Aldo Bianchini
SALERNO – La domanda è: “Ma la Monte Pruno è tuttora una banca in crescita ?”; la risposta è semplicissima: “Sicuramente si”, anzi qualcuno sostiene che presto la crescita diventerà ancora più sostenuta con i risparmiatori che investiranno dall’estero.
Potrebbe essere proprio questa la soluzione alla pesante crisi che si annuncia all’orizzonte; crisi che già vivono le altre banche di prossimità e che voci insistenti (circolanti negli ambienti bancari ben informati) danno per scontato anche per la Monte Pruno.
Ma è giusto partire dai dati cristallizzati alla fine del 1° semestre 2019:
- 49.000 rapporti esistenti, 2793 soci, una raccolta di 800milioni di euro a fronte di impieghi per 565 milioni di euro, un common equity tier 1 (solidità dell’istituto bancario) fissato in 53,1 milioni di euro – una somma notevolmente superiore a quella delle altre banche;
- Un montante di 1,35 miliardi di euro con una variazione semestrale di +10 milioni a fronte di un +14 milioni di impieghi e con l’allargamento della piattaforma soci di +55.
Questa la dimensione e la solidità della Banca Monte Pruno che viene fuori da un attento studio degli ultimi 18 anni di attività e di bilanci controllati e certificati.
Ma allora perché si parla insistentemente di crisi ?, se ne parla perché il vento della crisi investe tutto l’apparato mondiale del sistema economico-bancario; una crisi che il nostro sistema ha cercato, inutilmente, di prevenire con una forzata concentrazione bancaria con notevole accentramento dei capitali. Un strategia globale che invece di portare benefici diffusi ha portato ad un corposo restringimento degli “impieghi” che ha influito pesantemente sulla “raccolta”; nel senso che il risparmiatore qualunque in presenza di voci contrastanti e di notizie disastrose provenienti dai fallimenti di alcune grosse banche di prossimità è stato indotto a far convergere i suoi risparmi verso Istituti Bancari sovraregionali e preferibilmente di caratura nazionale ed internazionale.
Questo ha prodotto una diffusa crisi di depositi che unita alla conseguente difficoltà di elargire credito per via dell’accentramento delle responsabilità e delle decisioni nelle mani di chi non conosce direttamente il cliente e le sue potenzialità positiva ma anche negative.
Il pool di dirigenti della Banca Monte Pruno, tutti giovani coesi e professionalmente all’altezza della situazione, ottimamente coordinato al meglio dal direttore generale Michele Albanese (un vero stratega delle attività bancarie) ha sempre dimostrato, sicuramente più delle altre banche di prossimità (Bcc e altro !!) di avere da sempre imboccato la strada maestra verso un sicuro successo; oltretutto è riuscita a mantenere una certa autonomia gestionale degli impieghi e della raccolta che è sconosciuta ad altri.
E tutto questo permette, a mio parere (che non essendo tecnico è sicuramente opinabile), di superare d’un sol balzo le difficoltà e le ristrettezze imposte dagli Organismi sovradimensionati anche in virtù di una solidità bancaria, espressa dai numeri certificati e non dalle chiacchiere, che altro non è se non il frutto di un attento studio strategico della situazione che viene costantemente monitorata dal banchiere che più banchiere non si può e che risponde al nome, come detto, di Michele Albanese.
Il quale non si è fermato alla strategia di raccolta e di impieghi territoriali, provinciali e regionali ma ha diligentemente e prudentemente esteso, per tempo, la sua azione ramificandola non solo su tutto il territorio nazionale ma con precise e secche escursioni anche internazionali, soprattutto per la raccolta dei risparmi dei tanti italiani (campani e meridionali in genere) che dopo aver accumulato le loro fortune ritornano alle radici e cercano di depositarle in istituti sicuri per poi investirle.
Naturalmente questa è la mia sensazione, più giornalistica che concretamente basata su fatti e documenti, maturata anche alla luce dell’attenzione che il mitico direttore generale Michele Albanese pone verso gli italiani residenti all’estero, dovunque essi siano, dall’Europa al Sud America, dagli USA alla Russia per finire alla Cina. Insomma un tour infaticabile che, ripeto, non avrebbe senso se fosse soltanto turistico e festivo; per chi ancora non lo sapesse, Albanese, lavora per la “sua banca” H/24 e questo i “suoi ragazzi” (cosi ama chiamare la squadra di validissimi giovani che lo circonda) lo sanno, lo apprezzano e cercano sempre di imitarlo.
Poi, ovviamente, i numeri controllati e certificati fanno il resto e pongono la Banca Monte Pruno tra le prime banche di prossimità dell’intero Paese.
“La politica faccia qualcosa per le difficoltà di accesso al credito” grida spesso Michele Albanese nei vari convegni e giornate di studio cui è chiamato a partecipare; ma da uomo navigato e di profonda cultura politica sa già che la politica molto difficilmente risponderà e viaggia da tempo per i fatti suoi andando per la sua strada che, seppure con diverse asperità, gli ha sempre riservato oltre agli oneri anche gli onori e i successi.