GALIMBERTI: un galantuomo strappato alla vita !!

Aldo Bianchini

SALERNO – “Si vive con gli altri, si muore agli altri” (Carlo Sini, filosofo), questa è la frase che, a mio parere, racchiude in se meglio di ogni altra riflessione la vita e l’opera terrena di Carlo Galimberti (scrittore e giornalista enogastronomico, almeno di fama nazionale) che ha deciso di fuggire via, nel primo pomeriggio di giovedì 3 ottobre 2019, da questa vita terrena che spesso gli aveva riservato soltanto brutali e sconcertanti amarezze.

La frase iniziale (attribuita al noto filosofo italiano contemporaneo) sintetizza, come dicevo, al meglio la vita di Carlo (mi permetto di ricordarlo per nome di battesimo perché, anche se non amici, eravamo ottimi conoscenti e rispettosi dei reciproci ruoli) che ha conosciuto la polvere e gli altari per almeno tre volte; gli altari era pronto a dividerli e condividerli con gli altri, la polvere la respirava e la ingoiava da solo per non arrecare incertezze e danno agli altri.

Quegli altri, tutti, che non hanno avuto alcuna pietà di Lui e che, nell’arco degli ultimi decenni, sono stati lì in agguato e pronti a rapinargli le cose belle, fantasiose e intelligenti che sapeva creare e far crescere soltanto Lui, Carlo Galimberti, al secolo notissimo giornalista enogastronomi co e scrittore.

Carlo diceva spesso che “un buon bicchiere di vino al giorno toglie non uno ma diversi medici di torno”; nel buio del dolore psicologico ed anche fisico non ha saputo, quel tragico primo pomeriggio, applicare a se stesso quel detto famoso, la sua mente ha vinto ed Egli ha ceduto; subito dopo la fine.

Ha ceduto alle pressioni di accuse infamanti, volgari e superficiali che lo hanno prostrato fino all’inverosimile sotto il peso immanente di una reiterazione della drammatica ed insopportabile esperienza già vissuta qualche anno fa tra l’indifferenza e la supponenza generale di tutto quell’ambiente che Lui stesso aveva contribuito a far crescere ed a risanare con  la sua esplosiva capacità di creare ed inventare tutto quello che non era stato mai creato o inventato nell’ambito dell’enogastronomia.

Senza tema di essere smentito devo aggiungere che la parola “enogastronomia” è arrivata a Salerno soltanto grazie a lui, che ha anche allevato numerosi “cortigiani” che alla prima occasione buona lo hanno infilzato ed epurato senza alcuna pietà e senza dargli più la possibilità di rientrare nel sistema che lui stesso aveva creato e che gli avrebbe sicuramente garantito maggiore equilibrio, sicurezza e saggia visione della vita che ancora gli rimaneva da vivere.

Ecco perché è giusto ricordare Carlo Galimberti con una frase semplice e ad effetto al tempo stesso: “E’ vissuto per gli altri, è morto per gli altri”; per colpa degli altri, ho sentito dire da qualcuno; io non arrivo a dire questo, dico soltanto che gli altri lo hanno sempre e comunque lasciato solo nei momenti di difficoltà; e quegli altri erano proprio i suoi cortigiani che tanti benefici avevano avuto senza avere, in molti casi, neppure le qualità per ricevere benefici.

Lo vidi la prima volta quando molti anni fa, accompagnato da Giovanna Santucci, venne nella sede di Quarta Rete Tv a Capezzano; già da lontano e a pelle mi apparve come un signorotto all’inglese, dotato di un’innata eleganza e di una spigliato e forbito linguaggio, capace di affascinare con i suoi racconti di enogastronomia.

Doveva essere “svezzato” a livello televisivo ed io mi buttai in  questa avventura ben sapendo che presto sarebbe andato via (era già accaduto con altri e con  altri accadde anche dopo) appena avesse maturato la convinzione di essere pronto per altri schermi più importanti, da Telecolore in su.

Non lo rividi più per qualche tempo; un giorno sempre Giovanna ritornò a trovarmi in tv e mi con segnò una lettera, umanamente molto intensa e drammatica, che Carlo mi aveva scritto dal posto in cui era stato esiliato per alcune disavventure giudiziarie. Lo attesi e quando si rese disponibile lo feci rapidamente ritornare in video per rilanciarlo ancora una volta verso lidi e teleschermi più importanti.

Sempre grazie a Giovanna, organizzatrice infaticabile di eventi enogastronomici, l’ho incontrato ad una specie di dimostrazione sulla qualità del caffè in un locale di San Leonardo; cenammo allo stesso tavolo con la sua compagna di una vita, Rossana Biamonte.

Mi sembrò decisamente in forma, lontano mille miglia da preoccupazioni materiali o da alterazioni psicologiche del suo spirito sempre gioviale, disponibile al dialogo e sempre propenso a fornire spiegazioni e suggerimenti ed anche a svelare segreti ed anticipazioni circa iniziative future che avrebbero velocemente sostituito quelle andate a male, forse anche e sempre per colpa di quegli odiosi cortigiani.

Lo ricorderò per sempre con il sorriso di quella sera; addio Carlo.

3 thoughts on “GALIMBERTI: un galantuomo strappato alla vita !!

  1. “Si vive con gli altri, si muore agli altri” .
    Carlo Galimberti (scrittore e giornalista enogastronomico ) ha deciso di fuggire via, nel primo pomeriggio di giovedì 3 ottobre 2019, da questa vita terrena.
    Carlo Galimberti, notissimo giornalista enogastronomico e scrittore, diceva spesso che “un buon bicchiere di vino al giorno toglie non uno ma diversi medici di torno”.
    .

  2. Il “vivere”, per taluni dotati di un grado di sensibilita’ che supera il livello di guardia, è quasi sempre impossibile…

  3. Conobbi il mio omonimo nel 2001, a Fuorni. Ci trovammo nello stesso carcere, per motivi diversi, ma con la stessa voglia di risollevarci. Ho collaborato con lui, in modo alterno, negli anni successivi e posso testimoniare la sua straordinaria capacitò di creare gruppo e la lenta ed inarrestabile “discesa agli inferi”. Carlo non stava bene e, nel 2018 aveva abbandonato Salerno rifugiandosi nel mio eremo di Lancusi, dove ha soggiornato per oltre un mese per poi ricongiungersi con Rossana, la sua compagna. La sua disavventura stava ripetendosi l’anno successivo, ma dopo una decina di giorni, lo convinsi a tornare a Salerno, dove Rossana l’aspettava in ambasce. Ci siamo sentiti telefonicamente quasi ogni mese e sempre si informava sulla mia salute. E’ scomparso così, all’improvviso e mi manca la sua amicizia. Non ho potuto nemmeno dargli l’ultimo saluto e mi dispiace davvero tanto. Spero che, dove sta, abbia finalmente trovato ciò che cercava su questa terra. Riposa in pace, amico Carlo, che la terra ti sia lieve. Il tuo amico Carlo.

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