Aldo Bianchini
SALERNO – Qualche settimana fa ho scritto qualcosa sulla figura e sull’opera di Massimo Mazzetti, docente universitario UNISA, figlio di Roberto (un altro grande docente universitario del passato) e papà di Alessandro (tenace erede e successore del padre e del nonno).
Il prof. Mazzetti è stato senza ombra di dubbio un liberale con un innato sentimento di destra per la ricostruzione (anche se solo in chiave storica) del Regno d’Italia e fiero oppositore delle cosiddette “dottrine” di sinistra fino al punto di ritrovarsi impigliato in una sordida battaglia ideologica (contro i soloni della sinistra culturale) che Lui non aveva provocato e neppure soltanto ipotizzata, tanto era lontano dal voler affermare a tutti i costi la “sua dottrina liberale” che cercava soltanto di spiegare ai suoi studenti senza mai tracimare dalle regole di un corretto e propositivo insegnamento.
Aveva una linea ideologica e professionale, oltre che personale ed umana, che lo portava spesso (come ho già scritto) ad affermare “… a questi ragazzi qualcosa pur dovremo insegnare …”, quasi come se fosse consapevole che nell’ateneo salernitano (e non solo) tutto fosse già segnato e scritto in favore delle “dottrine di sinistra”. Ecco, più che un ribelle rivoluzionario, era un uomo e un docente che si rendeva conto che alle nuove e giovani generazioni doveva essere passato tutto il sapere (di destra e di sinistra) per consentire loro una cernita accurata e innovatrice per riformare questo nostro Paese. Difatti la famiglia, lo studio, l’insegnamento, gli scout e l’ amore per la Patria ed il Re sono stati i punti forti ed i momenti esaltanti della sua vita terrena, da uomo integerrimo e di grande cultura.
Con vivo piacere sono ritornato sull’argomento in quanto in merito all’evidente irriverente (per dire poco !!) trattamento riservato al prof. Massimo Mazzetti anche dalla sua stessa università, alcuni suoi colleghi docenti e uomini di chiara cultura della Città hanno scritto a questo giornale per manifestare ilo loro pensiero nei confronti del compianto docente.
Agostino Verga, noto docente salernitano e politico di lungo corso, ha manifestato con poche e trancianti parole il suo stupore per l’incresciosa vicenda: “Da ragazzo ho conosciuto Massimo. Non ne ho mai condiviso le idee. Ho sempre apprezzato l’uomo”. Questa è la più plastica delle dimostrazioni che quando si è “uomini di cultura” non ci sono colori o ideologie che tengano nel giudizio complessivo su un personaggio.
Michele Ingenito, diretto collega di Mazzetti per molti anni presso l’Unisa, è andato ancor più nel profondo tracciando in poche righe ciò che è stato il prof. Mazzetti per l’Università di Salerno: “Un uomo troppo buono e colto per poter sopravvivere tra le maglie occulte e voraci del potere accademico e, perciò, (mal) politico”.
Arnaldo Amabile, noto docente e vignettista di fama, ha rivisto il prof. Mazzetti in chiave da libro cuore scrivendo: “Destra o sinistra, conta la nobiltà dei comportamenti … lo conobbi nei primi anni ’60, un lunedì in Albis sulla collina di Agropoli vicino al castello … eravamo studenti universitari … l’ho rivisto quasi sessant’anni dopo nella Chiesa di Santa Croce al Torrione … Professore gli dissi, ci conosciamo rispose … e ci scambiammo il segno della pace”.
Riccardo Fragnito, notissimo ed eccellente docente universitario, che ha scritto: “Onore a Massimo … quando ahimè … pur essendo un giovane ricercatore di sinistra mi ha sempre onorato della sua affettuosa amicizia e stima … vero e sincero liberale cattolico … scompare non solo un grande studioso che ha onorato Salerno ma anche un uomo di immensa umanità … da prof ordinario posso testimoniare che essere di destra in accademia non paga … ma questa era l’ultima delle preoccupazioni di Massimo”.
Grande commento quello del prof. Fragnito, degno davvero di un uomo di uno spessore culturale al di sopra della media.
E’ vero che il prof. Massimo Mazzetti non c’è più, di Lui però resta il pensiero e la sua azione di vita terrena che ha speso tra la famiglia, lo studio, l’insegnamento, gli scout e l’ amore per la Patria ed il Re.
ho conosciuto il Prof Mazzetti in ambienti monarchici romani. Simpaticissimo e disponibilissimo. Ricordo una sua lezione informale sull’8 settembre e la dissoluzione dell’esercito. Interessantissimo. Ma, gentile Professore,….niente è perduto davvero. Rem regat Rex!
Ho fatto.il.militare insieme Massimo a Sulmona, lui ufficiale ed io sottoufficiale nel 17.mo Rgt. Durante le.marce non facevamo che parlare di storia e di politica. Si vedeva che era molto impegnato nei suoi studi storici ed io laureando in lettere seguivo con interesse le sue considerazioni pacate ed equilibrate. Non l’ho.più visto dopo il.periodo di leva ma ho sempre pensato che avrebbe seguito con capacità un.indirizzo storico..era un bravo collega puntuale e corretto. Mi è capitato di leggere della sua morte avvenuta nel giugno del 2019 sul Borghese dell’agosto 2021 e lo ricordo affettuosamente come un uomo onesto e di grande cultura.