SOCIALISMO (1): la storia anche se non scritta … si ripete !!

 

Aldo Bianchini

Bettino Craxi, leader del Partito Socialista Italiano dal 1976 al 1993

SALERNO – Spesso mi pongo la domanda: “Chi ha portato al successo il Partito Socialista Italiano (PSI) e chi lo ha distrutto ?”.

La risposta che dò a me stesso è sempre la stessa: “Tutti quelli che dal 13 luglio 1976, data della rivoluzione dei quarantenni nell’hotel Midas di Roma (con la defenestrazione di Francesco De Martino e l’ascesa di Bettino), lo hanno prima egemonizzato, poi sfruttato e infine lasciato nelle mani di una magistratura che aveva una notevole sete di potere”. Quel giorno la rivoluzione sembrò una sorta di congiura interna, si configurerà presto come una svolta in grado di modificare la struttura genetica del PSI e la storia della Repubblica; in quindici anni i plenipotenziari del partito furono capaci di generare un abuso di potere come non si era mai visto, e questo portò alla fine di ogni ideologia socialista, almeno a livello pubblico.

L’altra domanda è: “Chi furono i presunti socialisti che al profumo dei garofani preferirono con troppa facilità l’odore acre degli affari leciti, illeciti e malavitosi ?”.

La risposta anche in questo caso, almeno per me, è agevole: “Tutti quelli che da Craxi in giù esercitarono attività politica nazionale e locale facendo di tutto per accaparrarsi anche la più piccola fetta di potere, a qualsiasi livello e per qualsiasi incarico”.

Non sono assolutamente in grado di rifare o riscrivere la storia fulgida e ultracentenaria di un partito, non ci provo neppure, la mia opinione retrospettiva si ferma soltanto all’analisi di quei quindici maledetti anni, durante i quali accadde di tutto e di più: dalla rivolta dei quarantenni del 1976 all’esaltante crisi di Sigonella dell’ottobre 1985 tra Italia e USA, fino alla pietosa deposizione in  aula, dinanzi ad un mediocre Antonio Di Pietro ed al mondo intero, di colui il quale personificò in poche ore, in poche domande ed in poche risposte tutto il male possibile per un leader politico, e Bettino fino a quel momento era stato sicuramente un  leader, dallo spessore politico e culturale immensamente più grande di un piccolo, anche se agitato, pubblico ministero. In quell’interrogatorio sta la chiave di lettura, a mio parere, per cercare di capire come e perché quel grande partito franò su se stesso travolgendo uomini, idee e cose.

1985 - Crisi di Sigonella - l'aereo circondato dall'esercito USA e da quello Italiano

Insomma da Bettino Craxi in giù, fino all’ultimo sprovveduto socialista del Vallo di Diano (tanto per rimanere in zona e per circoscrivere alla nostra provincia il mio modesto tentativo di ricostruzione !!), c’è stata un’abbondanza insperata di riserve auree (intese in senso lato) sulle quali mettere le mani, legalmente o illegalmente; la differenza tra il lecito e l’illecito contava molto poco sul finire della cuccagna generale e quasi si amalgamava in un unico modello di vita e di azione politica. Questo fu il dramma.

Sostituire la ragione politica con il tornaconto personale è stato devastante; per questo è accaduto il disastro incontrollato e incontrollabile, fino al punto di perdere la cognizione dei riferimenti saldi e sicuri sotto l’incalzare di una magistratura e di un Partito Comunista (spesso questo dato viene sottaciuto o dimenticato) che non aspettavano altro per entrare nel “sistema di potere” dei partiti che per decenni avevano guidato il Paese: DC, PSI, PLI, PSDI, PRI.

E fu una battaglia impari; da una parte lo squadrone della morte (magistratura e PCI) e dall’altra un esercito ormai in rotta verso la disgregazione totale.

Perchè ? Perché nessuno di loro aveva la percezione precisa di ciò che stava accadendo e, soprattutto, di ciò che avevano in maniera perversa messo in piedi per la conquista del potere; insomma un castello fondato sulla corruzione, sull’illegalità e sul clientelismo (soprattutto a tutto vantaggio di se stessi, parenti ed amici !!) che sprofondò ai primi colpi di maglio.

Questo è il mio pensiero che, piaccia o no, esprimo in assoluta libertà assumendomi tutte le responsabilità di ciò che affermo.

In questa prima puntata dedicata ad una più vasta indagine retrospettiva sul “Socialismo” partirò da una ripetizione in peggio della storia che, purtroppo, è sempre la stessa; da Milano a Canicattì, passando per il Vallo di Diano.

Ad esempio l’on. Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia dal 2009 al 2019, è scivolata su una buccia di banana per aver nominato quale “sua portaborse” la tanto adorata mammina; un comportamento che pur se legalmente corretto, dal punto di vista etico è apparso subito molto scorretto che ha addirittura indignato Silvio Berlusconi che l’ha tenuta fuori dall’euroconsesso scegliendo pochi mesi fa la nomina nel collegio di nord-est, proprio dove era nuovamente candidata la Comi che è risultata così la prima non eletta, ma fuori dal Parlamento Europeo.

Cosa c’entra questo episodio con la “storia dei socialisti”; c’entra e come. Anche nel Vallo di Diano (per non citare altre zone della provincia che conosco meno sotto il profilo della storia individuale dei personaggi) ai tempi del PSI di Enrico Quaranta e soprattutto di Carmelo Conte è stata registrata questa mania di nominare fratelli, mogli, sorelle e nipoti per accaparrarsi i succulenti compensi riservati ai “portaborse”; una vergona etica assoluta che ha contribuito al disfacimento del disegno di governo, il famoso laboratorio contiano laico e di sinistra, che uomini al di sopra della media (ma anche in senso negativo !!) sembrava volessero esportare in sede regionale e nazionale.

Per carità, non chiedetemi i nomi e i cognomi; li conoscono tutti, soprattutto quelli che sui vari social decantano, ancora oggi, come “leader” quei personaggi che hanno fatto (è vero !!) la storia del socialismo nostrano ma anche la sua inarrestabile deriva.

Teggiano - un momento della cerimonia di intitolazione dell'aula consiliare al compianto sen. prof. Antonio Innamorato

Secondo il rispettabile parere, ma non so fino a che punto condivisibile, di una navigatrice di FB, Carmelo Conte e Bobo Craxi (presenti a Teggiano alla cerimonia di intitolazione dell’aula consiliare al compianto sen. Antonio Mario Innamorato) sono già nella storia del socialismo italiano. Che siano nella storia del socialismo italiano (Conte anche per le cose positive e Bobo solo per essere il figlio di Bettino !!) è poco ma sicuro, si tratta solo di vedere se lo sono in positivo o in negativo; ma è ancora troppo presto per dirlo.

Ma cosa combinarono i cosiddetti leader locali del vecchio e del nuovo PSI; lo vedremo nella prossima puntata.

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