Aldo Bianchini
SALERNO – A Napoli per accreditare di veridicità una notizia, intorno alla quale ci sono moltissimi dubbi, si utilizza un antico detto popolare che dice: “Facimm ammuina”, cioè facciamo casino. Perchè nel casino si perde la bussola e l’orientamento e si finisce per fare una sceneggiata, appunto alla napoletana, e non una trasmissione televisiva a diffusione nazionale.
La sera di mercoledì 9 ottobre scorso, comodamente seduto in salotto, ho assistito per caso (perché sollecitato telefonicamente da un amico) alla trasmissione “Fuori dal coro” in onda su Rete/4 e condotta dall’irrefrenabile Mario Giordano (giornalista e scrittore) che, purtroppo, scade sempre di più nella farsa e nella sceneggiata che più di così non si può, e tale da mettere in discussione un patrimonio giornalistico e letterario che gli appartiene e che in tanti gli riconoscono.
L’informazione, anche quella durissima e addirittura unidirezionale, non si deve mai mettere in discussione perché rientra nel capitale intoccabile della libertà di stampa; ma le pagliacciate sono ben altra cosa; e l’altra sera è andata in onda un a grossa pagliacciata nell’ottica di quel famoso “facimm ammuina” che fa di tutta l’erba un fascio e che con le grida e gli schiamazzi cerca di ingigantire l’inchiesta giornalistica trattata per farla meglio penetrare nell’immaginario collettivo del telespettatore medio.
Questo è accaduto in “Fuori dal Coro” del 9 ottobre, soprattutto nell’ambito dell’inchiesta denominata “Dove finiscono i soldi delle elemosine – inchiesta sugli abiti usati” quando con una manovra astutamente studiata a tavolino (sich !!) l’integerrimo garante della libertà d’informazione ha miscelato due argomenti che sono distanti mille miglia l’uno dall’altro.
Bastava dare un’occhiata al titolo dell’argomento, che scorreva a serpentone come sottopancia, per capire che la vicenda umana e giudiziaria in cui è rimasto coinvolto Mons. Nunzio Scarano dal giugno 2013 era tutta un’altra cosa rispetto alla pur eclatante inchiesta sulla fine delle elemosine e degli abiti usati donati dalla gente e malversati da chi ne dovrebbe, invece, fare un corretto uso nei confronti dei meno abbienti.
Difatti Mons. Scarano nel corso dei vari decenni di presenza in Vaticano non ha mai avuto a che fare con elemosine e abiti usati ma si è interessato della gestione del patrimonio immobiliare della Santa Chiesa lavorando assiduamente e sempre correttamente per l’ APSA (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica) e che mai dall’interno della Chiesa è stata avviata un’indagine a carico del Monsignore; inchieste che sono arrivate soltanto dalla giustizia (o malagiustizia !!) italiana a caccia di una colpevolezza che, al momento, il Tribunale di Salerno sta chiarendo in tutti i suoi aspetti che portano sicuramente verso la totale estraneità di Mons. Scarano dai fatti contestatigli.
Quello che ha più sorpreso è stato, a mio giudizio, il contenuto della clip messa in onda con una voce di sottofondo che spiegava come, all’interno della casa del sacerdote, si trovassero oggetti e dipinti di grande valore; una cosa questa che fu inizialmente avanzata dalla Procura su una errata valutazione della Guardia di Finanza e che nel corso di questi anni è stata smentita dai fatti che hanno dimostrato che all’interno di quell’abitazione (molto più piccola di quella descritta nel servizio) di quadri di Caravaggio e di opere costose non c’è mai stato neppure l’ombra. Sono stati ricordati, molto impropriamente, anche i fantomatici “lingotti d’oro” che hanno prodotto da parte di Don Nunzio a carico del personaggio che ne aveva inventato l’esistenza. Incredibile ma vero, nella trasmissione sono stati utilizzati elementi di accusa per buona parte dei quali il sacerdote è passato da accusato a parte lesa. Una vergogna mediatica assoluta.
La trasmissione “Fuori dal coro” ha utilizzato, quindi, immagini di repertorio filmate all’epoca dello scandalo quando tutti credevano davvero nelle ricchezze fantasiose del prelato salernitano; immagini di repertorio per fare da cassa di risonanza ad una trasmissione che poteva rivelarsi un flop e che con Don Nunzio ha fatto lievitare gli indici di ascolto.
