I migliori film del decennio

 

Dr. Vincenzo Mele
ROMA – Il 2019 è ormai agli sgoccioli. Ecco una selezione dei migliori film del decennio che sta per concludersi, tutti da rivedere:

– “Il discorso del re” di Tom Hooper (Gran Bretagna, 2010): il film è incentrato sul rapporto tra Re Giorgio VI (Colin Firth) e il logopedista australiano Lionel Logue (Geoffrey Rush) che curò la balbuzie del re con la Seconda Guerra Mondiale alle porte. Premio Oscar come Miglior Film;

– “Quasi amici” di Olivier Nakache e Eric Toledano (Francia, 2011): la pellicola, ispirata ad una storia vera, narra di un’amicizia tra un milionario tetraplegico (François Cluzet) e il badante senegalese (Omar Sy). Una vera lezione di vita;

– “Argo” di Ben Affleck (U.S.A., 2012): ambientata nel periodo successivo alla Rivoluzione islamica in Iran, il film è basato sull’autobiografia dell’ex agente della CIA Tony Mendez, interpretato dallo stesso Affleck, concentrandosi in particolar modo nell’operazione segreta «Canadian Caper» per la liberazione di sei cittadini statunitensi;

– “La mafia uccide solo d’estate” di Pif (Italia, 2013): il film dell’ex giornalista delle “Iene” ha spunti autobiografici e si ispira anche a molte vicende dei palermitani che hanno vissuto in bilico tra la quotidianità e le notizie legate alle stragi di Cosa nostra;

– “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia (Italia, 2014): primo di una trilogia, il regista salernitano ha saputo mettere al centro due temi molto attuali, quello della precarietà dei ricercatori universitari e quello delle «smart drugs»;

– “Taxi Teheran” di Jafar Panahi (Iran, 2015): diretto, montato e interpretato dal regista iraniano, il film vede Panahi guidare un taxi e partecipare ai discorsi di persone prima e dopo la Rivoluzione islamica. Orso d’Oro al Festival di Berlino;

– “Hitchcock/Truffaut” di Kent Jones (U.S.A., 2016): documentario legato alla nascita del movimento della «Nouvelle Vague», basato dal libro “Il cinema secondo Hitchcock” del regista François Truffaut, Jones ha intervistato altri registi sul legame tra Hitchcock e Truffaut tra i quali Wes Anderson e Martin Scorsese;

– “L’uomo di neve” di Tomas Alfredson (Gran Bretagna/Norvegia, 2017): il regista svedese ha riadattato un classico letterario di Jo Nesbø, dove il detective Harry Hole (Michael Fassbender) indaga su un killer che trasforma le sue vittime in pupazzi di neve, indagine che si intreccia con un cold case di molti anni prima;

– “Blackkklansman” di Spike Lee (U.S.A., 2018): il regista di “Fa’ la cosa giusta” dirige una pellicola legata al tema sempre attuale della discriminazione razziale ispirandosi alla storia vera di Ron Stallworth, poliziotto afroamericano che si infiltrò nel KKK sotto copertura scoprendo dei complotti a danno di militanti delle Pantere Nere;

– “Il traditore” di Marco Bellocchio (Italia, 2019): nel film si ripercorre la vita di Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), uno dei primi pentiti della mafia siciliana e testimone chiave nel Maxiprocesso di Palermo, toccando anche  aspetti personali.

 

 

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