Banca per il Sud: lo spiega Ciro Solimeno … l’uomo venuto da lontano

 

 

Aldo Bianchini

 

Il d.g. Ciro Solimeno sugli schermi Rai nella trasmissione Uno/Mattina

SALERNO – Non era mai accaduto che il direttore generale di una banca di prossimità scendesse in campo non solo per analizzare e criticare la “Manovra Finanziaria 2020” ma anche, se non soprattutto, per suggerire e proporre la ricetta giusta per sanare, o almeno ridurre, lo storico “gap infrastrutturale” esistente tra nord e sud.

La prima cosa molto efficace, anche sotto il profilo mediatico e comunicazionale, il direttore generale Ciro Solimeno (Banca del Cilento, di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania) l’ha messa a segno sottolineando con grande intelligenza la differenza tra “Banca per il sud” e “Banca del sud”; tutta la differenza è molto semplicemente compresa ed espressa dalle due semplici preposizioni “per” e “del” che sottintendono: la prima (Banca per il sud) una totale incorporazione con il territorio di pertinenza in funzione delle esigenze di finanziamenti utili alla formazione ed alla crescita economica complessiva; la seconda (Banca del sud), una distanza sostanziale dal territorio e dal suo sviluppo anche se con un sottofondo di espansione economica centralizzata; ma destrutturata rispetto alle esigenze specifiche del territorio.

Di “banche del sud”, ha detto Ciro Solimeno, ce ne sono tante; quello che ci vuole è una “Banca per il sud” per avviare la riduzione del gap infrastrutturale tra nord e sud; una banca che non solo deve essere considerata come facente parte integrante del territorio ma deve anche essere, e non soltanto apparire, un istituto in grado di rimettere in funzione una sorta di “mediocredito”. Il tutto per finanziare anche in modo agevolato e continuo l’infrastrutturazione intesa in senso lato.

Secondo Ciro Solimeno dovrebbe essere ripreso in seria considerazione il rilancio, questa volta in positivo, di una Banca per il Mezzogiorno con tutti i correttivi possibili e facilmente rilevabili nelle banche di prossimità; come ad esempio, aggiungo io, la “Banca del Cilento, di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania” che opera da anni e con successo in un settore difficilissimo come quello del “microcredito a vista o ad personam” che soltanto una banca di prossimità locale può mettere in circolazione per il rilancio economico, imprenditoriale ed occupazionale di un intero territorio. Un microcredito che molto spesso è esaustivo e risolutivo e che viene elargito sulla base di conoscenze personali ed affidabili che solo attenti ed abili funzionari bancari possono garantire come recuperabili alla stessa banca pur non disattendendo le aspettative, spesso urgenti, dei piccoli e medi investitori coraggiosi.

Sicuramente nel momento in cui il mondo politico nazionale, regionale e locale si dibatte per risolvere l’antico enigma dell’occupazione e conseguentemente del rilancio dell’economia attraverso strumenti “che sono stati già utilizzati in altre epoca, e che dovrebbero servire all’infrastrutturazione del sud e a dotare le imprese meridionali di quei finanziamenti utili alla formazione, alla realizzazione e alla crescita del capitale fisso, indispensabile  per portare avanti e finanziare il ciclo produttivo delle singole aziende” (parole di Solimeno) da inquadrare, però, in una funzione organica e non dispersiva e/o ritardante come è accaduto prima con la Banca del Sud che nella sua denominazione utilizzava purtroppo la preposizione “del” invece che la più funzionale “per”.

Potrà apparire anche strano o semplicemente ad effetto giornalistico, ma in realtà è molto diverso affermare che una banca è “per il sud”, anziché “del sud”; la differenza non è poco e neppure da prendere con superficialità; la “mission” di un istituto bancario la si capisce anche, se non soprattutto, dalla specifica denominazione che è, come si suol dire, l’effettivo biglietto di presentazione.

Il d.g. Ciro Solimeno al lavoro nel suo studio

Ma il direttore generale della Banca del Cilento, di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania, dr. Ciro Solimeno, non si ferma all’analisi degli aspetti prettamente finanziari nel momento in cui, invece di aprirsi il microcredito sembra chiudersi per via della polarizzazione verso il centro degli istituti periferici che hanno avuto storicamente il compito di “territoriale prossimità”, intesa come legame più stretto tra l’istituto e l’aspirante creditore (sia impresa che normale cittadino). Il direttore Solimeno va oltre e lancia un principio che, a prescindere, dovrebbe essere fatto proprio  anche in sede nazionale per dare alla nuova Manovra Finanziaria la giusta valenza e positività: “Va assolutamente -ha detto Solimeno- avviato un percorso per ridurre quel gap infrastrutturale storico che c’è sempre stato tra nord e sud e che si è acuito negli ultimi quindici anni”.

Un’analisi critica ma anche costruttiva quella portata avanti dal d.g. Ciro Solimeno che anni fa, al suo arrivo al timone della Banca del Cilento era stato presentato come “l’uomo venuto da lontano” e che, invece, sta dimostrando tutta la sua capacità di integrazione con un territorio, come il Cilento e il Vallo di Diano per non citare la Lucania, che già sente suo, rispetta e contribuisce a far crescere.

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