Aldo Bianchini
SALERNO – Ho molti dubbi sulla colpevolezza unica e scontata di Anastasiya Kylemnyk nelle cause e circostanze dell’omicidio di Luca Sacchi (suo fidanzato ufficiale) barbaramente trucidato il 23 ottobre 2019 davanti al pub John Cabot nel quartiere Colli Albani di Roma.
Tutto sembra montare l’attenzione contro Anastasiya e ciò che di vago e poco credibile rappresenta il suo personaggio.
Il mondo dell’informazione, avallando soltanto le traballanti dichiarazioni della famiglia Sacchi, ha già scritto la sentenza passata in giudicato contro la ragazza, quasi come se lei stessa avesse esploso quel colpo di pistola fatale.
E mentre la famiglia Sacchi (che farebbe bene a tacere se vuole salvare l’immagine e il ricordo della vittima) incomincia a balbettare rimodellando e aggiustando le vecchie dichiarazioni, il mondo dell’informazione continua a sparare ad alzo zero contro la comunque colpevole ragazza rumena.
Perché ?, semplicemente perché la giovane Anastasiya non si è adeguata ai sistemi informativi distorti che portano i processi direttamente in televisione con distorsioni della realtà molto spesso paurose.
Anastasiya dopo le prime timide dichiarazioni si è opportunamente e intelligentemente chiusa in se stessa e non ha consentito ad alcuna telecamera di accendersi sulle sue diverse e contraddittorie versioni della tragica vicenda. E da qui la rabbia, addirittura non nascosta, dei tanti giornalisti televisivi che si sono inspiegabilmente (per loro) visti bloccare la stradea facile facile del processo in tv che non fa altro che danneggiare l’immagine della stessa giustizia.
Anastasiya, quindi, potrebbe rappresentare il primo elemento di svolta verso una informazione in cui gli indagati, gli imputati e i condannati ritornano al passato e non si lasciano più andare alle facili apparizioni televisive che quasi sempre hanno prodotto effetti devastanti anche in sede di dibattimento penale.
E se Anastasiya è colpevole quanto Luca, vuol dire che Luca è sicuramente colpevole ed ha taciuto con quanto stava accadendo intorno a lui, e forse ancora più di qualche altro potendo vedere in lui, forse, il picchiatore del gruppo criminale.
Dunque Anastasiya presto potrebbe passare dalla parte di chi realmente ha cercato di salvare l’immagine di Luca agli occhi del mondo; insomma una vera e propria eroina moderna. ma questo la famiglia della vittima non l’ha capito e sta fornendo anch’essa versioni contrastanti anche se astutamente omologate a quello che è lo sviluppo delle indagini portate avanti con molta serietà dal pm Nadia Plastina della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
A breve, probabilmente, il mondo dell’informazione per continuare a reggere la botta porterà, senza alcuna vergogna, sugli altari proprio quella Anastasiya che ha fin dall’inizio crocifisso e scaraventato nella polvere.