Aldo Bianchini – Antonio Citera
VALLO di DIANO – All’indomani della pubblicazione del 30 luglio scorso, su questo giornale, dell’articolo “Chiesa: quella che vorrei non è quella del Vallo di Diano” abbiamo registrato molte reazioni e di qualunque genere, reazioni che ci hanno indotto ad andare oltre e ad acquisire una testimonianza riservata che sembra avallare le varie ipotesi denunciate da Francesco Mangiacapra, ovvero di “una Chiesa viziata dall’omosessualità”. Un lungo dossier che, in parte, è stato scremato dallo stesso Mangiacapra che dopo aver ripetutamente attaccato la Chiesa (e con essa anche almeno 7 sacerdoti della diocesi di Taggiano-Policastro) ha fatto marcia indietro su molti degli argomenti denunciati anche sulle frequenze dei network nazionali; addirittura un mini dossier riguardante i sacerdoti della diocesi di Teggiano-Policastro, dopo essere stato distribuito a mezzo mail a diversi giornalisti (noi purtroppo non abbiamo ricevuto niente), è stato seccamente smentito da Mangiacapra che a più riprese ha dichiarato la sua estraneità all’invio delle mail. Tutto questo accadeva nel mese di febbraio del 2018, e dopo i primi squilli di tromba sembra essere calato il silenzio assoluto sull’intera vicenda, salvo (se siamo bene informati) lo spostamento di un solo sacerdote del Vallo di Diano da una parrocchia ad un’altra.
Ma a noi, sinceramente, interessa molto poco l’omosessualità che circola a vele spiegate nella Chiesa cattolica, ognuno è padrone di scegliere i propri orientamenti sessuali; a patto, però, che in questi orientamenti non vengano coinvolti i minori come sembra stia accadendo nel Vallo di Diano, sempre che il contenuto della lettera anonima, in cui vengono citati 7 sacerdoti (gli stessi di Mangiacapra ?), che circola dal 21 maggio 2019 sia rispondente al vero (è da tempo in corso un’indagine dei Carabinieri di Sala Consilina – fonte Italia2.it -, ma anche qui il silenzio è la parola d’ordine).
Ed arriviamo a queste ultime settimane in cui abbiamo raccolto una dichiarazione, ovviamente, nel segreto dell’anonimato per lui e professionale per noi.
Anche la storia che ci accingiamo a pubblicare è davvero tutta da verificare; la sola testimonianza, anche se drammatica, di un ex seminarista non basta a tirare in ballo responsabilità e condanne per pochi rispetto alla stragrande maggioranza di una Chiesa che va, invece, salvata e sorretta nella sua convinta e capace azione di conciliazione e di fede.
E veniamo alla confessione dell’ex seminarista che per nascita e residenza ricade nell’ambito della Diocesi di Teggiano-Policastro:
- Uno dei problemi reali che affligge la nostra chiesa è l’omertà celata dietro queste sue quattro mura, questa comunione fraterna tanto decantata, questa famosa casa solida costruita però sulla sabbia. Qualcuno da tempo sospettava, tutti “sapevano”, tutti ridevano di queste persone, tutti li condannavano nel segreto della loro buia sacrestia, perché quindi non parlarne prima e prendere una posizione forte? Perché? Ho sempre detto e lo continuo a ripetere che il sacerdozio per gli omosessuali, soprattutto in paesi come il mio, è un’ancora di salvataggio. È un metodo efficace per poter preservare la propria sessualità. Capisco anche che fare outing oggigiorno è difficile perché ancora si vive in una società bigotta e sessista, però credo che non sia nemmeno giusto vestirsi di maschere che hanno il colore della purezza. Il sacerdote deve essere la sintesi DELL’AMORE, perché Dio è amore. Anche io avrei voluto continuare a essere il messaggero di Dio, con uno stipendio e con una donna accanto la notte da poter abbracciare. Bello non trovate? Facile fare del buonismo dietro un ‘omelia, dare delle norme di comportamento ai fedeli. Facile fare i paladini della moralità, prendere dei soldini e continuare a fare le maialate. Facile cambiare stato sociale per poter contare qualcosa nella vita. Difficile invece, cari miei, è abbandonare un percorso perché ti accorgi che il celibato è immorale, perché ti accorgi, come han fatto in tanti che amare Dio è DONARSI pienamente all’AMORE. Anche quando la vita ti sbatte in faccia così inaspettatamente, l’amore carnale. Questi sono i “passi” (indietro) che servono alla Chiesa per crescere e interrogarsi. Qui allora oggi voglio condannare apertamente queste persone, questi preti Gay. Li invito pubblicamente a “dimettersi” dal mandato divino. Caspita, lo chiediamo continuamente ad alta voce alla politica, lo chiediamo agli amministratori, perché non chiederlo anche a voi?
L’ultima novità per quanto attiene la diocesi di Teggiano-Policastro è la notizia dell’ultima ora:
- molto probabilmente i Carabinieri di Sala Consilina, attraverso indagini serrate, hanno scoperto l’autore (è uno solo ?) della lettera anonima del 21 maggio 2019 che ha squarciato molti veli nel mondo della Chiesa valdianese. In tal senso i Carabinieri avrebbero già riferito a S.E. Mons. Antonio Maria De Luca (vescovo di Teggiano) che, stando alle notizie diffuse tempo fa dalla testata giornalistica Italia/2, aveva sollecitato le forze dell’ordine ad indagare a tappeto al fine di individuare il responsabile.
Chi è l’anonimo scrittore, e lo stesso appartiene alla Chiesa ? Questo lo scopriremo dalle prossime mosse che il Vescovo, con il supporto dell’Arcivescovo di Salerno, adotterà per fare pulizia all’interno del suo clero ovvero depositerà apposita denuncia di parte nelle mani dell’Autorità Giudiziaria qualora l’anonimo dovesse non appartenere al mondo ecclesiastico.
All’inizio dell’articolo è stato scritto che il precedente ha riscosso un certo successo e clamore; quello di oggi è addirittura esplosivo e mette il dito nella piaga. E’ proprio questo che i lettori vogliono, scoprire le verità soprattutto se riguardano la Chiesa che da qualche anno è in tempesta. C’è solo da sperare che la serie di articoli sulla “Chiesa che vorrei” possa continuare.