Tutto questo soltanto per l’audience e non per ricercare la verità che andava comunque perseguita nell’ambito di una trasmissione ad hoc e non nel contesto di elemosine e panni sporchi.
Fortunatamente Mons. Nunzio Scarano ha raggiunto, in questi anni di sofferenze fisiche e psicologiche, un equilibrio comportamentale davvero impressionante sotto il profilo della sua totale dedizione alla Chiesa ed al giuramento di obbedienza fatto nelle mani di Papa Giovanni Paolo II; un equilibrio che gli ha consentito di resistere alla tentazione di parlare con la giornalista inviata a Salerno per la realizzazione di una intervista con il personaggio che doveva, secondo una schema preparato a tavolino e non si sa bene da chi, essere il punto forte dell’intera trasmissione che avrebbe così avuto ascolti ancora più alti di quelli registrati.
Il fatto che nel corso della trasmissione sia stata messa in onda la telefonata tra la giornalista e Don Nunzio non scagiona affatto l’intera redazione di “Fuori dal coro” anzi, se possibile, ne evidenzia e ne aggrava le eventuali responsabilità per aver evidenziato il movimento di denaro praticato dal Monsignore e di non aver aggiunto che lo stesso sacerdote soltanto a Salerno ha fatto beneficienza a tutto campo dalla rianimazione dell’ospedale Ruggi al ricovero per gli anziani, come per la casa di accoglienza per i familiari dei lungodegenti e della ristrutturazione della cripta del duomo dedicato a San Matteo con il ritorno a Salerno anche di antichi e sacri cimeli attribuibili a San Gregorio Settimo.
Per correttezza deontologica ecco cosa ha risposto al telefono Mons. Scarano sotto l’incalzare, anche fuori dalla normale educazione, dell’inviata: “Non rilascio alcuna intervista. Non ho fiducia dei giornalisti che mi hanno tritato come carne da macello. Sono stato fedele al mio giuramento fatto in ginocchio, con il crocifisso in mano, a San Giovanni Paolo ll. Ho servito la chiesa e non mi sono mai servito della Chiesa , fino al carcere, fino al sangue. Voglio essere lasciato in pace e se vuole intervisti il mio difensore avvocato Riziero Angeletti. Non ho nulla da dire, anche se lei ha insistito dicendo che era molto importante è vantaggioso per me. A me ci pensa Dio, il giudice dei giusti e difensore degli innocenti. Non ho mai rubato niente ma ho dato tanto e con vera carità, silenziosamente e sempre disponibile verso i bisognosi”.
Insomma, per chiudere, l’altra sera ho assistito ad una trasmissione televisiva alquanto penosa, almeno nel segmento dedicato alle elemosine, ai panni sporchi ed alla figura di Mons. Scarano che, se possibile, ne esce rafforzata non fosse altro che per la sua sincera e decisa dichiarazione di fedeltà e di obbedienza verso la Chiesa e il Papa fatta all’atto del giuramento nelle mani di San Giovanni Paolo II che riponeva in Mons. Scarano grande stima per l’alta professionalità miscelata a fiducia, fedeltà e competenza, dimostrata in anni di proficuo lavoro.
Ma come ha fatto la giornalista ad arrivare sotto casa Scarano, da chi è stata accompagnata, chi è il gancio e quali interessi intrecciati e perversi ha smosso la sua presenza a Salerno ? Saranno questi i temi di un prossimo approfondimento.
Caro Aldo non conoscevo la vicenda, ma credo che il punto sia altro ossia che fine ha fatto il giornalismo vero? quello d’inchiesta? Siamo schiavi del pensiero unico dominante dove tutto e tutti sono merce da scambio, allora basta infangare quakcuno per aumentare le visualizzazioni nella fredda logica del libero mercato. Io in questo ci vedo un disegno preciso per questo l’università (minuscola) non forma più individui la politica risoluzioni e il giornalismo è divenuto un prodotto da asporto ad un tot al kilo. Sempre felicissimo di leggerti
Il professore Mazzetti dice delle cose sacrosante che condivido in pieno, soprattutto per il riferimento al giornalismo d’inchiesta. Naturalmente Bianchini è escluso da questo discorso, è ben conosciuto in città ed anche oltre per le sue battaglie sulla legalità e sullo stato di diritto di tutti. La vicenda inerente Mons. Scarano appassiona, la sto seguendo grazie al direttore di questo giornale e mi sto convincendo che dietro l’azione giudiziaria ci sia una macchinazione, forse anche all’insaputa degli stessi magistrati. Buon lavoro
Mi inserisco nel dibattito perché, seguendo da molto tempo questo giornale online, ho capito che è necessario esprimere le proprie idee e il direttore Bianchini ospita tutti i commenti, anche quelli negativi. Per la vicenda di Mons. Scarano (io abito e vivo a Salerno) che ho conosciuto tempo fa in alcuni incontri pubblici rimango sinceramente allibita per le violenze che ha dovuto subire, proprio Lui che si è sempre prodigato per lenire le difficoltà dei bisognosi. Davvero non c’è più religione.
