PIETRO CUSATI
MILANO – Il recente convegno avente ad oggetto : “La strada per la sicurezza ‘’, organizzato dall’INAIL a Milano , alla fiera della formazione ExpoTraining,per promuovere un dialogo costruttivo con gli altri attori istituzionali, richiama l’attenzione su aspetti poco noti ai non addetti ai lavori,vale a dire la ricaduta sulla collettività e sul sistema del welfare nazionale,con costi umani,sociali ed economici. In Italia più della metà delle morti sul lavoro è causata da un incidente stradale avvenuto in occasione di lavoro o in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Delle 704 morti sul lavoro accertate dall’Inail nel 2018, infatti, ben 412, pari al 58,5% del totale, hanno visto il coinvolgimento di un mezzo di trasporto. A confermare la pericolosità del “rischio strada” è anche l’incidenza di casi mortali sul totale degli infortuni, che è molto più alta in quelli stradali rispetto a quelli non stradali, con conseguenze più gravi anche per i feriti. Il “rischio strada”,dopo aver fatto registrare una diminuzione , è tornato a crescere, con un incremento per gli incidenti avvenuti nel percorso casa-lavoro e viceversa. Gli incidenti stradali sono generati da una molteplicità di fattori come lo stato delle strade e la carenza di manutenzione, compresa quella della segnaletica, l’utilizzo del telefono mentre si guida, il superamento dei limiti di velocità, l’assunzione di bevande alcoliche e droghe. Una serie infinita di variabili alle quali si aggiunge anche lo stato di affaticamento fisico e psicologico al termine del lavoro .Lo stress gioca un ruolo fondamentale negli infortuni in itinere.Secondo i dati dell’Inail il conto è molto salato per la collettività che richiama lo “Studio di valutazione dei costi sociali dell’incidentalità stradale”, realizzato dalla Direzione generale della sicurezza stradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2017 ha quantificato in oltre 17 miliardi di euro, tra decessi, feriti e danni patrimoniali. Sono necessarie,pertanto, azioni concrete e una strategia comune tra tutti gli attori della prevenzione, per invertire la tendenza e ridurre drasticamente il numero degli incidenti stradali.
“L’Inail è pronto a fare la sua parte”,ha ribadito il direttore generale, Dott. Giuseppe Lucibello, nell’intervento di chiusura dei lavori, anche se la sicurezza stradale non rientra tra gli ambiti di sua diretta competenza, l’INAIL ha già messo in campo delle misure per contribuire alla mitigazione del “rischio strada”. È il caso, per esempio, degli incentivi previsti, attraverso uno sconto sul premio di assicurazione, per le aziende che attuano specifici corsi ai dipendenti per la guida sicura o realizzano interventi per il miglioramento delle infrastrutture stradali in prossimità del luogo di lavoro, come impianti semaforici e di illuminazione, attraversamenti pedonali, rotatorie, piste ciclabili o l’installazione su tutti i mezzi aziendali di sistemi di comunicazione per telefono cellulare e di dispositivi fissi per la rilevazione e l’allarme in caso di colpo di sonno.Tematiche che riguardano la sicurezza stradale sono contenute anche negli ultimi piani di ricerca dell’Inail, con studi sulla correlazione tra lo stile di guida e l’utilizzo dei telefoni cellulari o dedicati alla sindrome da apnea ostruttiva notturna, un disturbo che condiziona circa il 20% degli italiani e può determinare una grave sonnolenza diurna, con un’accentuata riduzione della capacità di attenzione durante la guida. E’ necessario mettere a fattore comune le conoscenze e strutturare sempre di più le collaborazioni con la polizia stradale e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Tra qualche mese è prevista una campagna sugli stili di guida, finanziata in parte dall’Inail, che sarà molto utile per tutti i lavoratori, non solo per chi utilizza il mezzo di trasporto per lavorare.