Aldo Bianchini
SALERNO – Dopo la lunga pausa estiva riprendono gli incontri con l’avv. Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania, sindaco di Salerno e presidente della CCIAA) sui vari temi di attualità ma anche sui suoi personali ricordi collegabili, comunque, allo stato dell’arte della politica e della società di oggi in genere.
Questo capitolo affonda nel passato; siamo nel 1971 e la storia della ”Nave Concord”, quella del famoso ristorante nel mare di Piazza della Concordia, stava prendendo piede e si avviava a diventare, poi, una cartolina per Salerno. La storia è intrigante e l’avv. Gaspare Russo è disponibile a raccontarla.
Presidente vuole raccontare la vicenda della nave Concord che lei apprese, per caso, da una sua amica ?
- Una vicenda curiosa, significativa però dei rapporti che intercorrono abitualmente tra i diversi soggetti e le autorità competenti. Quando ero sindaco avevo l’abitudine la domenica mattina di andare al Comune (senza dipendenti e senza gente) per discutere con l’ingegnere capo Aniello Amendola per esaminare con la dovuta calma molte pratiche anche urgenti che giacevano e non era possibile affrontare nei giorni di lavoro infrasettimanali.
Era estate, se non erro quella del ’71, e dopo l’incontro al Comune con l’ingegnere capo decisi di utilizzare il resto della giornata per andare a riposarmi in costiera amalfitana, abitualmente ad Amalfi in compagnia di una mia amica.
All’altezza del rione dell’Oliviero, nello specchio d’acqua del porto allora in costruzione, intravidi una vecchia nave largamente arrugginita che probabilmente alimentava una coltivazione di cozze.
Questa mia amica ad un certo punto mi disse che quella nave era destinata ad essere trasferita a Piazza della Concordia.
Io sorridendo chiesi come mai lo sapesse; e lei candidamente mi disse che era cosa risaputa e già decisa dalla capitaneria di porto e dal comune e che tutto era stato fatto a mia insaputa, sebbene fossi il sindaco in carica. Alle mie incalzanti domande mi rispose che era cosa nota a cani e porci; era stato un mio conoscente che commerciava in residuati marini a dirglielo, aggiungendo con una malcelata ironia che forse io non ero né un cane e né un porco. A quel punto non aggiunsi niente altro, pensai soltanto che in fondo chi alla fine doveva decidere, come tutti i cornuti, era sempre l’ultimo a saperlo.
Presidente, a questo punto che è successo ?
- Il giorno dopo, lunedì, alla fine dell’abituale incontro con l’ingegnere capo gli chiesi: “Ingegnere ma non avete niente altro in sospeso ?”.
La risposta con un certo imbarazzo fu un’altra domanda: “Vi riferite a qualche cosa di specifico ?”.
Gli risposi che volevo sapere cosa stesse succedendo con la nave ancorata nel porto in costruzione, anche alla luce del fatto che prima o poi avrebbero dovuto sgomberare.
Sempre con molto imbarazzo l’ingegnere mi disse che c’erano pratiche in corso e che me ne avrebbe parlato. Poi prima di congedarsi mi sussurrò: “Vedo che a voi non sfugge niente, siete sempre informato”. Non replicai, ma il mio sguardo pungente lo colpì più di una frecciata specifica; insomma mi accorsi di averlo definitivamente tirato dalla mia parte e di lui mi sarei potuto fidare ciecamente.
Presidente Russo, e poi ?
- Dopo qualche minuto di assoluto silenzio l’ingegnere parlò: “E voi come siete venuto a conoscenza di questo fatto ?”. Gli raccontai quanto accaduto il giorno prima mentre andavo in costiera.
A quel punto l’ingegnere, incominciò a sciogliersi e mi chiese cosa ne pensassi; io sorrisi e dissi che in tutte le città fluviali e marine sono ancorate vecchie navi, non più in esercizio, che vengono utilizzate a diversi usi. E aggiunsi che una nave in disarmo da ancorare a Piazza della Concordia era una buona scelta, anche perché poteva essere utilizzata come ufficio di capitaneria del Porto Masuccio Salernitano (allora in stato di ultimazione) e molti altri usi. Aggiunsi poi che sarebbe diventata una delle cartoline simbolo della città, così come è stato. Gli spiegai che io non appartenevo alla categoria dei cornuti, che come si sa sono sempre gli ultimi a sapere.
E poi, Presidente, cosa è successo ?
- Con sollievo generale della capitanieria di porto e di altre autorità competenti (ivi compreso il Provveditorato alle Opere Pubbliche) la nave, che fra le altre cose apparteneva ad un ristoratore mio conoscente fu trasferita a Piazza della Concordia con un ancoraggio mobile e successivamente con un ancoraggio fisso. Una sistemazione della nave battezzata “Concord” che diventò immediatamente una cartolina simbolo della città marinara.
Presidente, ma non vi siete risentito di essere stato l’ultimo a saperlo pur essendo quello che doveva decidere ?
- Non sono permaloso, mi è sempre piaciuto ragionare e riflettere e non prendere, come si suol dire, cappelle. Se una vicenda poteva essere considerata favorevole ho sempre ritenuto che fosse necessario darne corso.
Presidente c’è stata, poi, una qualche riconoscenza nei vostri riguardi da chi era stato avvantaggiato dal vostro avallo al progetto ?
- Nessuna in particolare, salvo il gradimento generale dei cittadini e di tutti i soggetti interessati che furono tolti dall’imbarazzo perché temevano una eventuale mia reazione. Poi essendo stata utilizzata come ristorante e luogo di incontri di varia natura ho appreso che dopo diversi passaggi di proprietà era finita nelle attività di un mio amico e debbo onestamente aggiungere che è stata anche utilizzata da me nel corso degli anni successivi per incontri di carattere politico.
E la cosa è proprio finita là ?
- No. Avendo io tolto dall’imbarazzo molti soggetti, un commerciante che io non conoscevo che era quello dei residuati marini mi mandò un grosso timone navale, che io accettai e conservo ancora.