Aldo Bianchini
SALERNO – Nuovo appuntamento con l’avv. Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania, sindaco di Salerno e presidente della CCIAA) sui vari temi di attualità ma anche sui suoi personali ricordi collegabili, comunque, allo stato dell’arte della politica e della società di oggi in genere.
Oggi parliamo della manifestazione svoltasi ad Avellino per commemorare i cento anni dalla nascita di Fiorentino Sullo, notissimo politico avellinese e più volte ministro della Repubblica a cavallo degli anni ’50 e ’60.
La cerimonia è stata celebrata alla presenza del premier Giuseppe Conte accompagnato, per non dire scortato, da Ciriaco De Mita – Gerardo Bianco – Nicola Mancino – Ortensio Zecchino – Giuseppe Gargani e Clemente Mastella, insomma il vero gotha della Democrazia Cristiana dei tempi d’oro.
Presidente Lei è stato invitato ?
- NO.
Perché non è stato invitato ?
- Nessuno mi ha invitato. Alla manifestazione ad Avellino per il centenario della nascita di Sullo è stato invitato anche Mastella, beneventano, ma io salernitano non sono stato invitato. Eppure la storia di Sullo si articola nel corso degli anni ad Avellino con la corrente di base, la sinistra democristiana, e i discepoli di Sullo; a partire da De Mita, agli inizi segretario provinciale della DC di Avellino e di un gruppo di giovani suoi allievi, che hanno scritto una parte della storia italiana. E’ necessario raccontare il passato per comprendere il presente ed anche il futuro.
Presidente ma in quella corrente all’epoca c’era anche lei ?
- SI, ma non con Sullo e il gruppo avellinese. Debbo necessariamente per sommi capi ricordare quegli anni e la mia prima esperienza di carattere politico. Nel 1958 Nikita Krusciov (segretario del Partito Comunista sovietico) operò la prima apertura al mondo occidentale, tanto per capirci la prima caduta del muro. Il leader sovietico organizzò a Mosca il 1° Festival Internazionale della Gioventù. Era la prima vera e grande apertura al mondo occidentale. E l’apertura della famigerata “Cortina di ferro”. Il Partito Comunista Italiano (PCI) organizzò una delegazione di circa 2000 unità nelle varie regioni e ovviamente anche in provincia di Salerno. Il segretario generale del PCI giovanile era Enrico Berlinguer, il segretario provinciale giovanile PCI era Augusto Visconti.
Ad iniziativa di quest’ultimo fu formata una delegazione di 11-12 soggetti, che parteciparono al Festival della Gioventù a Mosca. La delegazione salernitana per due terzi era com posta da soggetti non comunisti, da me democristiano ed altre persone che non avevano assolutamente niente a che fare con il PCI. All’epoca occorrevano tre cose per poter partecipare a questo Festival Internazionale della Gioventù: una certa dose di coraggio per andare oltre la “Cortina di ferro” che era l’altra parte del mondo e un po’ come andare sulla Luna; essere scelti dal PCI salernitano e quindi essere invitati, o per meglio dire dal delegato giovanile provinciale Augusto Visconti, che era chiaramente un giovane politico all’avanguardia nell’apertura dei rapporti con il mondo sociale e politico salernitano ed era il pupillo del delegato nazionale che era Enrico Berlinguer; disporre di risorse finanziarie singole per affrontare l’avventura.
E perché Visconti scelse lei ?
- Dobbiamo fare un passo indietro. Nel 1957 un gruppo di giovani cattolici universitari salernitani, con a capo Bruno Ravera e la guida di un sacerdote che era assistente dei giovani universitari cattolici Mons. De Rosa, ispirandosi all’azione sociale del filosofo Jack Maritaine, aveva organizzato ed editato un piccolo giornale denominato “Orientamenti”. Di questo giornale Ravera era il direttore responsabile, io l’editore, e aveva sede nel mio studio professionale in Via Alberto Pirro n. 12. Il giornale veniva stampato nella stessa via Pirro nella tipografia Reggiani. Il primo numero uscì quando io ero andato al festival di Mosca. L’articolo di fondo, firmato da Ravera, aveva come titolo: “Per una religione più pura ed una religione più piena”. Io segnalai ai miei giovani amici, considerando il clima dell’epoca e l’interventismo reazionario dell’arcivescovo e della curia, che sarebbe stato opportuno muoversi con più prudenza. Per quanto mi riguardava io scrissi un articolo su uno dei problemi in quel momento più scottanti per la società salernitana, cioè la crisi della società Soriente, che durante gli anni della guerra aveva lavorato a tempo pieno come “silurificio” e in quegli anni stava pensando di convertirsi in una fabbrica di costruzione di macchine per oleifici. E una società, a mio avviso, senza alcuna prospettiva futura.
Presidente, ma cosa c’entra tutto questo con la festa dei 100 anni e con la corrente di base ?
- Molto. Ma ve lo racconterò nella prossima puntata.