Aldo Bianchini
SASSANO – Ed anche questa è fatta, alla grande. Rosalino Paolo Giuseppe Cellamare, in arte RON (classe 1953), ha celebrato il suo grande amico Lucio Dalla mantenendo viva l’attenzione del pubblico presente dal primo all’ultimo minuto. La villa comunal,e “Paolo Borsellino”, gremita di pubblico disposto all’applauso giusto e doveroso nei momenti topici ma anche attento e silenzioso nei passaggi emotivamente coinvolgenti che il cantautore-attore (nato a Dorno ma cresciuto a Garlasco) ha elargito a piene mani.
Una serata speciale, quella di Sassano, per un’artista speciale; e per raccontarla è giusto iniziare dalla fine, da quando sul palco sono saliti due bambini (una femminuccia ed un maschietto –Giovanni figlio del sindaco), anime candide e pure, che hanno portato a tutti una ventata di candore e di semplicità ed hanno materialmente consegnato al cantautore-attore una targa offerta dall’Amministrazione Comunale in ricordo della perfetta, corretta ed emozionante performance dedicata per intero al ricordo del grande e immenso Lucio Dalla che ha veleggiato invisibile sulle teste delle varie centinaia di spettatori presenti e tutti regolarmente seduti.
Veramente molto poco, a commento, si può aggiungere sulla straordinaria esibizione del cantautore-attore; la prima cosa che mi viene da dire e che mi è parso di vedere sul palco un uomo conoscitore della musica e profondamente innamorato del mestiere che ormai esercita, con ottimi risultati, da circa cinquant’anni; da quando cioè, nel 1969, senza aver ancora inciso alcun disco partecipò al “Cantagiovani”, una manifestazione canora itinerante organizzata dall’allora regnante casa discografica “RCA”.
Ron è un artista che non si concede anima e corpo al pubblico, appartiene a quella sfera di musicisti cosiddetti “intellettuali sognatori” che non amano farsi coinvolgere fisicamente dagli spettatori, ma che comunque riescono a trasmettere al pubblico la loro sublimazione interiore ed integrale con il discorso che portano avanti nel nome e per conto della musica, quella vera, quella che entra nelle vene e scorre come il nostro stesso sangue.
Ron è stato capace di fare questo ed anche altro; è riuscito, cioè, a far rivivere Lucio non solo grazie ai contributi filmati, ben studiati per tempi – lunghezza e contenuto, ma anche se non soprattutto all’interazione fisica, psicologica e mentale con il suo immenso e compianto amico che ogni tanto è parso di vederlo in carne ed ossa anche sul palco e non soltanto aleggiare invisibile sulle teste degli spettatori. Per molti è stato sufficiente chiudere gli occhi per un attimo e lasciare galoppare la fantasia per avvertire la sua presenza attraverso le note e la voce di Ron che è riuscito (grande merito artistico !!) a fondere alla perfezione le sue qualità canoro-musicali con quelle del compianto cantautore bolognese dando vita ad uno show tutto particolare, incentrato non sul forzato dialogo con il pubblico, piuttosto sul passaggio molto delicato e quasi impalpabile tra presente e passato alla ricerca di un nuovo modo di fare spettacolo senza tralasciare il benchè minimo ricordo di uno dei più grandi artisti del nostro tempo.
Ovviamente Ron, che è stato etichettato come l’artista timido e introverso di questi ultimi cinquant’anni, si è guardato bene dallo sfidare il suo “Lucio” sul piano della pura interpretazione di famosi brani ed ha miscelato in un unico prodotto tutto ciò che poteva, tenendo ad esempio fuori dalla sua rappresentazione le note stridenti della canzone dedicata ad Enrico Caruso che, a mio parere, soltanto Dalla può interpretare e che tanti noti tenori lo hanno soltanto imitato senza mai raggiungere le sue vette.
Ma Ron, l’altra sera, ha dato tutto se stesso nell’interpretazione di “Come è profondo il mare” del 1977 in cui il bolognese prende di prende di mira il concetto stesso di “potere”, che altro scopo non avrebbe se non quello di “bruciare il mare”, che nella fattispecie è una evidentissima metafora della libertà di pensiero. Difatti Dalla, tra le tante cose, è stato in assoluto anche un “uomo libero e anticonformista”, esattamente come il suo collaboratore prediletto che oggi, in segno di riconoscenza lo porta letteralmente sulle spalle in giro per tutte le piazze d’Italia per farlo conoscere ancora meglio ai suoi milioni di affezionati spettatori.
Il pubblico, dopo un iniziale generoso applauso e un passaggio meditativo silenzioso, è esploso in una interminabile e convinta ovazione; un entusiasmo che raramente ho avuto modo di toccare con mano nel Vallo di Diano e soprattutto a Sassano dove la gente prima di sciogliersi in applausi e cori ce ne mette di tempo.
Ma lo show di Ron prometteva tutto questo e per questo era molto atteso, e non soltanto dagli organizzatori (con il sindaco Tommaso Pellegrino in testa, spalleggiato con assoluta sincerità da Michele Merlino, e poi da tutta l’Amministrazione) che sono riusciti a superare se stessi rispetto alla già ottima organizzazione evidenziata un paio di anni fa con la calata di Peppino di Capri che aveva incantato tutti.
Lo show di Ron è, dunque, da prendere a modello generale come “spesa virtuosa” di denaro pubblico in quanto portatore di messaggi anche di natura sociale (il pensiero va a Come è profondo il mare !!) senza trascurare l’ambiente nell’ambito di quel complessivo messaggio culturale che dovrebbe essere sempre alla base dei momenti ricreativi di massa. Scegliere l’artista giusto per il momento giusto non è da tutti; il sindaco Tommaso Pellegrino con la sua giunta ci è riuscito alla perfezione.
L’altra sera nelle prime file c’erano schierati numerosi sindaci (Pellegrino, Cavallone, Accetta, ecc.), il presidente della Comunità Montana arch. Raffaele Accetta, il presidente del Consorzio di Bonifica dr. Beniamino Curcio e molti rappresentanti delle istituzioni locali tra cui l’Arma dei Carabinieri. Presente in rappresentanza della regione Campania l’on. Franco Picarone. Schierata anche la stampa con il dr. Pietro Cusati (detto Pierino) in rappresentanza dell’Associazione Giornalisti Amici del Vallo.
Per finire, mi preme sottolineare come RON, con tutta la timidezza e l’umiltà possibile, si sia sentito in dovere di ritornare sul palco per un ultimo contributo artistico-canoro, richiamato a gran voce dai suoi fan. Circa due ore di spettacolo senza soste e/o intervalli che il pubblico ha gradito ed apprezzato come è raro vedere da queste parti. Ma si sa, quando le cose sono ben organizzate il successo è garantito.