Aldo Bianchini
SALERNO – Qualche giorno fa il governatore della Campania, on. Vincenzo De Luca, si è lasciato andare ad una delle sue tante affermazioni apodittiche: “Dobbiamo bloccare le cure fuori Regione”.
Bellissima la presa di posizione di un uomo forte e solo al comando; visto, però, che l’affermazione è stata sdoganata nel contesto di un discorso che riguardava l’intera sanità pubblica campana che lui cerca disperatamente di accreditare come quella tra le migliori del Paese, la sua affermazione durissima sulle cure fuori regione diventa immediatamente poco credibile e, quindi, assolutamente non sostenibile.
Perché ?, perché il governatore sa benissimo che non sempre e non in tutti i luoghi deputati all’esercizio della tutela della salute pubblica le cose funzionano talmente bene da stoppare sul nascere ogni tentativo di farsi curare fuori regione; anche se la Costituzione (tanto spesso evocata dallo stesso De Luca) garantisce la tutela della salute e la libera scelta di farsi curare come e dove ogni singolo cittadino decide di farlo. La Carta Costituzionale, e De Luca lo sa bene, nel suo art. 117 non è stata sconvolta dalla legge del 12 aprile 2016 in quanto detta legge nel delegare alle Regioni alle singole Regioni responsabilità sempre maggiori nella programmazione e organizzazione delle attività sanitarie ha, nel suo spirito, anche lasciato chiaramente capire che può e deve essere impedita la cura fuori regione a patto che le condizioni ospedaliere di quella regione siano sufficienti, efficienti ed efficaci.
Il governatore De Luca, da ottimo comunicatore qual è, fa un discorso generale di propagandata “buona sanità campana” che necessariamente deve supportare con singole stampelle (una di queste è “la cura fuori regione”, cardine importante!!) che vanno bloccate perché la sanità in Campania funziona; ma questo lo dice, purtroppo, soltanto lui; dall’altra parte, di fronte a lui, c’è una marea di insufficienze, di inefficienze e di inefficacie.
Sarebbe abbastanza riduttivo, se non sciocco, invitare il governatore a leggere i miei due articoli pubblicati il 27 e 29 novembre scorso con l’identico titolo: “SANITA’: Ruggi, una giornata di ordinaria follia” nel contesto dei quali ho descritto le peripezie di un paziente (F.B.), in gravissime condizioni di salute, costretto a lasciare il Ruggi sotto la pioggia battente perché all’ambulanza privata non era stato concesso di entrare fin sotto il padiglione C-D davanti al quale, però, sostano cani e porci.
Su questo fattaccio, però, devo annunciare di essere stato ricevuto dall’attento e sensibile commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona (nota come “RUGGI”), dr. Enzo D’Amato, e mi riservo di parlarne nella prossima puntata.
Oggi vorrei suggerire ai responsabili della sanità salernitana di leggere quanto sto scrivendo in merito ad un fatto accaduto qualche giorno fa ad un cittadino salernitano (G.B.) presso il “JFK Medical Center” ad Atlantis nei pressi di Miami (Florida).
Il paziente ricoverato d’urgenza è stato, sempre d’urgenza sottoposto ad un delicato intervento chirurgico; dopo poche ore è stato dimesso e seduto su una sedia a rotelle per consentirgli di raggiungere l’autovettura nel parcheggio e far ritorno a casa. Ma fuori pioveva, anzi diluviava (peggio di come pioveva sul Ruggi di Salerno il giorno in cui il paziente F.B. doveva essere trasferito in gravi condizioni in altro ospedale fuori Regione); e dato che la grossa autovettura americana non poteva accedere davanti all’’ingresso dell’ospedale, ecco cosa si inventano due medici e tre infermieri che stavano assistendo l’ammalato fin sulla soglia d’ingresso. Con grande sensibilità e umiltà (due medici e tre infermieri in Italia non li vedete così affiatati, e soprattutto disponibili verso il prossimo, manco a pagarli a peso d’oro !!) tirano fuori un apposito tunnel mobile (come quelli che vediamo negli stadi italiani) e lo allungano fino alla macchina, così il paziente lascia la sedia a rotelle e passa in autovettura in piena sicurezza.
Al Ruggi di Salerno, invece, il paziente in stato di assoluta gravità venne lasciato solo in mezzo alla strada ed esposto alle intemperie; mentre i medici e gli infermieri si fermarono sulla soglia del reparto.
Qualcuno mi ha già detto che in America la sanità si paga; a costoro rispondo che in Italia si paga forse anche pesantemente di più; la differenza sta solo nel fatto che lì è privata e qui è pubblica, e da noi la sanità si alimenta attraverso le nostre tasse che vanno a coprire (come dovrebbe essere in tutto il mondo) anche le esigenze degli ultimi. Ma paghiamo tutti, altro che storie.
Saranno capaci i nostri maestri della sanità pubblica di leggere, farsi un esame di coscienza e reagire in conseguenza, rimodulando, semmai, i sistemi di lavoro e di comprensione umana ?
Lo vedremo nella prossima puntata.