torre si dimise e io decisi di continuare nella pubblicazione del quindicinale, mantenendo e rafforzando il rapporto con il gruppo della base fiorentina che editava il quindicinale, come già ricordato, “Politica”.
Il gruppo di Pittelli mi mise a disposizione tutto il loro materiale, che era di alto livello politico e giornalistico, e che rappresentò un grande balzo in avanti del mio quindicinale.
Senza essere stato in condizione di continuare le pubblicazioni, anche perché dovevo coniugare l’attività giornalistico-politica con la continuazione della mia attività professionale.
Detto in parole povere a Salerno ero una spina nel fianco ma ero isolato.
Ma come nacque in realtà il rapporto con Fiorentino Sullo ?
- Ignoravo la sua esistenza. Fiorentino Sullo, sottosegretario all’industria, in quel periodo aveva iniziato la sua penetrazione politica in provincia di Salerno, anche perché il collegio provinciale elettorale era composto da Salerno Avellino e Benevento; con Salerno che rappresentava oltre il 50% elettorale dell’intero collegio.
Io non ero a conoscenza di quel che si muoveva sul terreno politico un po’ dappertutto in Italia e soprattutto in provincia di Salerno; e non mi vergogno di dirlo.
Il mio amico Augusto Visconti mi spiegò che ad Avellino con la leader-schip di Sullo la corrente di base aveva una forte presenza politica e mi mise a conoscenza che Sullo ogni settimana riceveva la clientela politico-elettorale a Salerno.
In pratica era l’inizio della sua penetrazione in provincia di Salerno; mi sembrò naturale (come già raccontato) chiedere di incontrarlo per informarlo della mia attività per la corrente di base a Salerno e del mio collegamento con il gruppo fiorentino di Pittella. Chiesi un appuntamento a Sullo che mi fissò subito l’incontro. Andai ad in contrarlo e la mia prima impressione fu che era seccato perché nessuno lo aveva mai messo a conoscenza della mia esistenza.
Lo informai correttamente della mia esistenza e dei miei rapporti con i gruppi della corrente di base di Firenze, Milano e con Galloni a Roma.
Mi sembrò piuttosto sorpreso, perché nessuno lo aveva mai messo al corrente non tanto della mia esistenza a Salerno ma dei miei collegamenti con il resto d’Italia.
Mi chiese io che cosa volevo. Gli risposi che non volevo niente, mi era sembrato doveroso informarlo.
Mi congedò dicendomi di rivederci dopo qualche tempo.
Insomma il vostro atteggiamento colpì positivamente Sullo che si rese conto di avere a sua insaputa sul territorio una cellula operativa di grande importanza politico-giornalistica ?
- Si rese con to che i vari gruppi politici della corrente di base operanti in Italia non colloquiavano tra di loro.
E il rapporto come si sviluppò ?
- Sullo organizzò una riunione nella sua segreteria a Salerno alla quale fui invitato anche io. La maggior parte delle persone convocate erano sindaci del Cilento, con i quali Sullo aveva acceso rapporti aiutandoli a realizzare interventi allora importanti, quali acquedotti – elettrificazioni – aree rurali – edifici pubblici, eccetera, nei loro Comuni.
Politicamente c’ero solo io e il vice sindaco di Mercato San Severino, Alfonso Romano, che era anche vice segretario provinciale della D.C.. Lo scopo principale di Sullo era quello di organizzare la presenza politica sua e della corrente di base, soprattutto nei paesi del Cilento che erano stati favoriti dai suoi interventi.
Cosa accadde in quella riunione ?
- I sindaci convocati si dichiararono disponibili da un punto di vista elettorale, ma indisponibili sul piano politico, in quanto dovevano tenere conto degli equilibri politici esistenti nei loro comuni e dei rapporti con gli altri parlamentari salernitani, in primis con l’on. Vincenzo Scarlato e con l’on. Bernardo D’Arezzo.
In buona sostanza venne fuori che gli unici soggetti politici disponibili ero io e il vice sindaco di Mercato San Severino. Io ero fuori completamente dalle strutture della DC, Romano invece era non soltanto politicamente e amministrativamente inserito a Mercato SS ma era anche un dirigente attivo nella DC provinciale.
Successivamente Sullo promosse un incontro con Ciriaco De Mita che in quel momento era segretario provinciale della DC di Avellino; questo lo vedremo nella prossima puntata.