da Dr Alberto Di Muria
Padula-Quella sull’integrazione del fluoro nella dieta degli adulti, ma soprattutto dei bambini, è una questione che ancora solleva accese discussioni nella comunità medica. È opinione diffusa e profondamente radicata quella che collega il fluoro con la protezione dalla carie, esistono però degli studi che mettono seriamente in discussione questa tesi, da un lato mettendo in luce lo scarso effetto del fluoro sulla prevenzione dei problemi dei denti, dall’altro ponendo l’accento sugli effetti negativi che questa sostanza può avere su altri importanti aspetti della salute dell’uomo.
L’integrazione del fluoro nella dieta dei bambini è diventata una pratica comune fin dal 1945, e ancora oggi l’OMS la raccomanda fortemente. Inoltre nelle nuove Linee Guida italiane per la salute dei denti gli esperti raccomandano espressamente la somministrazione di fluoro sia per prevenire la carie che per far crescere denti sani e forti. Però è molto difficile tracciare una linea di demarcazione netta tra dosi ritenute terapeutiche e dosi tossiche perché non è possibile determinare la quantità di fluoro che assumiamo dall’ambiente e in particolare attraverso l’acqua e gli alimenti. Ad esempio alcune acque minerali hanno un alto contenuto in fluoro e fino a poco tempo fa venivano considerate utili nel trattamento preventivo della carie e dell’osteoporosi. In realtà, contrariamente a quanto si credeva in passato il fluoro può essere utile ai fini della protezione dalla carie soprattutto se applicato localmente: in questo caso si lega allo smalto dei denti formando una sorta di barriera protettiva.
Assunto per bocca, invece, il fluoro raggiunge i denti attraverso il sangue alterandone la struttura fino a causare la fluorosi dentale, un’alterazione cromatica irreversibile dello smalto. A questo proposito alcuni studi hanno dimostrato che esiste una preoccupante correlazione fra l’uso sistematico di integratori a base di fluoro e l’insorgenza della fluorosi dentaria che ha una grande incidenza tra le popolazioni che risiedono nei Paesi in cui viene aggiunto del fluoro alle acque potabili.
L’aspetto più preoccupante del problema è che stanno aumentando gli studi scientifici volti a dimostrare la pericolosità del fluoro non soltanto per i denti ma anche per le ossa, ad esempio risulta molto elevato il rischio che l’accumulo di fluoro provochi seri danni al sistema scheletrico.
E allora, si al fluoro nei bambini per la prevenzione della carie, ma, seguendo le linee guida ministeriali, solo quando è necessario, preferenzialmente per via locale e, comunque, nelle dosi giuste: in genere si comincia dai 4 mesi con 0,25 mg di fluoro per poi passare ad 1 mg dal 3° anno di vita.