Mons. Nunzio Scarano è stato sempre, per anni e anni, un vero sacerdote fino in fondo ed ha lottato nella Chiesa per i più deboli. Sentire nella trasmissione televisiva di Giordano tutte quelle schifezze sono rimasto inorridito. Figuratevi questi giornalisti nazionali cosa sono capaci di combinare per altre vicende che non conosciamo e che siamo costretti a subire. Incoraggio Bianchini ad andare avanti.
Ho avuto come docente universitario il prof. Alessandro Mazzetti e posso affermare, in piena libertà, che ha centrato il vero problema di questo Paese; non c’è più un giornalismo libero ma soltanto prezzolato. Raccontare quelle cose in tv dopo diversi anni è veramente contro ogni logica deontologica, anche perché i fatti narrati sono ormai superati anche sul piano giudiziario. Che vergogna !!
Grazie al direttore Bianchini mi sono appassionato a questo caso di sicura “malagiustizia” nei confronti di Mons. Nunzio Scarano che in maniera vergognosa è stato abbandonato a se stesso anche dal vescovo di Salerno che a più riprese ha dimostrato (prima Moretti e ora Bellandi) totale ostilità nei confronti del prelato. E’ necessario scuotere l’opinione pubblica.
Giordano fa venire il voltastomaco ! Il suo ormai solo qualunquismo becero e volgare. Quando compare cambio canale. Fa bene Bianchini a rimarcare certe sconcezze.
Un massacro per Scarano, ho assistito ad una vergognosa trasmissione televisiva che, senza alcun brandello di prova, ha ric9ordato accuse vecchie e superate. Davvero una brutta pagina di giornalismo televisivo.
Ho visto anche io la trasmissione di mercoledì; è stata più o meno sul livello di tante altre che vediamo sui teleschermi nazionali. Oggi impera un giornalismo aggressivo più che investigativo; un giornalismo che non si ferma davanti a niente e non tiene in minimo conto il diritto sacrosanto di non rispondere, un diritto che tutelano addirittura anche i magistrati. Figurarsi qual è il livello del nostro giornalismo. Per il caso specifico non so cosa dire. Seguo spesso questo giornale online, lo trovo in linea con la difesa oggettiva dello stato di diritto di tutti, qualche volta esagera ed esaspera i toni, ma sempre nell’assoluta correttezza. Nell’arco della mia vita ho spesso avuto a che fare con la Chiesa che, al di là dei tanti difetti, ho trovato sempre disponibile e dialogante. Conosco anche don Nunzio Scarano che da giovane sacerdote fu voluto a Roma per le sue eccellenti capacità di tipo bancario-finanziario e per qualche decennio ha gestito il patrimonio della Santa Sede. Fanno specie le accuse mossegli, ma siamo (è bene ricordarlo) ancora a livello di accuse che se non trovano sedimento nel giudizio in corso si scioglieranno come neve al sole, è sta già accadendo. Il giornalista Giordano nella sua enfasi accusatrice (che Rosita Celentano ha spento brillantemente) ha travolto anche il buongusto di riferire cause e circostanze precise senza far solo riferimento al decreto del gip di rinvio a giudizio che, come si sa, spesso è una copia della richiesta del pm di rinvio a giudizio; e senza scavare nel rapporto giudiziario tra pm e investigatori. Ma tutto questo, naturalmente, ce lo dirà l’esito del processo. Il direttore Bianchini ha annunciato nuove rivelazioni sull’esistenza di un gancio salernitano per “Fuori dal coro”, vedremo.
