da Dr. Alberto Di Muria
Padula-E’ sempre più frequente l’uso contemporaneo, specie nei soggetti anziani per esempio con ipertensione e scompenso cardiaco, di più farmaci antipertensivi, più spesso un diuretico insieme a un farmaco che agisce sull’asse renina-angiotensina. Sovente inoltre questi soggetti hanno dolori per varie cause, trattati per lo più con farmaci antinfiammatori non steroidei. E’ comune quindi che un paziente sia politrattato e ciò potrebbe influenzare la sua funzione renale, visto che comunque i FANS sono già di per sé farmaci che possono interferire con il rene.
Uno studio ha evidenziato che se si associa un farmaco antinfiammatorio non steroideo alla terapia antipertensiva con un diuretico insieme a un ACE inibitore o a un sartano aumenta il rischio di avere una insufficienza renale acuta.
Un gruppo di internisti canadesi del Quebec ha condotto uno studio retrospettivo analizzando le cartelle cliniche di 487.372 pazienti ipertesi. Nei quasi 6 anni di follow-up sono comparsi 2.215 casi di insufficienza renale acuta, con un’incidenza pari a 7 casi ogni 10.000 soggetti-anno.
Il primo dato interessante che è emerso dallo studio è stato quello che l’assunzione dei FANS da pazienti trattati con un solo farmaco antipertensivo non aumentava il rischio di nefropatia acuta. Invece l’assunzione di una terapia antipertensiva formata da due farmaci, ACE-inibitore + diuretico, oppure Sartano + diuretico, ed un FANS aumentava del 31% il rischio di insufficienza renale acuta. In più gli autori hanno osservato altri due elementi importanti: il primo è quello che il rischio di insufficienza renale acuta è collegato alla durata della terapia con FANS, perché l’82% dei casi è capitato nei primi 30 giorni e quasi nulla dopo i 90 giorni di terapia); il secondo elemento con risvolto pratico è che il rischio di IRA è aumentato piuttosto nel caso dell’uso di FANS ad azione prolungata.
Dai risultati di questo studio emerge che l’effetto positivo degli antipertensivi sulla funzionalità renale potrebbe essere significativamente ridotto, fino a portare a un deficit renale, qualora sia in atto una duplice terapia antipertensiva associata all’uso di un farmaco antinfiammatorio non steroideo.
Il consiglio dei ricercatori è di porre particolare attenzione nel primo mese di trattamento e di scegliere adeguatamente il farmaco antinfiammatorio non steroideo, evitandone la somministrazione qualora non sia strettamente necessaria. Il problema, però, è che la scelta del FANS spesso non è del medico ma del paziente stesso che ricorre all’automedicazione, con tutti i rischi che questo comporta. Meglio affidarsi ad un consiglio esperto.