Aldo Bianchini
PAGANI (SA) – Questa mattina 22 luglio 2019, di buonora, è stata notificata a tutti i consiglieri comunali di Pagani una nota (datata 19 luglio 2019) della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore che, sulla scorta dell’art. 16 – comma 2 del D. Lgs 235/2012 in relazione alla sentenza della Cassazione n. 15725 del 16 giugno 2019 e letto l’art. 10 comma 4 del D. Lgs. 235/2012, che ha spiegato come la sentenza di incandidabilità è passata in giudicato in data 16 luglio 2019.
Dunque Alberico Gambino, neo sindaco di Pagani, è sì incandidabile ma a far data dal turno elettorale successivo alla data del passaggio in giudicato della sentenza; vale a dire che se ne potrà ridiscutere con le elezioni amministrative del 2024.
Si mettano, quindi, l’animo in pace tutti coloro che speravano nell’esecutività della sentenza di incandidabilità della Cassazione che entrerà in vigore soltanto nel 2024 se, nel frattempo, non interviene una revocatoria con annullamento della sentenza da parte della stessa Cassazione; revocatoria verso la quale già stanno spingendo gli avvocati difensori di Gambino.
Il problema, dunque, da questa mattina è ufficialmente superato senza se e senza ma: Gambino è e rimane sindaco in quanto è stato eletto (26 maggio 2019 ovvero il 10 giugno 2019) prima del passaggio in giudicato della sentenza sulla sua presunta incandidabilità.
Naturalmente, a monte di questa ineluttabile situazione, c’è tutto un ragionamento da fare per mettere in condizione il lettore di fermare i tempi nei momenti cruciali del discorso.
Per capirne di più è necessario esplicitare meglio il concetto di incandidabilità al turno elettorale successivo; per la “legge Severino” chi è stato condannato per determinati reati, non può più candidarsi, a meno che non intervenga la riabilitazione (leggasi caso Berlusconi). La presunta incandidabilità di Gambino, invece, riguarda un solo turno elettorale, e non è a vita.
Oltretutto nel caso specifico di Alberico Gambino nel ricordare che il Consiglio Comunale di Pagani fu sciolto nel 2012 per infiltrazioni camorristiche (art. 143 – comma 11 – T.U. 267/2000) e per tale ragione, come prevede la legge, gli amministratori che sono stati riconosciuti responsabili dello scioglimento del Consiglio per infiltrazioni camorristiche, non possono candidarsi al turno elettorale successivo allo scioglimento. Ma la legge di cui sopra stabilisce anche che per turno elettorale successivo deve intendersi quello successivo al momento in cui la sentenza che dichiara la incandidabilità sia divenuta definitiva, cioè “passata in giudicato”.
Come ho scritto in apertura la sentenza della Cassazione è divenuta definitiva il 16 luglio 2019 … quindi Gambino al momento delle elezioni del 26 maggio 2019 era ed è pienamente candidabile; perché se così non fosse si dovrebbe anche mettere in discussione la sua elezione a consigliere regionale intervenuta quando la sentenza in questione non era ancora passata in giudicato.
E qui è giusto precisare anche un altro aspetto delle strana e intrigante vicenda, quasi kafkiana, che sembra poter travolgere un sindaco legittimamente votato dalla maggioranza dei paganesi.
Difatti se riflettiamo appena un momento sui fatti che hanno portato allo scioglimento del Comune per infiltrazioni camorristiche attraverso il famigerato processo “Linea d’ombra” non possiamo non prendere atto che lo stesso processo si è concluso con un nulla di fatto e con l’assoluzione degli imputati “perché il fatto non sussiste” (tanto è vero che diversi imputati sono già stati risarciti dallo stato per ingiusta detenzione); e se questo è lo stato delle cose dobbiamo anche riconoscere che lo scioglimento del Comune è tato un fatto assolutamente illegittimo e di conseguenza non è possibile applicare un misura accessoria qual è il divieto di candidarsi.
Naturalmente qui non stiamo parlando di uno schema disegnato su una lavagna, tanto è vero che non è sufficiente un colpo di cassino per cancellarlo ma sarà necessario attendere che la Cassazione sulla spinta dei difensori di Gambino (come dicevo !!) provveda ad emettere la revocatoria sopra descritta.
Intanto nei corridoi e nelle stanze bene informate di Palazzo San Carlo (sede del Municipio di Pagani) si sussurra anche di una presa di posizione molto dura da parte del sindaco Gambino nei confronti di tutti quelli che hanno cercato, con le parole e con i provvedimenti scritti, di farlo decadere dalla sua posizione di primo cittadino di Pagani. Ma per questo ci sarà tempo e modo per riparlarne sulla scorta di elementi più sicuri.