Conosco Aldo Bianchini da quando eravamo ragazzi. Qualche volta nel recente passato ho anche commentato i suoi articoli che, comunque, stuzzicano sempre la fantasia del lettore. Lo ha fatto da sempre. Per questa vicenda avevo deciso di non commentare niente, ma dopo la trasmissione volgare ed offensiva (ma il difensore di don Nunzio sporgerà querela ?) condotta da Mario Giordano non ce l’ho fatta più e se avevo qualche dubbio su Scarano (che neppure Aldo era riuscito a sminuire con i suoi articoli) quel giornalista mi ha convinto dell’assoluta innocenza del sacerdote salernitano che tutti dovremmo amare invece di odiare o ostracizzare; non si può attaccare così maldestramente a testa bassa fregandosene, ad esempio, che per la faccenda dei lingotti d’oro Don Nunzio ha già querelato per diffamazione il suo specioso accusatore. Comunque rimanne una storia tutta da seguire.
Ho fatto il giornalista per diversi anni in provincia di Potenza, e mi sono sempre piaciuti gli intrighi giudiziari. Ora sono a riposo e mi diverto a seguire, tra l’altro, diversi giornali online come questo diretto da Bianchini che non conosco direttamente. Io penso che dietro le disavventure di Mons. Nunzio Scarano ci sia un vero complotto attivato inizialmente proprio nelle segrete stanze del Vaticano nelle quali il sacerdote si muoveva con molta scaltrezza (lì per resistere devi essere astuto, nonostante quello che dice Francesco), poi sembra che lo stesso Vaticano si sia ricreduto (per convinzione o per paura che Scarano parli, è da vedere) tanto è vero che da Roma è arrivato un avvocato di fama nazionale e di sicuro impatto mediatico come il notissimo Angeletti (difensore di padre Graziano) e il direttore di questo giornale lo ha fatto notare in uno dei suoi ultimi articoli. Ma il complotto nel frattempo si era già spostato a livello locale alla luce di qualche sirena ammaliatrice (la famiglia D’Amico) e ricchissima; tanto da stimolare la voglia di “far soldi” visto che la stessa famiglia aveva spostato con una certa leggerezza alcuni milioni di euro per opere benefiche. Chiaro che adesso sia il Vaticano che i D’Amico cercheranno di aiuitare il bravo don Nunzio, ma rimane il dubbio sulla talpa salernitana che ha tentato ancora una volta un attacco, tramite Giordano, contro Scarano. Chi è questa talpa e quanto potrà incidere nell’economia del processo ? Bianchini sta cercando di scoprirlo, difficilmente ci riuscirà e noi dovremo aspettare l’esito processuale che secondo me a questo punto è incanalato in una unica direzione: assoluzione piena.
Ormai è chiaro,il Processo di Salerno sul “Caso Scarano” finirà con l’assoluzione di tutti gli imputati.Cosa resterà di tutto questo tumulto?di questa bufera?niente,solo macerie,la sensazione di aver sprecato fiumi di infamie,di cattiverie gratuite.Tutti alla ricerca del Mostro,figuriamoci se anche Prelato del Vaticano.Perfetto,”dagli all’untore”,preso con le mani nel sacco….a proposito…quale sacco….si è capito che i soldi non sono di Scarano e non sono i miei…allora…DI CHI SONO????basta,tutto si è tramutato in un processo farsa,bisogna inchiodare in croce ma…mancano i chiodi o quelli che ci sono sono spuntati,perchè le accuse sono senza fondamento.Ringrazio pubblicamente il Direttore Bianchini per aver contribuito a fare “luce” in questa vicenda giudiziaria veramente penosa,una immane sofferenza per Scarano e per tutti gli amici che gli vogliono bene.
“La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell’ultima sera.”
Carissimo Direttore,
da giornalista mi compiaccio per tutti gli articoli d’inchiesta molto interessanti sul ”CASO SCARANO”,come sempre,innocentista, fuori dal coro, per aver aiutato i lettori a comprendere una vicenda giudiziaria molto delicata ,significativa la presenza a Salerno del difensore Avv. Angeletti.
Sei stato garantista con tutti ! Ricordo un caso recente per aver messo in risalto l’incongruenza della legge sulla sicurezza nelle Scuole! La Preside condannata dalla Cassazione quale ”datore di lavoro”?
Con riferimento al ”caso” del giornalista Mario Giordano ricordiamoci sempre che:
La” giustizia” quella ” giusta”,quella processuale si celebra naturalmente soltanto nelle aule giudiziarie alla luce degli atti processuali e non strumentalmente negli studi televisivi ,senza gli atti del processo! I danni della gogna mediatica sono,purtroppo, molto gravi e non sempre riparabili.
Inoltre condivido il pensiero del Prof. Alessandro Mazzetti che il giornalismo attuale non deve essere assolutamente ”un prodotto da asporto!”.
Complimenti Direttore !