dr. Vincenzo Mele
SALERNO – Più di un terzo degli uomini e delle donne che praticano turismo sessuale nel mondo, specialmente a danno di minorenni, sono italiani. La conferma arriva dall’agenzia ECPAT (End Child Prostitution in Asian Tourism), ente nato per monitorare il fenomeno in Asia ma che ormai risulta l’unica autorità indipendente al mondo che si occupi di stilare statistiche e classifiche a riguardo.
Ogni anno poco meno di tre milioni di persone viaggiano per sfruttare popolazioni in stato di estrema povertà o degrado, 243.000 sono purtroppo in cerca di minorenni: di questi circa 1.083.000 sono italiani. Ancora più allarmante la percentuale di italiani che praticano turismo sessuale su minorenni: circa 92.000 italiani partono ogni anno con questo vergognoso intento e non si tratta solo di uomini. Il numero di donne è in realtà molto simile a quello degli uomini coinvolti, essendo le donne il 48,7% del totale.
I paesi dove questi sciacalli si recano sono principalmente situati nel Sud-est asiatico, in Africa e in America Latina, principalmente in paesi di lingua spagnola o francese. Non è difficile in molte strade di questi paesi trovare cartelli rigorosamente scritti in italiano, che intimano di lasciar stare i bambini.
L’indagine ECPAT per il 2019 mostra che, alle spalle dell’indiscutibile primato degli italiani, si piazzano gli spagnoli al secondo posto, i cinesi al terzo, i croati al quarto e i francesi al quinto. Fa impressione il fatto che sommando i dati di Italia, Francia, Spagna, Croazia e Grecia, i paesi mediterranei per eccellenza, si ottiene più dell’80% di coloro che viaggiano per turismo sessuale, sommando anche la Cina si supera addirittura il 90%. Sebbene il fenomeno non sia in crescita a livello mondiale, le prime otto nazioni in questa triste classifica hanno tutte visto salire i propri numeri: alle spalle delle nazioni sopracitate anche Turchia, Portogallo e India hanno visto crescere i propri numeri, mentre i paesi dell’Europa Settentrionale, dell’Europa Orientale e del Nord America, hanno proseguito nel deciso miglioramento che ha caratterizzato le relazioni statistiche dell’ultimo decennio.
Il numero di sciacalli che visitano l’Italia, specialmente il Sud, con questo scopo, è molto basso e composto per il 98,2% da italiani. Le vittime in Italia però non sono generalmente italiane: si tratta soprattutto di giovani, spesso minorenni, arrivati sulle coste del Sud per scappare da guerre o povertà nei propri paesi e che spesso scompaiono dai conteggi ufficiali degli sbarchi. Di certo nell’arginare questo fenomeno i mezzi di informazione di massa italiani non aiutano: non dimentichiamo il vergognoso servizio delle “Iene” che, scherzando o glissando sulle affermazioni razziste delle protagoniste, seguiva due attempate signore italiane in viaggio in Africa, con il turpe obbiettivo di sfruttare popolazioni in grave difficoltà economica.