La redazione
SALERNO – Abbiamo ricevuto da Raffaele Pisapia, in nome e per conto del dr. Enrico Bastolla, il seguente comunicato che abbiamo deciso di pubblicare per spirito deontologico di libertà e di rispetto del pensiero altrui. Promettiamo ai nostri lettori di seguire la triste e, forse, anche drammatica vicenda del Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni per analizzarla in ogni suo dettaglio e per presentarla in maniera completa all’opinione pubblica.
Comunicato di Cava Civile:
Le voci che si rincorrono, gli articoli pubblicati sui quotidiani, le affermazioni postate sui social, hanno parzialmente descritto l’accaduto la notte di Capodanno presso la struttura Mediateca Marte, sviando alcuni punti sui quali focalizzare l’attenzione, soprattutto per evitare il verificarsi di analoghe situazioni incresciose. Sono interrogativi che giriamo volentieri al Sindaco ed all’assessore al ramo, Del Vecchio. A parziale difesa dell’Amministrazione, è stata confermata l’emanazione di una diffida. Necessaria ed indispensabile, una volta resisi conto che stava per organizzarsi un evento di pubblico esercizio, ovvero un veglione, lontano un miglio dai canoni delle regole pattuite a suo tempo dalla gestione del “Marte” e dall’Amministrazione comunale.
Pare che detto accordo risalga ad un periodo precedente al 2015, frutto di una gara cui partecipò un’ATI, con alcune particolari prescrizioni. Nasceva questo spazio per dare respiro alla cultura mediante manifestazioni che dessero risalto all’arte ed alla cultura come attività principale e solo in casi particolari, quale attività meramente accessoria, concedere la struttura per qualche festa privata, proibendo la possibilità di fare bar per il pubblico e di effettuare ristorazione ed eventi per pubblico esercizio. Durata stabilita per questa gestione, nove anni.
A dispetto di questa fondamentale caratteristica del “Marte”, si è assistito in questi anni ad uno stravolgimento delle regole, fino ad arrivare, nell’ultimo periodo, a tramutare l’immobile, che si sviluppa su tre piani, in un punto di ritrovo per musica, aperitivi, intrattenimento. Insomma, un locale alla stregua di tutti gli altri, presenti al Borgo di Cava de’ Tirreni, esercitando così una concorrenza sleale, a dispetto di tutti gli altri adibiti già di per sé a fare questo tipo di attività.
Ebbene, se diffida era stata trasmessa ai responsabili della struttura, per quale motivo non era presente alcun componente del Comune, ivi compresa una squadra di Vigili, per assicurarsi che fosse rispettato il dettame del Sindaco? Ricorderà Servalli che deteneva la delega alla Cultura, che durante il mio mandato assessoriale, in qualità di preposto alle “Attività produttive”, pur non rientrando nella delega di competenza, gli avevo segnalato simile incongruenza della struttura Marte, passata come tante altre indicazioni nel dimenticatoio, abitudine protrattasi anche negli anni a seguire (Assessore ai Lavori Pubblici, Assessore ai Sevizi Sociali) da parte del primo cittadino.
Mi chiedo e rigiro la domanda sempre al Sindaco: a cosa serve imporre la chiusura per cinque giorni quando, in tema di sicurezza, l’importante è prevenire e non apporre sigilli “post”, dovendo elevare la contravvenzione a tempo debito?
E poi, fidando in quanto riportato dalle cronache, è legittimo chiedere se l’organizzazione della serata (nottata) sia stata in capo all’ente gestore affidatario oppure sia stata affidata tout court ad altre persone, che risulterebbero, secondo voci di corridoio, i nuovi affidatari della struttura in sub concessione o sub locazione, in barba tutto ciò alle disposizioni che regola la convenzione.
Cava de’ Tirreni, 05.01.2020
CAVA CIVILE
Enrico Bastolla