dal dr. Vincenzo Mele
SALERNO – Andy Shilliday è nato in una tranquilla cittadina dell’Irlanda del Nord quarant’anni fa. Fin da bambino è apparso evidente il talento del piccolo per la musica: così i suoi genitori, tra sacrifici non trascurabili, hanno permesso al giovane Andy nel pieno della sua adolescenza di studiare cornamusa scozzese al prestigioso Conservatorio di Glasgow. Dopo essersi diplomato con il massimo dei voti, Andy ha iniziato una brillante carriera di insegnante di cornamusa nella Contea del Ross, Scozia settentrionale, affiancata ad una sfolgorante serie di risultati positivi nelle competizioni per Pipe Band. Queste sfide vengono disputate tra gruppi di pipers, suonatori di cornamusa scozzese, accompagnati dai tradizionali tamburi: non si tratta certo di comuni sfilate folkloristiche ma di contest in cui vengono valutati tanti aspetti tra cui le armonie, la coerenza melodica dei medley e il coinvolgimento del pubblico, ma soprattutto il virtuosismo e la raffinatezza degli ornamenti sia dei pipers che dei percussionisti che li accompagnano. Purtroppo Andy, nel pieno dell’attività con la “Shotts & Dykehead Caledonia Pipe Band”, si è vista diagnosticare una gravissima malattia, primo caso di sempre in Gran Bretagna, che ha messo a rischio la sua stessa vita: ne è uscito vivo, ma con molte dita e parte delle gambe amputate. Sono seguiti anni di relativa inattività poiché ad Andy non era più possibile suonare il suo strumento. Quando tutto sembrava perduto, una nuova speranza ha illuminato la vita di Andy: diversi anni dopo l’amputazione delle dita, la “G1 Reeds”, azienda a gestione familiare, leader mondiale nella produzione di cornamuse da sette generazioni tra Londra e Kircaldy, ha donato ad un incredulo Andy una cornamusa con uno speciale chanter con i fori dello strumento adattati alla nuova conformazione delle sue mani. Ci sono voluti anni per tornare ad alto livello, ma finalmente Andy Shilliday ha potuto ricominciare a suonare il suo strumento e ad insegnare. Tornato in Irlanda del Nord, Andy si è unito alla “Tullylagan Pipe Band” con cui ha ripreso a partecipare alle competizioni musicali. Il riscatto finale è arrivato in una tiepida giornata d’estate, il 17 Agosto 2019, nello splendido scenario di Glasgow Green, durante i Campionati Mondiali per Pipe Band, evento che raccoglie ogni anno più di 20.000 spettatori, almeno 200 Pipe Band e più di 5.000 musicisti da tutto il mondo. La “Tullylagan Pipe Band” si è laureata Campione del Mondo nel “Grade 3B”, superando una ventina di avversarie da tre diversi continenti guidata da un Andy Shilliday in gran forma: la sua prestazione ha portato ai migliori giudizi della categoria per la qualità dell’ensemble e per il virtuosismo. Un raggiante Andy ha sollevato il trofeo con i suoi compagni tra gli scroscianti applausi di tutti i musicisti e di un pubblico entusiasta.
La storia di Andy ci ricorda che la vita può riservarci una seconda opportunità e che, proprio quando sembra più buio, bisogna ricordarsi di accendere la luce.