Aldo Bianchini
SALERNO – In queste settimane in cui non si fa altro che parlare, o meglio sparlare, della magistratura, sono in tanti che avanzano le ipotesi più stravaganti sulla correttezza della magistratura che, ad onor del vero, nella sua stragrande maggioranza è assolutamente corretta ed applica le leggi senza perdere troppo tempo nella loro interpretazione.
Sappiamo tutti che le leggi hanno comunque, una genesi politica perché alla politica tocca legiferare e disciplinare la gestione della “giustizia commutativa”, mentre ai giudici il dovere di applicare le leggi emanate dalla politica senza mai tracimare da quella che viene indicata come “giustizia commutativa”; commutare cioè quanto previsto dalla legge in pena afflittiva o altro.
Se la politica non riesce più a mantenere il primato assoluto in questo discorso, la frittata è fatta e sicuramente incapperemo ancora in magistrati che pur di andare contro la politica calpestano anche il “sentire comune del popolo” nei cui interessi la giustizia dovrebbe essere sempre e comunque amministrata (ogni allusione al caso Sea Watch non è puramente casuale).
Nel merito ho raccolto dal web una riflessione del giovane Gaetano Amatruda, vice segretario provinciale di Forza Italia, che faccio mia e pubblico integralmente:
Salerno, toghe sporche ?
Al CSM un mercato per le nomine. Il magistrato Palamara interveniva sui processi. Per aggiustare sentenze e ritardare fascicoli, con la complicità di molti colleghi. A Napoli, ieri, arrestato un altro giudice ‘Pastiere, vino e viaggi per aggiustare i processi’, è la sintesi dei giornali.
Sono garantista ma una, anzi due, riflessioni vanno fatte.
La nemesi delle ‘mani pulite’ sarà quella delle ‘toghe sporche’, capita questo quando si soffia sul fuoco della propaganda. Ed è un peccato perché l’azione di alcuni mascalzoni sta minando la fiducia nella magistratura.
La seconda riflessione, più provinciale, riguarda Salerno.
Qui è sempre mancata una attenta valutazione sul ruolo della magistratura.
Non ci vuole uno scienziato per ricordare il ‘ruolo attivo’ di certi signori quando fini’ la Prima Repubblica ed inizio’ la seconda. All’inizio degli anni novanta (quando finirono le stagioni delle Giunta laiche e di sinistra e della nobile DC ed ebbe inizio l’epoca di De Luca, per intenderci) alcuni magistrati, è ragionevole pensarlo, andarono oltre il ruolo ruolo. Molti furono abbagli altre, è una mia idea, azioni ‘più fantasiose’. Perché così si rivelarono.
A Salerno si scoprirebbero forse pastiere e viaggi, molto più probabilmente incarichi e nomine in Enti e partecipate.
Se qualcuno, capiterà un giorno, vorrà guardare le vicende di questi ultimi venti anni scoprirebbe, a Salerno, poi disinvolte distrazioni e sospetti ritardi.
È dietrologia ? Ma no. È la libera analisi di un cittadino.
Un cittadino dispiaciuto perché qui certa magistratura ha cambiato il corso della storia e, soprattutto, perché questa magistratura rovina il lavoro di tanti autentici servitori dello Stato.
Gaetano Amatruda
Giornalista professionista ed impertinente