Aldo Bianchini
SALERNO – “Mai vista una luna di miele simile. Addirittura prima del matrimonio. Il governo rosso-giallo ha appena giurato e la festa già infuria: l’Europa sventola le bandiere, i mercati stappano champagne, la Chiesa ringrazia Dio, le televisioni intonano marce trionfali. Tale è il clima, così contagioso l’entusiasmo, che viene voglia di salire sul carro. Stando ai sondaggi, rimane il nostro sport preferito. Molti italiani hanno tardato un giorno a scambiare gli osanna per Salvini con le genuflessioni dinanzi a Conte, a lasciare la scialuppa che colava a picco per salire su quella che prendeva il largo. Potrà anche far piacere, essere “un male a fin di bene”, ma suona sospetto”.
Questo è soltanto l’attacco di un articolo di fondo firmato da Loris Zanatta e pubblicato dal quotidiano “Il Mattino” sull’edizione del 9 settembre 2019 con il titolo “Il solito vizio italiano di soccorrere i vincitori”, l’articolo ovviamente parla dell’insediamento del nuovo governo del Paese e fa un’analisi molto precisa delle prospettive, dopo averle scandagliate con grande capacità storico-riflessiva.
E Zanatta continua: “Ci vogliono trasmettere la sensazione della “rinascita”, della “rigenerazione” – ma qui al massimo siamo al sollievo, speriamo non fugace, per mercati e spread – e parlano di Conte come fosse San Giorgio contro il Drago, Pablito Rossi ai mondiali di Spagna del 1982; De Gasperi, chi era costui ?”.
E continua in un crescendo interessantissimo e coinvolgente, per finire con una ricostruzione parallela degli esperimenti di governo falliti (Venezuela, Argentina, ecc.) non disdegnando un accostamento poco esaltante di Luigi Di Maio al Ministero degli Esteri e la dichiarata “fedeltà atlantica” in ragione dell’era Trump.
Solo per la cronaca ricordo a tutti che Loris Zanatta (cinquantasettenne di Forlì) è professore ordinario nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali – Settore scientifico disciplinare: SPS/05 STORIA E ISTITUZIONI DELLE AMERICHE, presso l’Università di Bologna; ed è coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze internazionali e diplomatiche. Nonché editorialista de “La Naciòn” di Buenos Aires e consulente scientifico per Rai/Storia.
Ho riportato a stralcio il fondo di Zanatta perché mi ha colpito in modo particolare. Facendo le rispettive tare e calcolando le debite distanze (tutte in favore dello storico) mi ha riportato, d’un balzo, alla mente ciò che ho scritto nel contesto dell’articolo “Governo in sella … tutto risolto o sarà catastrofe” pubblicato su questo giornale il 7 settembre scorso. Come nella fattispecie, il lavoro a volte paga e ripaga; rileggendo l’articolo ho scoperto moltissimi punti di contatto con lo scritto dello storico Zanatta:
- “… In quest’ottica mi viene spontaneo dare perfettamente ragione a Matteo Salvini quando dichiara che sarebbe successa la fine del mondo se Trump avesse fatto su Salvini la stessa affermazione fatta invece su Conte. E come dare torto alla gente comune che segue i maggiori TG del Paese che sembrano, improvvisamente, allineati (compreso il TG/5) sul fatto che come d’incanto ed all’improvviso tutto sembra risolto. Finanche Mario Monti inneggia a Paolo Gentiloni come commissario europeo ed alla stessa Europa che, secondo lui, avrebbe già accolto sotto la sua protezione il nostro Paese. Insomma sta accadendo qualcosa di veramente storico per non dire epocale; siamo in presenza di un consenso mediatico senza precedenti, un consenso che neppure Matteo Renzi seppe ottenere con la sua rivoluzionaria rottamazione e la conseguente ascesa al governo nazionale … La cosa più incredibilmente strana è l’atteggiamento di Trump che dopo aver subito dall’establishment del suo Paese tutto e il contrario di tutto si sta stranamente comportando proprio come i suoi avversari, plaudendo, a sorpresa, la riproposizione di Giuseppe Conte come primo ministro del nostro Paese. Cosa mai accaduta prima …”.
Qualcuno forse sorriderà, ma ogni tanto anche io riesco a precedere personaggi del calibro di Zanatta; per farlo è sufficiente ragionare sul sottile filo della logica.