di Vincenzo Mele
SALERNO – Yukio Mishima è stato uno dei nomi più celebri e controversi della letteratura giapponese.
Nato al secolo Kimitake Hiraoka il 14 Gennaio 1925 a Tokyo, Mishima crebbe sotto la guida della nonna paterna, che lo avvicinò alla letteratura e al teatro, in particolare quello Kabuki.
Nel 1944 scrisse e pubblicò “La foresta in fiore”, una raccolta di cinque racconti. Successivamente si iscrisse e si laureò in Giurisprudenza e lavorò come funzionario statale presso il Ministero delle Finanze, ma lasciò poco dopo per dedicarsi anima e corpo alla scrittura. Nel ’46 conobbe e strinse una forte amicizia con gli scrittori Shintaro Ishihara e Yasunari Kawabata, quest’ultimo futuro Premio Nobel per la Letteratura nel 1968.
Nel 1949 fu la volta di “Confessioni di una maschera”, romanzo autobiografico che fece conoscere la letteratura di Mishima fuori dal Giappone. Fu corrispondente dell’Asahi Shinbun in Brasile, negli Stati Uniti e in Europa e, dopo un viaggio in Grecia, nel 1954 pubblicò “La voce delle onde”.
Alla fine degli Anni ’50 conobbe il fotografo Eikoh Hosoe e si legò a Yoko Sugiyama; dal matrimonio nacquero Noriko e Ichiro.
Nel 1966 diresse e recitò nel suo primo ed unico film, “Patriottismo”, nella quale Mishima interpreta la parte di un ufficiale che decide di suicidarsi con il rituale del seppuku. Pubblicò il suo ultimo romanzo, “Il mare della fertilità”.
Affascinato dall’idea della morte e dall’ideologia politica patriottica, il 25 Novembre 1975 Mishima occupò, insieme ad altre due persone, l’ufficio del Generale Mishita, appartenente alle forze armate nipponiche. Mishima pronunciò un discorso durissimo criticando aspramente il Trattato di San Francisco e identificò il Giappone con la figura dell’Imperatore Hirohito, esaltandone la figura. Al termine del discorso, si suicidò, davanti alle telecamere e ai giornali, con il rituale del seppuku a 45 anni.