da Uff. Stampa
Furbetti del cartellino, Anna Iervolino: «Si chiude un percorso d’indagine
avviato più di quattro anni fa, ringraziamo la magistratura alla quale
questa Azienda assicurerà sempre la massima collaborazione per garantire
legalità e trasparenza».
«Se ci sono dei comportamenti scorretti è bene che vengano individuati e
sanzionati, perché la leggerezza o la mancanza di senso civico di pochi
finiscono poi per penalizzare il buon nome e tutta la squadra del
Cardarelli, fatta di grandi professionisti e lavoratori instancabili. In
questo senso mi sento di ringraziare la magistratura che è sempre, come in
questo caso, pronta a raccogliere le segnalazioni che arrivano da questa
direzione generale per poi portare luce nelle zone grigie». Questo il
commento del Commissario Straordinario del Cardarelli Anna Iervolino in
merito agli avvisi di conclusione indagine notificati in mattinata a 62
dipendenti dell’Azienda ospedaliera per presunte anomalie nell’uso dei
vecchi badge marcatempo (già da un anno sostituiti da quelli ad impronte
digitali). Si conclude così un percorso di indagini iniziato più di
quattro anni fa, sotto la direzione di Ciro Verdoliva (oggi Commissario
Straordinario dell’ASL Napoli 1 Centro) e proseguito nel segno di una
continuità d’intenti con l’attuale management aziendale. «Il nostro
compito come amministratori di questa Azienda – dice Anna Iervolino – è
anche quello di vigilare con rigore sul rispetto delle regole e sulla
trasparenza di tutto ciò che accade. È quanto ci chiede la nostra
coscienza e la nostra professionalità, ed è anche il mandato che con
grande forza ci è stato dato dal presidente Vincenzo De Luca».
Ed è proprio per dare trasparenza al lavoro dei 3.000 dipendenti del
Cardarelli che a partire dal 2017 il management aziendale ha intrapreso il
percorso amministrativo e tecnico per il passaggio ai marcatempo con il
rilevamento delle impronte digitali. «Una misura – conclude Iervolino –
che è stata accolta di buon grado dalla stragrande maggioranza dei nostri
dipendenti, proprio perché consente di eliminare qualsiasi ombra di dubbio
sul rigoroso rispetto degli orari di lavoro. Distinguendo chi ci mette
l’anima da quanti credono di fare i furbetti». L’Azienda ha già provveduto
ad avviare i procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti
coinvolti nell’indagine e si costituirà parte civile nel procedimento
penale.