Aldo Bianchini
SALERNO – Qualche giorno fa, di primo mattino, mi raggiunge la telefonata del mio amico Enzo Di Rosario (personaggio molto noto in città) che nel parlare del più e del meno mi lancia una provocazione: “Non ti sembra che questi dei Cinquestelle sono talmente sordi ad ogni suggerimento ? Ad esempio per quanto riguarda il reddito di cittadinanza non era meglio che avessero copiato le funzioni dell’ ECA ?”.
Lì per lì mi è sembrata una esternazione come tante e come in tanti muovono nei confronti del MoVimento i cui componenti, giovani e volenterosi ma sicuramente inesperti, sembrano avere tutti il cerone nelle orecchie per non ascoltare i consigli di chi, anche se più anziano, è sicuramente più esperto di loro.
Sono andato, quindi, a rispolverare i miei ricordi diretti (sapevo perfettamente dell’esistenza dell’ECA (Ente Comunale Assistenza) e ad esplorare i motivi della sua creazione ed ho scoperto0 che l’ECA fu un’idea geniale del vituperato Benito Mussolini che nel 1937 inventò l’ECA dandole la denominazione di “assistenza” per estirpare dal lessico comune dell’epoca la parola “carità”. L’ECA era un ente autonomo che venne instaurato in ogni comune d’Italia e veniva ospitato in tutti i palazzi di città; gestiva dei fondi speciali governativi e distribuiva sussidi per contribuire a combattere la povertà (quante analogie con il reddito di cittadinanza !!) attraverso l’individuazione e l’assistenza di coloro che si trovassero in condizioni di particolare necessità; doveva anche promuovere il coordinamento delle varie attività assistenziali esistenti nel comune. E più specificamente avevano anche il compito di:
- curare gli interessi dei poveri, assumendone la rappresentanza legale davanti alle autorità amministrative e giudiziarie;
- promuovere i provvedimenti amministrativi e giudiziari di assistenza e di tutela degli orfani e dei minorenni abbandonati, dei ciechi e dei sordomuti indigenti; amministrare le istituzioni di assistenza e di beneficenza ad esso affidate, così come i lasciti e le donazioni.
Dopo quarant’anni di onorato servizio (ovviamente non mancarono le fughe di illegalità), nel 1977, nella deprecabile ottica del “Trasferimento e deleghe di funzioni amministrative ai comuni“, gli enti comunali di assistenza vennero soppressi e le loro funzioni, competenze, personale e beni trasferiti al comune in cui l’ente stesso aveva sede. E da quel momento, ovviamente, il caos è stato di una sovranità unica.
Insomma, come nel miglior stile italico, nel 1977 sopprimemmo una cosa che funzionava alla grande ed aveva dato ottimi risultati per sostituirla con il vuoto assoluto.
Lo spirito di solidarietà verso i meno abbienti è ritornato a galla in questi ultimi anni e il MoVimento 5 Stelle ha dato concretezza alle sue promesse elettorali ed ha avviato la difficile e tortuosa strada per la concessione del reddito che ogni giorni si espone a critiche ed a correzioni in corsa.
Domanda: “Non era meglio per i Pentastellati prendere pari pari lo statuto e il regolamento dell’Eca (cancellare l’etichetta mussoliniana) ed applicarlo oggi, con le dovute correzioni e aggiornamenti, per l’avvio più sereno e più sicuro del reddito di cittadinanza ?”.
La risposta, come sempre, non è delle più facili; anche, se non soprattutto, perché le nuove classi dirigenti non hanno alcun senso pratico dell’umiltà nel riconoscere al passato le cose buone che, comunque, è stato capace di fare.
Cosa, invece, che gli uomini che ricostruirono il Paese nel secondo dopo guerra furono capaci di fare mantenendo in piedi diverse istituzioni che venivano dal passato; ma quelli, si sa, erano uomini e dirigenti fatti di altra pasta e che, seppure tra le tante illegalità diffuse, avevano messo al centro del loro lavoro il benessere comune.
Forse perché, come molti contemporanei, fanno fatica ad aprire un libro e dare un “ripasso” alla STORIA.
Mi sembra la solita idea di affidare ai comuni uno strumento clientelare, dove i malfattori non sono i fruitori, bensì gli erogatori. Dai ricordi dei nostri nonni non mi risulta che l eca abbia avuto successo, del resto erano tutti poveri.